Che senso ha imparare, se c'è l'intelligenza artificiale?

Che senso ha imparare, se c'è l'intelligenza artificiale?

Iniziare a lavorare oggi non è facile.

Non tanto per il mercato del lavoro confuso, le paghe basse e le pratiche di management spesso retrograde.

Iniziare a lavorare oggi non è facile perché una persona di 25 anni ha davanti a sé più di 40 anni di lavoro e la direzione del cambiamento è imprevedibile. Anzi, per certi versi è prevedibilissima: l'AI prenderà talmente tanto trazione, che il tasso di obsolescenza dei lavori accelererà esponenzialmente.

Come quello di produzione di contenuti: questo articolo [disclaimer!] è scritto "gomito a gomito" con ChatGPT, che altro non è che la terza generazione di AI di linguaggio. GPT 4 è in arrivo, Bard di Google è in arrivo. Servirà ancora, quella tua laurea in Lingue Moderne? Il Master in Content Creation? Ma peggio ancora: il programmatore?

Di pochi giorni fa infatti è la notizia che ChatGPT ha passato il processo di selezione in Google, "accaparrandosi" un posto da Computer Engineer da 183.000 U$D/anno.

Wow.

Ora, non è il mio scopo quello nè di sostenere, né di smontare l'idea che un programmatore da 180.000$ possa essere sostituito con un'IA; né esprimermi sul fatto che 180.000$ possa essere il valore reale di quella posizione (o meglio, è valore in quanto riconosciuto dal mercato - ma l'AI abbasserà drasticamente quel valore, con ogni probabilità).

Questo articolo però serve a condividere qualche evidenza rispetto a ciò che può o deve fare una persona giovane, con 40-50 anni di lavoro davanti a sé, per provare a muoversi in questo panorama, tutt'altro che confortante.

Quattro strade per il futuro del lavoro

Essendo la prima generazione cresciuta con la tecnologia come parte integrante della propria vita, i lavoratori della Generazione Z sarebbero - teoricamente - i ben posizionati per prosperare in un futuro dominato dall'intelligenza artificiale. Ai miei tempi, chiamavamo AI il "giocatore del computer" di Age of Empires, che generalmente era tutt'altro che intelligente.

Tuttavia, per prepararsi al meglio a questo ambiente di lavoro in rapida evoluzione, è essenziale non accontentarsi dell'equazione "giovane = smanettone", ma agire proattivamente per sviluppare continuamente le giuste competenze e conoscenze. Ecco quattro consigli su come prepararsi al futuro del lavoro in un mondo guidato (dominato?) dall'IA.

["Guidato" è il termine che ha scelto ChatGPT; "Dominato" è la mia interpretazione, NdA]

Abbracciare l'apprendimento continuo

Visto quanto abbiamo detto in precedenza, i lavoratori della Generazione Z - e mica solo loro, ma loro per decisamente più tempo - devono essere pronti ad apprendere e adattarsi continuamente alle nuove tecnologie e tecniche nel corso della loro carriera. Con l'accelerazione del ritmo del cambiamento tecnologico, è essenziale che si mantengano aggiornati sugli ultimi sviluppi dell'IA e delle tecnologie correlate.

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ChatGPT era fermo al 2018; ma questa grafica la conoscono anche i sassi ormai.

Secondo il "The Future of Jobs Report 2022" del World Economic Forum, le competenze più richieste nel 2025 saranno il pensiero analitico ed innovazione, l'apprendimento attivo e strategie di apprendimento, la risoluzione di problemi complessi, il pensiero critico e la creatività. L'apprendimento, in particolare, colpisce: nel report del 2018 (quello che mi raccomandava il mio fedele amico artificiale), non era in quella posizione. Ma è centrale ed è ovvio che ci sia: l'AI impara alla velocità della luce a dominare sistemi chiusi, come il linguaggio, la programmazione, gli scacchi e così via. Noi dobbiamo diventare dei maestri dell'apprendimento flessibile, intuitivo, orientato al presente e futuro anziché al dominio del passato, allo stocastico anziché al ripetitivo. Altrimenti siamo finiti. Ma questo non è nuovo: ne parlavo nel 2019 nel mio intervento TEDx.

Queste competenze saranno fondamentali per il successo dei lavoratori in un mondo in cui le macchine sono in grado di svolgere compiti di routine. E sono meta-competenze, non competenze tecniche.

Sviluppare competenze tecniche

Ciò non significa che le competenze tecniche siano da buttare, anzi. Dal momento che l'intelligenza artificiale giocherà un ruolo fondamentale nel futuro del lavoro, è importante che i lavoratori della Generazione Z sviluppino competenze tecniche che saranno, comunque molto richieste. Sempre secondo il "The Future of Jobs Report" del WEF, le principali competenze tecniche che saranno richieste includono la programmazione, l'analisi dei dati ed ovviamente l'intelligenza artificiale.

Quello che è fondamentale notare in questo caso, però, è che ad essere centrale non sarà tanto la verticalizzazione di uno specifico linguaggio o sistema tecnico, quando la capacità di "pensare a livello tecnico". Il punto è semplice: se il codice lo scrive una macchina, ha senso imparare la sintassi, oppure imparare a spiegare alla macchina cosa fare? Certo, il codice va conosciuto per sapere quali sono possibilità, limiti ed estensione delle richieste che si possono fare, ma è possibile che cambieranno ad una velocità tale, che "sposarsi" con una propria competenza non funzionerà come era per i nostri genitori.

Non a caso, il 2023 è l'anno in cui nasce la professione dell'AI prompt writer. Vai a spiegarlo a tua zia al prossimo Natale, ti sfido.

I punti 1 e 2 sono correlatissimi: il secondo ha senso solo nel "frame" del primo.

Concentrarsi sull'intelligenza sociale

Se non altro per farsi passare l'ulcera quando anni di studio verranno vanificati da un software gratuito su internet.

Scherzi a parte; sle competenze tecniche sono importanti, è anche essenziale che i lavoratori della Generazione Z (e mica solo loro, ma forse per loro c'è ancora speranza) sviluppino competenze di intelligenza sociale. Non solo emotiva: sociale. Man mano che le macchine diventano sempre più capaci di svolgere compiti di routine, le competenze umane come l'intelligenza emotiva e quella relazionale (che per Howard Gardner sono le due facce dell'Intelligenza Sociale) diventeranno sempre più importanti. Secondo Harvard Business Review, competenze come l'empatia, l'autoconsapevolezza emotiva e la capacità di gestire le relazioni saranno molto richieste in un futuro guidato dall'IA, se non altro perché l'IA non è in grado di farlo - almeno finché non supererà il test di Turing. Per sviluppare queste competenze, i lavoratori della Generazione Z dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di partecipare a workshop, leggere libri o cercare opportunità di mentorship. [davvero, ChatGPT? Leggere libri? E' tutto qui quello che sai fare?]

Collaborare con le macchine

Charles Dickens veniva parlato a parole. Per questo Oliver Twist è un boccone indigeribile, pieno di descrizioni pedisseque e pedanti. Se Charles Dickens vivesse oggi, il 99,9% di quelle parole sarebbero scritte da un'IA.

Con la crescente integrazione dell'IA nel mondo del lavoro, è importante che i lavoratori della Generazione Z imparino a collaborare con le macchine [se non altro perché quando le macchine prenderanno il controllo, saranno clementi con gli umani collaborazionisti. Ma non vi dirò se questa frase l'ha scritta ChatGPT, o FVP]. Daugherty e Wilson, autori di Human + Machine, evidenziano come, almeno allo stato attuale, diverse attività saranno appannaggio esclusivo dell'essere umano ed altre della macchina. Ma c'è un'ampia zona grigia, di attività "ibride", in cui la macchina può complementare l'umano, o viceversa.

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Credits: Human + Machine - Daugherty and Wilsin

Per prepararsi a questo, i lavoratori della Generazione Z dovrebbero concentrarsi sullo sviluppo di competenze trasversali ed "uniche" come il lavoro di squadra, la comunicazione e la leadership, ma anche esporsi ad occasioni di collaborazione con "le macchine". Dovrebbero anche cercare opportunità di lavorare su progetti che coinvolgono l'IA e collaborare con colleghi che hanno esperienza nel settore.

Collaborare con le macchine?

La collaborazione con le macchine è un'abilità cruciale che i lavoratori della Generazione Z devono sviluppare in un futuro guidato dall'intelligenza artificiale. (scritto da ChatGPT sembra una minaccia).

A parte gli scenari futuribili previsti da Daugherty e Wilson, ci sono però tre esempi pratici e specifici di come una persona - non solo della GenZ - può già oggi collaborare con le macchine per migliorare la propria produttività ed efficacia sul posto di lavoro:

  1. Utilizzare di strumenti basati sull'intelligenza artificiale per l'automazione dei compiti: I lavoratori possono utilizzare strumenti basati sull'intelligenza artificiale, come chatbot e assistenti vocali, per automatizzare le attività di routine e liberare il loro tempo per attività più complesse e a valore aggiunto. Ad esempio, sistemi di IA come i chatbot già oggi velocizzano i tempi di risposta e di ricerca nella customer base, liberando tempo per interazioni più complesse che richiedono empatia umana e capacità di risoluzione dei problemi.
  2. Integrazione dell'IA nei progetti di squadra: un'altra area di collaborazione è quella di integrare l'IA nei progetti di gruppo per migliorare la collaborazione e la produttività. Ad esempio, un team di marketing può utilizzare algoritmi di apprendimento automatico per analizzare i dati dei clienti e generare informazioni utili per le campagne. Il team può quindi utilizzare queste informazioni per prendere decisioni basate sui dati e migliorare le proprie attività di marketing. Oppure, imparare a scrivere prompt per farsi suggerire opzioni di automazione di flussi di lavoro con PowerApp o altri strumenti analoghi, creando in pochi minuti flussi automatizzati che avrebbero prima richiesto ore di studio - e per qualcuno, sarebbero stati ostrogoto.
  3. Collaborare con sistemi basati sull'intelligenza artificiale per migliorare le prestazioni. Tutte le professioni che hanno e dovrebbero usare i dati per migliorare il proprio approccio, ma non lo fanno con facilità o volentieri - come ad esempio i commerciali - possono beneficiare enormemente dell'IA. Ad esempio un addetto alle vendite potrebbe utilizzare strumenti basati sull'intelligenza artificiale per analizzare i dati dei clienti o le informazioni reperibili online per preparare degli insight di vendita, o conoscere il customer journey, migliorando così le proprie percentuali di successo. Oppure, può fare come ho fatto in questo articolo: usare ChatGPT come co-autore di un articolo.

In conclusione

ChatGPT ci tiene a dare un messaggio a tutti i lettori umani.

Tuttavia, è importante notare che la collaborazione tra esseri umani e macchine deve essere affrontata con cautela per garantire che l'IA sia utilizzata in modo etico e in modi che integrino, piuttosto che sostituire, le competenze e le abilità umane.

Non vogliamo Skynet, ecco. Ma al di là di questo, l'opportunità per ognuno di noi è evidente. Non possiamo pensare di entrare nel mondo del lavoro, ma nemmeno di restarci per uno, due o tre decenni, ignorando la rivoluzione dell'IA. Possiamo restare sulla cresta dell'onda, oppure subirla.

Chi è nella Generazione Z sono sicuramente ben posizionati per prosperare in un futuro dominato dall'IA, ma devono essere proattivi nello sviluppare le giuste competenze e conoscenze, senza sedersi sugli allori del "ma tanto lo farà la macchina" - che porterebbe ad una progressiva atrofia delle nostre capacità cognitive e creative.

L'apprendimento continuo, lo sviluppo di competenze tecniche, l'attenzione all'intelligenza emotiva e la collaborazione con le macchine saranno fondamentali per il successo in un mondo guidato (dominato) dall'IA.

Lorenzo De Grandi

Co-Founder and President at Choralia Formazione a prova di Business

1 anno

Proprio oggi si parlava di AI con un cliente e l’opinione diffusa è che atrofizzeremo il cervello. Dipenderà tutto da spirito critico e pensiero analitico, se invece abdichiamo a rigore e approfondimento perderemo in apprendimento

Alessandro Lombardo

Business & Communication Trainer and Consultant, Professional Actor

1 anno

"Noi dobbiamo diventare dei maestri dell'apprendimento flessibile, intuitivo, orientato al presente e futuro anziché al dominio del passato, allo stocastico..." (cit. di chi? 🤔) in tutti gli ambiti... perché che gli algoritmi l'abbiano vinta sulla seconda parte è palese ormai da tempo... Forse sarebbe utile lo capissero anche le istituzioni preposte alla formazione dei nostri figli...

Daniele Tagliabue

CFO | Executive MBA | Strategia Finanziaria | Trasformazione Digitale

1 anno

Fede, articolo profondo e come già dici, con orizzonte 3 - 5 anni. Quando computer quantico prenderà piede, si potrà riprodurre ogni logica umana. Ci sarà chi è in grado di programmare AI e credo alla fine anche fargli simulare quelle che sono le emozioni o intelligenza emotiva, leggendo nel testo e interpretando emozioni sottostanti. E quindi l’uomo che fine fa? Forse dopo tempo, l’abilità manuale riprenderà piede.. fino a che quella AI non verrà messa in entità umanoidi.. una fantascienza che per ora sembra poter essere sempre più realtà. Ps: complimenti a tutti e 2:)

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