COME CREARE UN MESSAGGIO LINKEDIN CHE FUNZIONA SENZA ESSERE SPAM
REGOLE BASI PER SVILUPPARE UN MESSAGGIO LINKEDIN CHE FUNZIONA SENZA ESSERE SPAM
In questo sottocapitolo impareremo a sviluppare in modo efficace messaggi incentrati sulla generazione di lead che permetteranno di:
Regola base 1: inserire sempre il nome
Pensavo fosse abbastanza scontato ma spesso mi arrivano ancora messaggi generici nei quali il mittente non si prende neanche un minuto per modificare il nome della persona alla quale sta scrivendo. Sarà banale ma ricordati sempre di personalizzare il messaggio inserendo il nome del destinatario.
Regola base 2: perché lo stai contattando
Se in una email la ragione per la quale una persona dovrebbe aprire e leggere il testo sta nell’oggetto, in una chat LinkedIn le prime due righe saranno fondamentali perché permetteranno di comprendere, in pochi secondi, se si tratta di un messaggio interessante o meno.
Non è certo con frasi di circostanza, ambigue o in cui si dichiara di essere “felice di entrare nel suo network” che attirerai la sua attenzione.
Regola base 3: tu o lei?
Sicuramente espressioni come Egregio, Spettabile, Gentile, Onorevole, Esimio, Magnifico, oltre a suscitare ilarità, stanno perdendo efficacia essendo fuori contesto. Detto questo, non esiste un tono perfetto, io appartengo alla vecchia scuola e preferisco dare del lei alle persone con cui non ho mai avuto un primo contatto.
Prenditi del tempo per pensare a che tipo di tono di voce si sposa meglio con il tuo brand.
Regola base 4: sequenze lunghe o brevi?
Abbiamo una certezza: nel primo messaggio non possiamo superare i 300 caratteri perché LinkedIn impone questo limite.
Dai test che abbiamo svolto possiamo dire con certezza che nelle sequenze successive un messaggio perde di efficacia se supera i 600 caratteri e risulta inefficace se supera i 900. Noi cerchiamo di non superare i 500 caratteri nei follow-up successivi, facendo particolare attenzione alle prime 30 parole. Questo perché la mente immagazzina informazioni e cerca di capire dalle prime parole se sono informazioni utili o spazzatura.
Regola base 5: formattazione del testo
La formattazione del testo è tanto importante quanto lo è il contenuto del messaggio. Perciò ricorda di inserire uno spazio nel tuo testo dopo ogni periodo, prediligi virgole ed elenchi puntati.
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Regola base 6: tono di voce Il tono di voce è il modo in cui un brand esprime la sua identità attraverso le parole. abbiamo 4 tipologie di tono di voce: i toni freddi (burocratico; istituzionale);
i toni neutri (professionale; onirico);
i toni caldi (colloquiale; amichevole);
i toni colorati (ironico; aggressivo).
Regola base 7: call to action
Concludi sempre con una domanda. Puoi usare le domande aperte, che permettono al tuo interlocutore di rispondere liberamente, e le domande chiuse, che cercano di condizionare la risposta dell’interlocutore.
Ad esempio esordire con una frase del tipo: “Lei concorda che...” ti mette in una posizione di forza. Siamo in una conversazione tra professionisti e spesso questi “giochetti” non sono ben visti agli occhi dei più esperti. Cerchiamo quindi di creare delle call to action che possano portarci ad avere un dialogo con il nostro interlocutore senza forzarlo a dirci subito ‘sì’ o ‘no’. Ricordiamoci sempre che non stiamo facendo pesca a strascico.
Regola base 8: allegati
Non inserire allegati non richiesti, e soprattutto alle brochure in allegato preferisci sempre un link o una landing page pensata per le tue conversazioni.
Oltre a queste regole base ce ne sono altre che possiamo definire “avanzate”.
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