A che serve?

A che serve?

Il titolo riporta ad una domanda che dovrebbe essere interpretata prima che affrontata. “A che serve?” potrebbe significare “che ci guadagno” ma anche “qual è il valore aggiunto” oppure “come possono queste strategie realizzare il mio obiettivo”. Sono tutte considerazioni che possono essere racchiuse in questo “a che serve”. La risposta, ovviamente, come ogni domanda, che presuppone una strategia, non è univoca non è scontata e merita un ragionamento iniziale. 

Per rispondere a questa domanda bisogna allargare lo scenario, capire cosa ruota attorno al mondo dentistico per coniugare le nostre esigenze al mondo di oggi.

Il mondo del dental è cambiato negli anni, come tutto del resto. Oggi ci si ritrova a lavorare di più per guadagnare di meno. Con una forte competizione. I margini di qualche anno fa sono ormai nel mondo dei ricordi e dunque bisogna cambiare atteggiamento. Bisogna adeguarsi ai tempi perché ogni cambio, prima che essere una novità, è un’opportunità. E le opportunità oltre ad avere dei rischi hanno anche dei guadagni. Perché riuscire a leggere, prima e meglio, il presente ci porta in pole position. Dandoci un vantaggio competitivo importante.

Cos’è cambiato negli ultimi anni, l’avvento di internet ad esempio, l’iper-specializzazione, una sponsorizzazione sempre più ramificata e capillare, la gestione dello studio che porta al suo interno l’uso di diverse figure. Tutto ciò ha rivoluzionato il mondo odontoiatrico e conseguentemente tutta la filiera, portando dietro una riduzione dei margini e una diminuzione dei guadagni.

Questo mette a dura prova la professionalità di un dentista che si è trovato catapultato su di un terreno a lui sconosciuto dove ormai la competenza clinica, benché fondamentale, non risulta essere abbastanza. Anzi, al suo interno devono essere inserite competenze di tipo manageriale, economico, gestionale e relazionale. Perché i clienti sono diversi, sono più informati, o pensano di esserlo, e questo condiziona enormemente il lavoro dei professionisti.

Allora entrano in gioco le consulenze. Servono? Costano? Perché farla. Una consulenza è semplicemente la richiesta ad un esperto su qualcosa che non si conosce appieno.

Ritornando, quindi, alla prima domanda: “a che serve”. Abbiamo due strade, continuare ad andare avanti cercando le risposte dentro di noi e risparmiare il costo di una consulenza con il rischio di affidarci al nostro “naso” oppure sondare il campo, capire cosa significa “consulenza dentistica”, e prendere spunto da chi “questa cosa” la fa di mestiere. Non saprà estrarre un dente ma, ad esempio, saprà leggere un bilancio.

 Costano. Sì le consulenze costano ma sono spese o investimenti? Le due parole sono diametralmente opposte. Una spesa non ha un ritorno mentre l’investimento sì e spesso più di quanto abbiamo speso.

Allora per avere un assaggio di quello che è la consulenza dentistica e soprattutto per capire a cosa serve ho il piacere di segnalare l’evento, che si terrà a Padova, il prossimo 21 novembre, in cui si parlerà di come aumentare i margini con una corretta gestione finanziaria.

A presto. 

Enrico Baletti


Muthaiya Panneer Selvam

Regional Director I S&OP I IBP I MRP I Capacity I Production & Fine Planning I Warehouse I CIP

5 anni

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