Chiediti se sei felice
Vi siete mai chiesti quale sia la definizione di successo? Chi è per voi la persona affermata?
A chi pensate quando sentite questi termini?
Non esiste naturalmente una definizione di successo, perché è strettamente personale, però io vorrei farvi riflettere su qualcosa di propriamente diverso, proverò quindi a darvi una mia concezione che potrete o meno condividere ma che spero vi farà riflettere.
Partiamo da una ormai famosissima citazione, un “topos” direbbero alcuni, la quale è stata per anni utilizzata da tantissimi “Siate affamati”.
Vi siete mai fermati a ragionare su queste due parole?
Affamati di cosa intanto?
· Di denaro?
· Di fama?
· Di potere?
Di felicità direi io senza mezzi termini. La felicità diceva un bellissimo film che ho visto qualche anno fa, “è reale solo quando condivisa”. Condivisa con chi allora?
Con tutti coloro che hanno permesso che quella felicità esistesse, colleghi, famiglia, amici.
Nella nostra vita, possiamo decidere due strade:
Costruire o distruggere.
Purtroppo però, il male si propaga sempre più velocemente e facilmente del bene. Cosi basta un torto, una cattiva risposta, un’umiliazione e si crea una frattura difficilmente sanabile. Invece, il rispetto reciproco, l’imparare a creare relazioni, l’essere equilibrati nella propria vita, impiegano molto a dare i propri frutti ma generano armonia. Quando non c’è armonia con chi si ha intorno, non esiste successo che tenga, ma c’è qualcosa di ancora più profondo da scavare.
Infatti per generare questa armonia con gli altri, dobbiamo prima imparare a conoscere noi stessi, capire cosa il proprio io desidera realmente, imparare a dedicarsi del tempo per ascoltarsi.
Chiedetevi a fine giornata “cosa mi fa alzare dal letto felice, soddisfatto della mia vita?”
Sapete rispondere a questa “banale” domanda?
Dice Sun Tzu nell’arte della guerra che un generale può danneggiare il proprio esercito in tre modi:
· Non conoscere la situazione e far avanzare le proprie truppe;
· Non conoscere l’Arte della guerra e prendere il comando;
· Non conoscere l’Arte delle manovre e dirigere operazioni militari;
Ora trasliamo il discorso e immaginiamo che noi siamo allo stesso tempo generale ed esercito. Quando non ci conosciamo, quando rifiutiamo di conoscerci, di ascoltarvi, di affrontare i nostri drammi e paure, il primo nemico di noi stessi, siamo proprio noi; possiamo scontrarci, pensare di aver vinto, ma alla fine dei conti non saremo mai felici.
C’è chi sceglie la carriera, chi la famiglia, chi convive con ambedue. Non importa. L’importante è fare quello che rende felici e pieni di sé. Allora e solo allora potremo dirci persone di successo.