Chi definisce la qualità di una domanda?
Il brano che state per leggere è stato tratto dal libro Comunicazione Strategica - Le origini del Metodo O.D.I.® del Prof. Luca Brambilla - ed. FAG.
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Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte. (Oscar Wilde, 1854 – 1900)
Abilissimo nel formulare paradossi per dissestare i luoghi comuni della società perbenista del suo tempo, Wilde assolve ogni domanda dall’accusa d’indiscrezione e l’attribuisce piuttosto alle imbarazzanti verità che talvolta le risposte rivelano. Qualcosa di simile dice il proverbio: domandare è sempre lecito, rispondere è cortesia.
Tocca all’interrogato evitare di dire cose indiscrete. Tocca a lui capire, secondo la qualità della domanda, quanto dire e come dirlo. È chi risponde che deve riconfermare o meno il livello a cui arriva la domanda. Se risulta indiscreta la domanda: scusa, ma tu quanto guadagni?, ci si può sottrarre al gioco tralasciando risposte esaustive e modificando il contesto con una risposta del tipo: mai abbastanza, purtroppo; oppure: qualche euro in più del necessario.
Lo scenario proposto da chi domanda può essere confermato o modificato da chi risponde. Questa è una delle strategie dei diplomatici: domande che vorrebbero ottenere affermazioni o negazioni, o che contengono insinuazioni, possono essere respinte attraverso una risposta che si fondi su un differente presupposto.
Se poi volessimo del tutto evitare domande che possano indurre risposte indiscrete e imbarazzanti, dovremmo in teoria vivere in modo tale da non doverci vergognare di nessuna verità che ci riguarda. Siccome questo è praticamente impossibile, perché è incompatibile con la nostra natura imperfetta, possiamo solo contare sulla comprensione degli altri, quindi sulla qualità delle relazioni che abbiamo instaurato. Nel modo del lavoro si dice: solo chi non fa niente non sbaglia mai: quando si commette un errore lo si riconosce apertamente e ci si impegna per porvi rimedio, chiedendo aiuto agli altri, se occorre.
Chi interroga è comunque responsabile della qualità delle sue domande. Ancora Oscar Wilde diceva: solo le buone domande meritano buone risposte.
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