CITIUS! ALTIUS! FORTIUS - INSIEME
In questi Giochi Olimpici di Tokyo - dopo 127 anni - è cambiato anche il motto olimpico: al Citius!Altius! Fortius! adottato dal Comitato Olimpico sin dalla sua fondazione nel 1894, è stata aggiunta la parola Communiter – insieme - a riconoscere il valore unificante dello Sport e della solidarietà.
E mai, come quest’anno, lo sport ha contributo a promuovere valori di fratellanza, unione ma anche di orgoglio e appartenenza, soprattutto in un momento in cui sul piano sociale sono spesso emerse divisioni, egoismi e individualismi. Queste olimpiadi ci hanno dato un’ulteriore dimostrazione che da soli non si vince, non ci si salva, che abbiamo bisogno di impegno e sforzi nella stessa direzione: eventi come questi, proprio per il rinnovato clima di speranza che sanno trasmettere, alimentano in modo istintivo e naturale il senso di appartenenza, lo spirito positivo di emulazione, il senso del sacrificio, veicolando tanti valori condivisi e vissuti anche nella quotidianità dello sport.
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Queste Olimpiadi ci hanno inoltre consegnato un’immagine nuova della squadra olimpica italiana che rispecchia un Paese e una società che sono già cambiati, superando nell'integrazione stereotipi e pregiudizi: a cominciare da atleti nati all'estero o da genitori stranieri, ma anche grazie ai luminosi esempi di emancipazione a livello sociale e personale espressi in piena consapevolezza da parte di alcuni di loro. L’aspetto agonistico e del riscatto hanno fatto da traino compensando la mancanza di un pubblico presente fisicamente. Ma forse proprio per questa mancanza, il pubblico è diventato ancora più vasto e simbolico - anche per gli stessi atleti - che hanno letteralmente sentito gli occhi e il cuore di un intero Paese rivolti alle loro imprese e fieri di esserne così rappresentati. Questi atleti che hanno dimostrato di non mollare mai, regalandoci quella speranza nel gesto eccezionale, nella combinazione perfetta, nella tenacia e nel trionfo del sacrificio. Lo sport quindi come generatore di speranza e soprattutto come scuola di resilienza, mai così importante come in questo momento storico. Resilienza come capacità evolutiva che si apre al cambiamento traendone forza e imparando dall'esperienza, laddove la sola resistenza è invece, ferma, ostinata sulla propria posizione, chiusa.
Un’Italia dello sport che ha scelto di essere unita e compatta, di non invidiare o recriminare ma di agire, osare, correre e vincere. Per poi condividere con gioia i propri successi in una staffetta di entusiasmo ed emozioni.