Chi sei veramente?

Chi sei veramente?

La cosa brutta di certi malesseri, di certi stati d’animo, di certe malattie, è che ad un certo punto ci dicono cose di noi che non vorremmo sentire.

Ci sussurrano nella coscienza qualcosa che siamo o che potremmo essere, ma in un modo così brutto che ci terrorizza, e finiamo per stare male solo per quelle voci. Si diventa ossessivi quando pensieri intrusivi decidono di dirci cose di noi che non vorremmo, e più ancora diventiamo schizofrenici quando vediamo e sentiamo cose che nessuno vede e nessuno sente.

Ma noi in realtà chi siamo veramente? Lasciamo da parte per un attimo Pirandello o Socrate, che più di tutti se lo sono chiesto, e con loro tanti altri. Adesso pensa a quante volte metti fuori lati di te che non pensavi nemmeno di avere. Ti spaventi perché dici cose che non avresti voluto nemmeno pensare. Ma perché non avresti dovuto farlo? Forse nessuno te l’ha detto mai, ma quanti più personaggi di te riesci a mettere in scena sul palcoscenico della vita, tanto più bravo o brava sei e tanto più pieno di successo sarà il tuo presente.

Si diventa depressi, voglio lo sappia bene da ora in poi, quando si esprime una personalità rigida e si ha paura di cambiare. Quando non riesci a essere bambino per esempio, perché ti vergogneresti di te, o quando non riesci a smettere di fare cose cui sei abituato o abituata in qualche modo, e ti condanni alla prigione del tuo carattere.

Ma d’altro canto le maschere sono anche pericolose se non sai usarle bene, perché fingono, e lo sanno fare con maestria, rendendoti ipocrita. E se tu non mantieni il tuo stile mentre le indossi, loro ti tradiscono e ti fanno essere ciò che rappresentano per tutti, non ciò che tu sei. Impara a pensare invece che dietro ogni maschera c’è una storia, e in quella storia l’emozione di qualcuno o di te che si nasconde appena dietro la maschera perché ha paura di farsi vedere, temendo il giudizio del mondo.

Ma dimentichi un particolare: temi il giudizio di qualcuno che indossa una maschera pure lui per nascondere la sua di fragilità e provare a farsi accettare da altri ancora. Dunque non vedrai mai se veramente sul suo viso c’e’ quello sdegno che ti fa paura. Dunque perché attribuirglielo già? E comunque, quand’anche ce l’avesse? 😉

Riflettici su!


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