Come capisco di essere dislessico? I campanelli di allarme della dislessia
Nei primissimi anni di scolarizzazione le prime figure che affiancano i piccoli alunni nello svolgimento dei compiti scolastici sono i genitori.
La pandemia, con i suoi mesi d’isolamento e la Didattica a Distanza ha incrementato di molto la percentuale di genitori che si sono visti coinvolti in misura sempre maggiore nel supporto dei propri figli sul fronte scolastico. Ciò ha permesso a molti di loro di osservare i punti di forza ma anche le eventuali difficoltà che i bambini incontrano nel loro percorso. Queste difficoltà possono essere temporanee – risolvibili nel tempo con l’esercizio – o costituire dei “campanelli d’allarme” di un possibile DSA.
Distinguere una difficoltà temporanea da un Disturbo Specifico dell’Apprendimento
Si utilizza l’espressione “Disturbi Specifici” poiché essi interessano un determinato dominio di abilità:
È fondamentale riconoscere precocemente la presenza di un DSA, in modo da poter intraprendere il prima possibile il giusto percorso di presa in carico del bambino per impostare un potenziamento adeguato e per ridurre, inoltre, la probabilità di ripercussioni a livello psicologico.
Il potenziamento di alcune capacità cognitive può avvenire anche con bambini che frequentano gli ultimi due anni della scuola dell’infanzia.
Non sarà possibile prevenire lo sviluppo di un futuro Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ma si potrà permettere al bambino di potenziare precocemente alcune abilità che costituiscono i prerequisiti fondamentali per l’apprendimento.
Campanelli d’allarme osservabili nella scuola dell’infanzia
Esistono già alla scuola dell’infanzia campanelli d’allarme che possono essere predittori dello sviluppo futuro del DSA, non indicano quindi una certezza.
Queste difficoltà non devono obbligatoriamente essere tutte presenti, ma è necessario osservarne alcune:
Campanelli d’allarme osservabili nella scuola primaria di primo grado
Una delle prime osservazioni che fanno i genitori è che il proprio bambino, in un primo momento, sembra acquisire le nuove competenze insegnate a scuola; ma a distanza di qualche giorno senza esercizio l’abilità è stata dimenticata ed è necessario riprendere da capo la procedura per poter affrontare eventuali esercizi: l’automatizzazione dell’apprendimento non è avvenuta.
Ciò comporta ovvie ricadute sul livello attentivo e di affaticabilità, con una conseguente presenza di reazioni emotive negative ed intense che si manifestano nel momento di esecuzione dei compiti: comportamenti oppositivi, di evitamento, crisi di pianto.
LETTURA
A differenza delle lingue ad ortografia opaca, come l’inglese, l’apprendimento della lingua italiana è più semplice poiché è una lingua ad ortografia trasparente; questo vuol dire che alla maggior parte dei segni grafici (grafemi) corrisponde un solo suono (fonema).
Difatti, una buona percentuale di bambini dislessici mostra una lettura sufficientemente corretta e la caduta che si manifesta maggiormente è quella nella velocità di lettura; pertanto è necessario prestare attenzione non solo alla eventuale presenza di errori di lettura ma anche al ritmo e alla velocità con cui un bambino legge.
Un altro aspetto da non tralasciare è il fatto che solo la lettura a prima vista è indicativa della reale capacità di decodifica del bambino; infatti, solitamente la seconda volta che il bambino legge lo stesso brano procede in modo più sicuro e spedito.
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In questo caso la decodifica è supportata da processi mnestici, i quali permettono di anticipare il contenuto del brano.
Caratteristiche osservabili nel bambino:
SCRITTURA
La presenza di errori ortografici nella scrittura, qualunque sia il compito che il bambino sta svolgendo (copiatura, dettato o scrittura spontanea) va indagata valutando il grado di gravità dell’errore stesso ma anche il ritmo con il quale le complessità ortografiche sono state presentate durante l’attività.
Gli errori più gravi sono quelli fonologici, che vanno a modificare il suono della parola, come omissioni o aggiunte di lettere o sillabe, scambi di vocali o consonanti.
Altri errori sono infrazioni di regole ortografiche come l’uso del grafema h, l’apostrofo, i grafemi omofoni non omografi (le parole con c e q).
Caratteristiche osservabili nel bambino:
CALCOLO
La prima spia a cui bisogna prestare attenzione è la presenza di difficoltà ad apprendere i numeri, ovvero fatica a contare un insieme di oggetti, a memorizzare la sequenza numerica, a memorizzare le tabelline e gli amici del 10, difficoltà ad abbinare il numero al suo segno, non immediata lettura dei numeri con necessità di contare con le dita prima di individuare il numero.
Caratteristiche osservabili nel bambino:
ALTRE DIFFICOLTA’
Seppure non esaustive di tutte le possibili difficoltà che può incontrare un bambino con DSA, abbiamo riportato alcune indicazioni sui segnali a cui un genitore deve prestare attenzione poiché rappresentano campanelli d’allarme facilmente osservabili.
E’ infine importante ricordare sempre che ogni bambino ha le sue peculiarità e le difficoltà non si manifestano per forza tutte o nelle stesse combinazioni.
Contenuti a cura di Laura Chiavaro, psicologa e Tecnico dell’Apprendimento, Laboratori Anastasis