Come fare una pianificazione del patrimonio finanziario

Come fare una pianificazione del patrimonio finanziario

Conosco la tua paura più grande, il futuro.

So che stai pensando a come pianificare meglio il tuo avvenire, ma sono anche consapevole che probabilmente non sai da dove partire.

Al fine di pianificare il tuo patrimonio finanziario è importante consultarti con un consulente patrimoniale, che ti possa guidare verso tutte le fasi più importanti del processo.

Ma quali sono le fasi più rilevanti per la una corretta pianificazione finanziaria del tuo patrimonio?

In fase di consulenza, ti domanderò:

  •        Quali sono i tuoi bisogni e quelli della tua famiglia – ad esempio fare intraprendere un percorso di studi prestigioso ai tuoi figli, acquistare una seconda casa o una villa di villeggiatura, o per esempio creare un programma pensionistico;
  •  Quali sono le tue esigenze – ad esempio come fare per avere una rendita costante derivante dalla gestione del tuo patrimonio per poter quindi vivere sfruttandola;
  •        Quali sono i tuoi obiettivi a breve, medio e lungo termine – ad esempio il raggiungimento di una serenità finanziaria dal momento in cui finalmente entrerai in pensione.

In un secondo momento del nostro colloquio, il mio interesse sarà quello di comprendere lo stato del tuo patrimonio, per definire il nuovo piano di investimento.

È importante che io abbia piena conoscenza degli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi di investimento etc.) e le dinamiche del portafoglio consolidato, ovvero i tuoi investimenti fatti fino ad oggi, affinché le nostre operazioni strategiche finanziarie, costruite con attenzione insieme, possano avere successo.

Da cosa è costituito il tuo portafoglio consolidato?

Solitamente, un portafoglio consolidato può essere costituito da:

  •        Denaro
  •        Valori immobiliari
  •       Partecipazioni societarie
  •        Opere d’arte
  •        Auto storiche
  •        Etc

Quindi possiamo dire che il portafoglio consolidato è costituito da tutti gli asset patrimoniali, dove la liquidità è una parte, in alcuni casi predominante, invece in altri casi una parte minoritaria.

Ad esempio:

Se decidi di vendere un immobile, in quanto tempo pensi di riuscire a venderlo?

Qual è il suo valore reale?

Queste sono le domande che dovresti porti, in quanto il tempo ed il prezzo ricavato non sono certi.

Invece se decidi di vendere titoli finanziari, lo puoi fare sempre e contestualmente conosci il prezzo.

La parte liquida, rispetto ad altri asset, ha due caratteristiche: prezzo certo e realizzo immediato.

L’asset liquido è costituito da obbligazioni, azioni, cash, fondi alternativi, fondi di investimento, certificati, ecc.  

Tutti gli asset quotati sui mercati regolamentati sono liquidi, diversamente gli asset quotati sui mercati non regolamentati, sono illiquidi.

Fanno eccezione solamente alcune operazioni, come ad esempio il private equity.

Che cosa è il private equity? Sono fondi chiusi in cui le società di gestione, dopo aver raccolto i capitali attraverso molteplici investitori, avranno la facoltà di scegliere le società in cui investire.

È importante che però tu sia a conoscenza del fatto che se scegli questa tipologia di investimento, ne avrai un ritorno soltanto dopo diversi anni.

Come facciamo a verificare il buon andamento del piano d’investimento?

È importante definire un benchmark per permettere un monitoraggio, al fine di verificare over o under performance e comprendere, in entrambi i casi, le motivazioni.

Un altro aspetto da valutare è il costo della gestione, comprendendo le singole voci perché anche il Ter (Total expense ratio) impatta sul rischio.

Cosa è importante fare nella costituzione di un asset?

Nella costituzione di un asset è importante ottimizzare il rischio/rendimento del portafoglio consolidato, fare fronte ad improvvise opportunità/crisi e prevedere flussi di cassa nel breve periodo.

Il concetto di rischio/rendimento è molto diverso se si cambia l’orizzonte temporale da breve termine (12 mesi) a lungo termine (5-10 anni).

La pazienza insieme alla capacità di non farsi coinvolgere emotivamente in relazione all’andamento dei mercati finanziari è essenziale.

Molte volte vi sono alcuni clienti che diventano euforici quando i mercati sono ai massimi, e così si fanno prendere dalla smania di acquistare. Ma nel momento in cui i mercati toccano i minimi, si deprimono e optano per la vendita.

Il mio ruolo di consulente, in questi momenti è di offrirti un valore aggiunto, invitandoti ad acquistare quando i mercati sono scesi e al contrario, invitarti ad alleggerire quando i mercati hanno corso molto.

 Sarei un pessimo professionista se subissi l’emotività del mercato e non meriterei la tua fiducia.

Le reazioni emotive hanno un elevato costo.

Una corretta diversificazione e stima del rischio sono due driver importanti, ma non sono tuttavia sufficienti perché il profilo delle asset class e del portafoglio subisce cambiamenti nel tempo.

Nelle fasi di ottimismo(euforia) dei mercati finanziari, la volatilità scende, invece nelle fasi di pessimismo(panico)di quest’ultimi, la volatilità sale.

La compressione dei tassi di interesse implica l’assunzione di maggiori rischi per il raggiungimento degli obiettivi finanziari.

Ad esempio in questo momento storico vi sono molti Paesi che hanno tassi negativi (Bund a 10 anni -0,54!).

Inoltre, non sempre la diversificazione bond/equity funziona, alcune volte vi è una correlazione, come ad esempio è avvenuto nel mese di marzo, quando sono scesi contestualmente bond e equity.

Attraverso la scomposizione in fattori di rischio si perviene ad una maggiore chiarezza del rischio totale del portafoglio.

Le correlazioni tra i fattori di rischio sono più basse e più stabili delle correlazioni tra le asset class.

Fra i rischi ricordo quello relativo alla crescita economica, all’inflazione, al rischio credito, ai tassi reali, alle commodity, e ai cambiamenti normativi.

Il Var del portafoglio è una misura sintetica del rischio che misura la massima perdita potenziale che il portafoglio può registrare in condizioni normali di mercato in un determinato orizzonte temporale.

È importante sapere che lo stesso portafoglio all’aumentare della volatilità, aumenta il rischio di probabilità degli eventi estremi, rispetto invece ad una volatilità contenuta.

In sintesi, un portafoglio adeguatamente diversificato è una buona base di partenza, ma è comunque vulnerabile all’asimmetria delle correlazioni ed ai rischi di «coda» generati dalla transizione ai regimi di alta volatilità.

Il rischio di portafoglio maggiore è nella fase di transizione dal regime di bassa volatilità al regime di alta volatilità.

Il controllo del rischio assoluto del portafoglio e la ricerca di «rendimento», implica che i temi socio-ambientali non possono essere più ignorati, in quanto:

  •        L’obiettivo di conservare e trasferire il potere d’acquisto del patrimonio nel tempo implica conservare la qualità della vita.
  •        La compressione corrente e futura dei rendimenti è un’opportunità per arricchire l’utilità dell’investimento come rendimento + sostenibilità, piuttosto che «compensare» investendo in strumenti/strategie particolarmente sensibili a fronte di eventi sistemici.





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