#chiusuredomenicali.                           La scelta di non lasciarsi alternative

#chiusuredomenicali. La scelta di non lasciarsi alternative

Nel corso degli ultimi mesi, la notizia del progetto del governo italiano di porre dei limiti all'apertura domenicale delle attività commerciali, ha scatenato una forte e corale opposizione da parte dei soggetti coinvolti e delle associazioni di settore. Per contro, un preoccupante silenzio ha caratterizzato il resto della società civile, che sembra aver subito il fascino dell'immagine bucolica e nostalgica di una domenica assolata nell'Italia degli anni '60, in famiglia, in casa o al parco, nel quale lavorare non era un'opzione, nè tanto meno fare shopping.

Eppure siamo tutti consapevoli che si tratta di una pura illusione. Tralasciando considerazioni in merito ai temi occupazionali e produttivi, già ampiamente trattati in svariati articoli da figure ben più autorevoli, è stato perso di vista un concetto fondamentale: non siamo più negli anni '60.

La nostra società è molto più complessa rispetto al passato, con esigenze, desideri, opportunità e aspettative diverse: la comunicazione in tempo reale, la ricerca dell'esperienza, la visione del tempo come risorsa da investire, lo smartworking, il desiderio di servizi personalizzati e disponibili all'occorrenza... Fanno parte di noi, per chi più e per chi meno, del nostro modo di essere ed agire. Ma è anche il risultato dello stile di vita contemporaneo, dove il sabato e la domenica diventano momenti da pianificare in tempo e qualità, nei quali poter fare acquisti, svolgere delle attività, passare del tempo con la propria famiglia, fuori e dentro casa.

Il settore commerciale ha recepito queste istanze, le ha fatte proprie, e cerca costantemente di rispondere alle esigenze di quelli che sono i suoi potenziali clienti, ovvero noi tutti, offrendo servizi, opportunità, scelte che prima non esistevano. Badiamo bene: non si tratta di obblighi ma di opportunità. Chiedete a chi si occupa di gestione di centri commerciali se prevede che il numero di ingressi ad un centro aumenti o cali in una bella giornata di sole con una temperatura mite: calano, senza dubbio! E' lì che nasce l'opportunità di offrire qualcosa di diverso, che vada incontro all'esigenza di chi al parco non vuole andare o che vorrebbe investire il proprio tempo in qualche attività differente, tra la gente. Tutto ciò crea una straordinaria vitalità, oltre che posti di lavoro e investimenti, e non ci impedisce di andare al parco a goderci il sole.

Nei centri città il commercio è da sempre la linfa vitale di strade e piazze, è strumento di sicurezza e socialità, occasione di incontro e di relax. Ma è nelle periferie che il ruolo degli spazi economici è ancora più rilevante, essendo una (rara) occasione di vitalità urbana all'interno di un contesto delicato e frammentato, dove le possibilità di investire il proprio tempo in maniera utile e piacevole si riducono sensibilmente (tema posto nel corso dell'ultima legislatura e rapidamente marginalizzato).

Ma allora questo progetto è un errore?

In molti risponderebbero subito sì, ma personalmente non ne sono del tutto sicuro. Un "errore" è il risultato di scelte sbagliate compiute senza l'obiettivo di conseguire un determinato risultato, ma in questo caso la finalità sembra molto chiara: convogliare tutta questa energia, questo desiderio, queste esigenze (che non dimentichiamo hanno contribuito a dare nuovo respiro e dinamismo al settore commerciale italiano), verso altri spazi, verso altri strumenti e altre opportunità capaci di soddisfare l'italiano del giorno d'oggi.

Stiamo parlando, ad esempio, dell'e-commerce, che sicuramente trarrà vantaggio dalla chiusura delle attività commerciali nel giorno di maggior disponibilità di tempo libero, in particolare di chi lavora nel corso della settimana, o dei social network, nel quale l'occasione di socialità è sempre più facile e a portata di mano rispetto alle modalità più tradizionali. Una manna dal cielo per alcuni, un impoverimento inutile per le nostre città (come se ce ne fosse bisogno). Ma d'altra parte, se questo è l'obiettivo, la scelta è corretta. Mi domando piuttosto se sia anche quella giusta.














Vitaliano Tosoni

Business Developer presso BMS Progetti e Responsabile BMS Lab

5 anni

Per gi scenari descritti questa mattina da USB al Real Estate and Financial Summit di questa mattina a IlSole24Ore, in cui l'intero settore è destinato a vivere una fase di contrazione, le decisioni del governo avranno un impatto ancora maggiore sul mercato retail.

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