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Sembra impossibile ma...

I Kombai e i Korowai, popolazioni della Nuova Guinea, costruscono le loro case in cima agli alberi ad altezze che superano i 20 metri. Incredibile ma vero? Solo in parte: in effetti, anche se sul web non lo scrive quasi nessuno, si tratta di una mezza bufala. Che però nasconde altre storie che vale la pena di raccontare.

Intanto facciamo la conoscenza con questi due popoli, che vivono in territori confinanti (ma parlano una lingua diversa) nella provincia indonesiana di Papua-Nuova Guinea, a circa 150 chilometri dal mare di Arafura, in una fitta foresta pluviale paludosa. Secondo le stime, ci sono circa 3.000 Korowai e altrettanti Kombai. Il primo contatto con scienziati occidentali risale al 1974, con la spedizione dell'antropologo Peter Van Arsdale; fino ad allora non erano a conoscenza dell'esistenza di popoli diversi da loro stessi. A fine anni settanta poi sono arrivati anche i missionari cristiani. Gli indigeni vivono in clan, in grandi case sugli alberi, rifugio contro animali di ogni tipo, ma soprattutto contro le incursioni delle tribù di cacciatori di teste Citak; l'ultimo attacco è avvenuto nel 1966. Così ancora oggi ogni clan sorveglia la sua casa sull'albero con archi e frecce, e tutti gli estranei che si avvicinano, compresi gli ospiti invitati, vengono fermati da uomini armati che consentono il passaggio solo quando sono certi che non porteranno alcun danno. Cacciatori, pescatori e raccoglitori di larve di coleotteri, cacciano con l'aiuto di piccoli cani maiali selvatici e altri animali; e pescano costruendo piccole dighe sui ruscelli e gettando poi radici tossiche nell'acqua: quando i pesci vengono a galla li catturano con facilità. Cuociono le prede avvolte in grandi foglie su sassi roventi, e non conservano niente perché il cibo nella foresta è abbondante. Uomini e donne vivono separati nelle grandi case, il matrimonio è poligamico e la preferenza è data alle figlie del fratello della madre.

Di recente però un numero crescente di giovani ha iniziato a trasferirsi nei villaggi più civilizzati verso la costa. E buona parte dei clan accetta, quando richiesto, di ricevere turisti. Il grande cambiamento è iniziato quando sono arrivate le troupe di documentaristi da tutto il mondo. E qui vi racconto la mezza bufala: le case sugli alberi dei Korowai e dei Kombai che si vedono in foto e documentari sono state costruite a beneficio delle troupe cinematografiche; ad esempio la BBC nel 2011 ha commissionato ai Korowai per “Human Planet” la costruzione di una casa sull'albero a 35 metri di altezza. In realtà le vere case sono sì sugli alberi, ma a soli 5-10 metri dal suolo, e non sono costruite su palafitte ma fissate ai tronchi che le sostengono saldamente. E ancora, Kombai e Korowai in passato hanno sicuramente praticato il cannibalismo rituale. E oggi? Non si sa, ma è certo che di recente alcuni clan sono stati indotti per attrarre i turisti ad avvalorare l'idea che il cannibalismo sia ancora segretamente praticato.

A cura di Luciano Donzella dal Blog dell'Impossibile, scopri di più sul sito!


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