Cipolla rossa di Tropea
Caratteristiche
In Italia esistono innumerevoli varietà di cipolla, la “Cipolla Rossa di Tropea Calabria” però, pur non essendo la più coltivata, è senza dubbio la più rinomata per le sue caratteristiche qualitative che la distinguono, e soprattutto per il valore storico e culturale ancora oggi vivo e presente sia in cucina che nelle manifestazioni folcloristiche.
Per la produzione della "Cipolla Rossa di Tropea Calabria" sono idonei tutti i terreni sabbiosi o tendenzialmente sabbiosi, di medio impasto, a tessitura franco –argillosa o limosa che corrono lungo la fascia costiera o che costeggiano fiumi e torrenti, di origine alluvionale che seppur ghiaiosi non limitano lo sviluppo e l’accrescimento del bulbo.
I terreni costieri sono idonei alla coltura della cipolla precoce da consumo fresco , quelli di aree interne, di natura argillosa e franco-argillosa sono adatti alla cipolla tardiva da serbo.
Oggi come allora, la cipolla rossa è presente negli orti familiari come nelle grandi estensioni , nel paesaggio rurale, nell’alimentazione e nei piatti locali delle tradizionali ricette.
Come si ottiene
Le operazioni di semina per la "Cipolla Rossa di Tropea Calabria" vengono effettuate a partire da agosto, direttamente in vivaio, in campo o in contenitori alveolari.
Il trapianto si effettua da ottobre a gennaio per la cipolla precoce e gennaio/marzo per la tardiva, quando le piantine nel vivaio hanno raggiunto 15 cm di altezza e 4-5 foglie.
Per la produzione del cipollotto si pratica indifferentemente la semina diretta, il trapianto di semenzali o quello di bulbi dell’annata precedente accuratamente conservati, posti a dimora nel terreno da agosto in poi.
I sesti di impianto in funzione del terreno e della tecnica colturale variano da 4 -20 cm sulla fila a 10 – 22 cm nell’interfila con densità variabile da 250.000 piante ettaro a 900.000 piante ettaro , quest’ultima con 4 bulbi per foro ad attecchimento definitivo.
Tra le ordinarie operazioni colturali si ricorre all’irrigazione variabile in funzione dell’andamento pluviometrico e del tipo di terreno.
Successivamente alla raccolta i bulbi dei cipollotti devono subire l’eliminazione della tunica esterna sporca di terra, la spuntatura delle code a 40 cm e quindi essere posti in cassette disposti in fascetti.
Per la cipolla da consumo fresco i bulbi privati dalla tunica esterna vengono sottoposti all’eventuale taglio delle code se superano i 60 cm e poi riuniti in fasci di 5-8 kg e posti in cassoni o cassette.
Per la cipolla da serbo i bulbi vengono deposti in andane sul terreno coprendoli con le stesse foglie e lasciandoli un tempo variabile da 8 a 15 giorni per farli asciugare, far acquisire compattezza, resistenza ed una colorazione rosso vivo.
I bulbi una volta disidratati possono essere scollettati o, mantenendo le code, destinati alla produzione di trecce.
Nel maggio 2012 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di modifica del disciplinare di produzione della denominazione “Cipolla Rossa di Tropea Calabria” IGP.. il tradizionale ortaggio calabrese, conosciuto per la tenerezza dei bulbi, la dolcezza e la particolare digeribilità.
Le modifiche richieste riguardano il metodo di ottenimento e sono relative: alle modalità di spuntatura delle code dei bulbi con l’inserimento di un taglio variabile, anche per la cipolla da consumo fresco; alle modalità di preparazione del prodotto al confezionamento al fine di permettere maggiore flessibilità nella scelta delle dimensioni delle confezioni e far fronte alle nuove esigenze del mercato in materia di packaging.
La proposta di modifica è stata accolta il 18 marzo 2013.
La storia
Diverse fonti storiche e bibliografiche attribuiscono l’introduzione della cipolla nel bacino mediterraneo ed in Calabria prima ai Fenici e dopo ai Greci diffondendosi in quel tratto di costa tra i mari “lametino” e “viboneto” che va da Amantea a Capo Vaticano, come testimoniato da Strabone (64 a.c.-24 d.c.) ne "La Geografia" libro 6° e da Aristotele (384 a.c.-322 a.c.) in "De Repubblica" libro 7°.
Ben apprezzata nel Medio Evo e nel Rinascimento, considerata principale prodotto dell’alimentazione e dell’economia locale veniva barattata in loco, venduta ed esportata via mare in Tunisia, Algeria e Grecia.
Citazioni si rilevano negli scritti dei numerosi viaggiatori che arrivano in Calabria fra il ‘700 e l’800 e visitando la costa tirrenica da Pizzo a Tropea, parlano delle comuni Cipolle Rosse di Tropea.
La Cipolla rossa di Troppa Calabria si diffonderà con maggiore impulso nel periodo borbonico, verso i mercati del nord Europa, diventando in breve ricercata e ben apprezzata così come raccontano G.Valente e Marafioti, Barrio, Fiore in "Studi sulla Calabria" di Leopoldo Pagano (1901), che riferisce pure sulla forma del bulbo e delle rosse bislunghe di Calabria ed i primi ed organizzati rilevamenti statistici sulla coltivazione della cipolla in Calabria riportati nell’Enciclopedia agraria Reda ( 1936 – 39).
Le caratteristiche merceologiche uniche che hanno conferito notorietà al prodotto a livello nazionale e soprattutto il valore storico e culturale nell’area considerata ancora oggi vivo e presente nelle pratiche colturali, in cucina, nelle quotidiane espressioni idiomatiche e nelle manifestazioni folcloristiche, hanno reso il prodotto stesso oggetto di imitazioni e contraffazione della denominazione.
A tal fine si sono iniziate le procedure per l’ottenimento della IGP che si è concretizzata nel marzo del 2008.