Career guidance tra digitale e ‘next normal’

Career guidance tra digitale e ‘next normal’

La pandemia scatenata da COVID-19 rappresenta una emergenza planetaria e la necessità di farvi fronte costringe lo sguardo entro l’orizzonte dell’immediato, nella consapevolezza che nulla sarà più come prima, che non c’è via d’uscita se non attraverso, che il mondo che verrà non potrà assomigliare a quello passato. È la fine di un’era. Bisogna subito pensare al futuro, ma "ci vuole coraggio a vedere il proprio futuro come ad-ventura, apertura positiva verso le cose che verranno, orizzonte di opportunità e non di minaccia" (Perillo 2020). D’altra parte, le misure di blocco adottate per proteggere le vite determinano serie conseguenze per le imprese e per i propri dipendenti (Chinn et al. 2020), sui quali grava il peso insostenibile dell’incertezza. Secondo le stime, lo shock economico legato dalla pandemia supererà di gran lunga quello causato dalla crisi finanziaria del 2008-2009. Governi, leader politici, manager, imprenditori, sono già in procinto di adottare misure per rispondere alla sfida che ne deriva, ma molto resta ancora da fare. Molto occorre per rilanciare il capitale umano, per tracciare il sentiero verso il next normal (Sneader & Singhal 2020). Spaventati, frastornati, svuotati, disorientati, ciascuno fatica ad intravedere la strada. E ci si affida, piuttosto, a calcoli, stime, previsioni, modelli: disperato tentativo di porre un termine all’emergenza, di contenere – letteralmente e figurativamente – e di riportare sotto il nostro controllo quel fuoco che divampa indomito. Eppure, non è tempo di rifugiarsi nella (in)certezza dell’epilogo. È tempo di cercare nuovi spazi d’azione entro terre incognite, di dare risposta ad una situazione esistenziale problematica, di affrontare un futuro che sfida a padroneggiare il verosimile, a gestire l’imprevedibile. Spazi entro cui l’orientamento, inteso quale categoria esistenziale imprescindibile, che coinvolge qualsiasi stagione della vita, può fornire una bussola per muoversi consapevolmente ed affrontare la crisi che ha messo a nudo il fallimento delle nostre certezze, riguardo al lavoro, all’apprendimento, al tempo libero, alla società, alla vita nella sua interezza. In virtù della sua dimensione predittivo-formativa, l’orientamento si pone come momento di ri-progettazione personale, di riflessione, di ricerca di nuove opportunità. E, soprattutto, come aspirazione ad una vita significativa, a dare continuità a vite – oggi più che mai –intermittenti. La crisi originata dalla pandemia, non rappresenta, infatti, una cesura temporanea, piuttosto, segna l’inizio di un modo di vivere completamente diverso (MIT Technology Review 2020). Un modo che non c’è dato conoscere in anticipo. Pur nell’incertezza dei tempi, una cosa risulta essere chiara: andiamo verso un mondo sempre più digitale. A fronte dell'emergenza, la tecnologia ha assunto un ruolo sempre più cruciale: da semplice funzione di supporto, essa è diventata valore di per sé e, perciò, driver di valore. La domanda di servizi e prodotti digitali, durante il lockdown, ha raggiunto livelli da record e la rapida impennata nell’uso dei canali digitali negli ambiti più disparati – dalla didattica, al lavoro, all’informazione, all’ordinazione di generi alimentari online, alla telemedicina – mostra come il nostro comportamento stia subendo profonde trasformazioni. Una considerazione questa, che non può lasciare indifferenti neppure coloro che si occupano di orientamento. Durane una recente intervista – rilasciata al quotidiano Repubblica –  lo stesso Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, ha dichiarato che “Ogni volta che c’è stato un grave problema l’umanità si è rialzata appoggiandosi alle competenze”. Il dopo riguarda tutti noi, e ciascuno, per le proprie competenze, è chiamato a dare il proprio contributo nel tracciare sentieri di cura (Mortari 2006) che agevolino il cammino verso il tanto agognato next normal, senza che nessuno venga lasciato indietro. Certo, il virus ha colpito tutti, ma non tutti hanno le stesse possibilità di reagire – molte le vite precarie anche prima della diffusione della pandemia – con il rischio che la forbice sociale si allarghi pericolosamente. Per poter garantire i diritti sociali fondamentali si rende necessaria una risposta collettiva e sociale, che abbia l’obiettivo comune del perseguimento del bene pubblico. In questa direzione, i professionisti dell’orientamento hanno il compito di esserci, di farsi carico della domanda di aiuto di una popolazione spaventata e disorientata, costretta in tutta fretta a ripensare la propria vita personale e professionale. Nell’attuale situazione, l’urgenza di dar compimento ad un divenire possibile, ad uno sviluppo sostenibile ed equo, a vite attive capaci di affrontare le sfide presenti e future, deve sollecitare questi stessi professionisti a stare al passo con una crisi che ha accelerato in modo significativo il passaggio al digitale. La sfida che ne deriva è quella di far fronte alle esigenze di soggetti radicalmente cambiati, a partire dalla quale risulta fondamentale delineare una strategia digitale che consenta un accesso immediato ai servizi di orientamento e ne garantisca la continuità. Vero è infatti che la digitalizzazione, con la sua trasversalità, offre di per sé nuove prospettive e nuovi stimoli. Intensificare la spinta verso canali digitali equivale a potenziare i servizi di orientamento tradizionali, aprendo al contempo nuove opportunità per migliorarne la qualità e la portata, nonché ampliarne i benefici. Dinanzi alla enorme portata dell’epidemia ed alla sua assoluta imprevedibilità si rende, infatti, necessario attuare soluzioni che possano aiutare la società a ricostruire e riprendersi da questa crisi: prima fra tutte equipaggiare le persone affinché diventino capaci di vivere di agire entro scenari che potrebbero evolvere ulteriormente. 

Riferimenti bibliografici

Alatovic, T., Chhaya, M., Juneja, S., Smaje, K., Sukharevsky, A. (2020). Driving digital change during a crisis: The chief digital officer and COVID-19. McKinsey & Company.

Chinn, D., Klier, J., Stern, S., Tesfu, S. (2020). Safeguarding Europe’s livelihoods: Mitigating the employment impact of COVID-19McKinsey & Company.

Fitzpatrick, M. Gill, I., Libarikian, A., Smaje, K., Zemmel, R. (2020). The digital-led recovery from COVID-19: Five questions for CEOsMcKinsey & Company.

Hooley, T., Sultana, R., Thomsen, R. (2017). Career guidance for social justice. Contesting neoliberalism. New York: Routledge.

Lichfield, G. (2020). We’re not going back to normalMIT Technology Review.

Mortari, L. (2006). La pratica dell’aver cura. Milano: Bruno Mondadori Editore.

Perillo, F. D. (2020). Una favola in azienda. Persone&conoscenze, N. 143 - Marzo 2020

Smit, S., Hirt, M., Buehler, B., Lund, S., Greenberg, E., Govindaraja, A. (2020). Safeguarding our lives and our livelihoods: The imperative of our timeMcKinsey & Company.

Sneader, K., Singhal, S. (2020). Beyond coronavirus: The path to the next normalMcKinsey & Company.






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