Che rabbia!

Che rabbia!

La rabbia è un’emozione primaria, di base e come tutte le emozioni possiamo definirla come né positiva né negativa. L’accezione negativa, del pensiero comune legato alla rabbia, è data dalla funzione di questa emozione. La funzione della rabbia, per chi la prova, è sempre stata espressa come adattiva, che l’individuo mette in atto cioè come risposta istintiva di difesa. Io ritengo che l’emozione della rabbia sia da vedere anche nei suoi primordi, e cioè come possibilità per l’individuo di espellere e allontanare parti dell’io o esterne che non gradisce, non vuole, rifiuta, lotta.

I rischi, per chi tende a reprimerla, sono tanti e, a seconda dell’intensità della rabbia repressa, anche molto elevati. Bisogna considerare anche che la rabbia è un’emozione potente, con un’azione propulsiva molto forte, infatti come detto prima serve al nostro sistema per liberarsi o allontanare cose, persone, oggetti, situazioni che non vogliamo, non amiamo. Il rischio può essere anche quello di appiattire la propria sfera di sentimenti percepiti, diventando quindi come anestetizzati e meno sensibili alle emozioni. L’azione è simile infatti a quella che facciamo quando abbassiamo il volume della radio, tentando di abbassare il “volume” della rabbia, abbasseremo di fatto il volume di tutte le emozioni.

Un altro grande rischio è rappresentato dallo spostamento di questa emozione, la rabbia infatti può essere repressa e trattenuta ma non per sempre e non in tutte le situazioni, finendo alle volte per essere espressa in altre relazioni o in altre situazioni, andando ad intaccare sino a rovinare relazioni non colpevoli o non legate strettamente al motivo della nostra rabbia.

Che cosa ci insegna quindi la rabbia? Possiamo imparare ad utilizzare nella maniera più giusta questa emozione e cioè fermandoci un attimo e tentando di capire qual è stato l’innesco o quantomeno qual è la ragione. Alcune volte non sarà semplice perché tanto più avremo represso questa emozione nel passato tanto più faremo fatica oggi a trovarne il fil rouge.

Difficilmente i genitori ci hanno insegnato a gestire nel modo giusto questa forte emozione, normalmente ci avranno insegnato a reprimerla, e quindi d’ora in poi nei momenti di rabbia sarà giusto ascoltarla e conoscerla per capire chi siamo veramente e quali sono le emozioni che ci animano. Conoscere la rabbia può dar vita a una sorta di collana di perle, cioè potremmo comprendere che ciò che ci fa arrabbiare oggi non è altro che il frutto di ciò che ci siamo negati alla consapevolezza per tanti anni.

Il corpo manifesta la rabbia e la somatizzazione classica si ha a livello dell’apparato digestivo, ne sono un esempio tutte le infiammazioni dello stomaco gastriti, ulcere, reflusso esofageo, … Anche le patologie a carico del fegato e del pancreas possono essere lette come incapacità del nostro sistema a gestire la rabbia. Così anche per le patologie come le coliti, anche in questo caso si parla di rabbia repressa, l’incapacità di rivolgere la rabbia verso l’esterno, fa si che il bersaglio delle nostre emozioni diventi ciò che è contenuto all’interno dell’intestino.

Come per tutte le emozioni a tinte forti, anche la rabbia va gestita con calma e con consapevolezza. Con una buona capacità di discernimento e di conoscenza di sé, riusciremo a comprendere quando la rabbia ha bisogno di essere agita, quali sono i modi giusti e quando invece ha bisogno di essere sublimata in altro; errori in questo senso nella gestione della rabbia causeranno quasi sicuramente somatizzazione a livello del corpo.

Se siamo consapevoli di essere dominati da una forte rabbia, in un determinato periodo, cerchiamo di spostare in avanti le scelte importanti, e al tempo stesso cerchiamo di essere molto consapevoli rispetto a chi vogliamo preservare dalla nostra rabbia. La rabbia non è negativa, soprattutto se siamo in grado di comprendere qual è il momento giusto per esprimerla nel giusto modo o per sublimarla in qualcosa di più nobile, riusciremo ad ottenere dei risultati incredibili nelle nostre relazioni nella nostra vita. L’aspetto positivo della rabbia è quella forza giusta che ci fa prendere decisioni a tinte forti ma che alle volte sono fondamentali per salvare il nostro sé, per esprimere le nostre decisioni, per affermare e sostenere con gli altri il nostro pensiero.

La rabbia ci fa sentire vivi, ci fa sentire in contatto con il sangue, la vitalità, la forza, il nostro potere di esprimere noi stessi e il nostro pensiero.

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