Come le città possono contrastare la solitudine

Come le città possono contrastare la solitudine

C’è un paradosso: viviamo e vivremo sempre più in città, eppure è proprio nelle città che le persone soffrono di più la solitudine. Ci sono però sempre più progetti che cercano di favorire la nascita


Ciao! Questa è la terza puntata di Future4Cities, la newsletter settimanale di Will Media che ci accompagna alla seconda edizione del festival delle città che cambiano che si terrà a Milano dal 28 al 30 novembre 2024. 

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Oggi parliamo di un tema che sarà anche al centro di uno dei premi che assegneremo durante la seconda edizione di F4C, cioè la riscoperta e la riqualificazione degli spazi urbani come luogo di incontro, aggregazione e socialità. È un tema che non è sempre al centro dell’agenda, ma è di importanza cruciale per rendere le città più vivibili e per migliorare la salute mentale di chi vive in contesti di grandi centri urbani. 

Di riqualificazione degli spazi urbani parleremo nella terza giornata del festival, sabato 30 novembre (puoi prenotarti qui per partecipare), quando premieremo anche i progetti più innovativi che rientrano nella categoria Città da immaginare e, in particolare, assegneremo il premio speciale Harley&Dikkinson “Costruiamo futuri migliori”. Ne parleremo meglio in questa puntata, intanto vi ricordiamo che le iscrizioni per partecipare agli eventi del festival sono aperte e tutti gli eventi sono gratuiti!

Le iscrizioni sono aperte e tutti gli eventi di Future4Cities sono gratuiti: qui il programma completo e le iscrizioni

🙄 Il paradosso della solitudine

Dal 2008, per la prima volta nella storia, la maggior parte degli esseri umani vive in città ed entro il 2050 il 66% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. L’urbanizzazione di massa e il conseguente svuotamento delle campagne che si sono realizzati a partire dal secolo scorso, ci hanno portato a vivere in luoghi in cui fisicamente siamo tutti più vicini. Ma dove – paradossalmente – è più probabile provare sensazioni di solitudine e abbandono. Un recente sondaggio del World Economic Forum su base mondiale, ha mostrato che vivere in luoghi sovraffollati come le città aumenta la percezione di solitudine fino al 38%. E questo effetto non varia anche dopo aver tenuto conto di una serie di fattori, come l’età, il sesso, l’etnia, i livelli di istruzione e l’occupazione. Ma da dove arriva questo senso di solitudine?

Ad alimentarlo sembrano essere diversi fattori. Uno di questi riguarda una scelta di vita, più o meno obbligata, cioè quella di abitare da soli. Ad oggi 1 italiano su 3 risulta all’anagrafe come “famiglia monopersonale”, cioè è solo. Inoltre, in base a una rielaborazione del Sole24Ore sui dati dell’ultimo censimento ISTAT della popolazione, in Italia ci sarebbero circa 8,5 milioni di persone che vivono da sole

Diverse analisi evidenziano come un certo stile di vita urbano molto improntato al lavoro e alla competizione implichi ritmi serrati e poco compatibili con una vita di coppia o di famiglia. A supporto di questa tesi già uno studio del 2010 aveva mostrato che per chi vive in aree urbane il rischio di sviluppare uno stato d’animo caratterizzato da ansia, senso di pericolo o panico è del 21% più alto rispetto agli abitanti delle zone rurali. Ne avevamo parlato anche in questa puntata del nostro podcast Città, proponendo insieme al prof. Giulio Buciuni la definizione di “città cannibali”.

Come ha affermato all’interno di una lunga intervista l’economista ed editorialista Noreena Hertz, autrice del libro “Il Secolo della solitudine”, per poter esistere una comunità ha bisogno di infrastrutture, di luoghi e spazi fisici per condividere; e così diminuire i sentimenti di solitudine. Spazi in cui i cittadini possano incontrarsi, stare insieme e, in questo modo, creare relazioni che possano contribuire a ricreare un senso di comunità. 

Ne avevamo parlato anche con Ezio Micelli, docente di economia delle costruzioni presso l’Università IUAV di Venezia in questo episodio del podcast Città: le nostre città sono spesso ricche di luoghi commerciali (come ristoranti, bar, centri commerciali, negozi, ecc) ma risentono di mancanza o scarsa manutenzione di luoghi gratuiti che possano favorire la socialità, come piazze, strade pedonali e aree verdi. Proprio la presenza di aree verdi, secondo la stessa ricerca prima citata del World Economic Forum, diminuisce del 28% le probabilità di sentirci soli in ambienti urbani.

Di solitudine e senso di appartenenza in città abbiamo parlato anche in questa puntata della newsletter Chiaramente, in cui parliamo di benessere mentale al lavoro. E cercheremo di capire come le città possono diventare più accoglienti per i lavoratori nella puntata del podcast Troppo Poco, con la nostra Luna Esposito e Biancamaria Cavallini, in uscita giovedì 14 novembre.

🔋 Un progetto per dare energia alla socialità in città

È con l’obiettivo di dare impulso all’aggregazione in città che Harley&Dikkinson – partner di questa edizione di Future4Cities – ha di recente lanciato il progetto CentopiazzeHD. Comprende un sistema di interventi integrati di rigenerazione urbana di iniziativa privata e punta a riscoprire la dimensione della piazza come simbolo e luogo di incontro e di scambio, per incrementare la fiducia e il supporto reciproco tra le persone, sviluppare un senso di comunità e prendersi cura dello spazio pubblico. 

Harley&Dikkinson è una società di consulenza che si occupa principalmente di riqualificare ed efficientare gli edifici e migliorare il benessere delle persone che vi abitano. Il progetto CentopiazzeHD si basa sulla volontà delle imprese partner di Harley&Dikkinson di dedicare parte delle risorse ricavate dagli interventi di riqualificazione energetica dei condomìni per la realizzazione o la rigenerazione di piazze in un raggio di circa 400 metri (10/15 minuti a piedi) dai condomini interessati dalla riqualificazione energetica. Un’iniziativa privata, quindi, che verrà messa in atto insieme ad altri soggetti del territorio, che individueranno insieme i luoghi di intervento.

Il progetto CentopiazzeHD non prevede solo la riqualificazione delle piazze ma anche l’istituzione di una figura di community manager, cioè una persona dedicata a un determinato quartiere che sostiene l’incontro e la convergenza tra i cittadini e tra organizzazioni attive in ambito sociale, culturale e sportivo. Il compito del community manager è quello di far emergere i bisogni e le richieste dei cittadini di fronte agli attori locali, promuovere la nascita di nuovi servizi nel quartiere e organizzare attività di socializzazione di quartiere, dando quindi vita alle piazze riqualificate durante il progetto CentopiazzeHD. 

Infine, il progetto prevede lo sviluppo di un’app gratuita chiamata Loqal tramite la quale i cittadini potranno entrare in contatto con il community manager del proprio quartiere. L’app faciliterà l’accesso ai servizi locali, la possibilità di usufruire di convenzioni con i servizi aderenti e il lancio di iniziative promosse dal community manager

Il progetto CentopiazzeHD sarà al centro di uno dei premi che assegneremo durante la seconda edizione Future4Cities. In particolare, durante il pomeriggio di sabato 30 a uno dei progetti che abbiamo mappato nell’ambito delle trasformazioni urbane sarà elargito il premio speciale Harley&Dikkinson “Costruiamo futuri migliori”, che assegneremo proprio in partnership con Harley&Dikkinson


🌇 Le città che stanno dando nuova vita alle piazze

In Italia e nel mondo ci sono già alcuni casi di rigenerazione e riscoperta di luoghi di socialità come piazze, strade o aree verdi. Uno dei modi in cui lo stanno facendo è attraverso l’urbanistica tattica, una strategia che nasce dall’idea secondo cui i cittadini riprendono il proprio spazio in piazze, strade e in generale luoghi prima non dedicati all’interazione sociale. Sottraendoli alle macchine, strade e parcheggi possono diventare spazi colorati in cui giocare a ping-pong, leggere, giocare, lavorare, o bere qualcosa in compagnia.

Gli interventi di urbanistica tattica sono piccoli, snelli, poco costosi e soprattutto replicabili: diventano quindi strumenti agili per garantire e migliorare l’accessibilità e la qualità della vita in città perché pensati dalla comunità che abita quegli spazi (ecco perché vengono spesso definiti come un metodo “bottom-up”, cioè che parte dal basso).

In Italia ci sono diversi esempi di città che stanno usando l’urbanistica tattica per creare luoghi di socialità tra cittadini. Una di queste è Milano, che attraverso un progetto del Comune, chiamato Piazze Aperte, sta usando l’urbanistica tattica per pedonalizzare alcune piazze, strade e incroci, trasformando luoghi prima dedicati alle auto in aree di svago. Altri esempi simili sono quelli di Reggio Emilia, con la piazza Popol Giost, Bologna con ad esempio via Milano e piazza Scolastica, e anche Sassari con il progetto Fronte Mare e Bari con il Quadratum

In giro per il mondo ci sono esempi simili a quelli italiani. Alcuni di questi riguardano in senso stretto l’urbanistica tattica, come ad esempio il Parks and Recreation Division di Detroit (Stati Uniti), il progetto Agora Maximus di Montreal (Canada), e Esto no es un Solar di Zaragoza (Spagna).

Altri esempi sono ancora più rivoluzionari, nel senso che hanno convertito intere strade o piazze prima utilizzate principalmente dalle automobili in luoghi di aggregazione sociale. Uno degli esempi più rivoluzionari è quello di Parigi, che ha trasformato la trafficata via espressa George Pompidou nel Parc Rives de Seine, restituendo le rive del fiume Senna ai cittadini. 

Un altro esempio è quello di Barcellona, che con la strategia dei cosiddetti superblocchi ha rivoluzionato la mobilità cittadina pedonalizzando decine di incroci cittadini, con l’obiettivo di ridurre le emissioni, migliorare la qualità dell’aria, diminuire l'inquinamento acustico e creare nuovi spazi dove le persone possono socializzare con gli altri residenti del quartiere.

Tra l’altro, l’ideatore della strategia dei “superblocchi” di Barcellona, l’urbanista e psicologo Salvador Rueda, sarà uno degli ospiti di Future4Cities: in particolare sarà con noi nel pomeriggio di sabato 30 novembre per l’episodio live del podcast Città, in cui parleremo con lui di come Barcellona ha liberato lo spazio pubblico. 

🗓️ Future4Cities: sono aperte le iscrizioni agli eventi!

Mancano 22 giorni al festival, che avrà un programma bello ricco: tre giorni di incontri, talk, workshop, podcast live e show, sempre gratuiti e aperti. Il programma completo è disponibile sul sito, ma intanto vi segnaliamo qualche highlight

  • Giovedì 28 novembre: Sguardi sulla città. Una serata a teatro, prospettive diverse per esplorare cosa sono le città oggi. Insieme a Mario Calabresi, Riccardo Haupt, Francesca Bria, Guido Maria Brera, Elena Granata, Andrea Bariselli, Valentina Picozzi, Roberto Cingolani e Giuseppe Genna.
  • Venerdì 29 e sabato 30, mattina: Città da progettare. In queste due mattinate si terranno tanti workshop con voci esperte dei saperi e professioni legate alle città: urbanistica e architettura, soluzioni naturali e comunicazione, attivismo e sviluppo economico locale, inclusione ed eventi.
  • Venerdì 29 e sabato 30, dal pomeriggio alla sera: Città da immaginare. Talk, dati e gamification per pensare insieme le sfide della città del futuro, in dialogo con figure come l’urbanista Salvador Rueda, l’architetto Mario Cucinella, la presidente di Giovanna Melandri, l’ex assessore alla mobilità di Valencia Giuseppe Grezzi, la co-founder di Roma Diffusa Sara d’Agati, l’economista Giulio Buciuni. Ci saranno i nostri podcast live, come Città con Paolo Bovio e Stefano Daelli, e Globally, con Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti. Sveleremo i progetti vincitori del premio Future4Cities 2024 e ci saranno momenti di spettacolo tra cui “Come suona una fotografia – edizione speciale Future4Cities” di Mario Calabresi. 

📷 Come suona una fotografia, edizione Città: omaggio a Gabriele Basilico

Ci sono fotografie capaci di segnare un’epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. E anche di definire l'idea che abbiamo di una città.

In questo monologo sonorizzato live, Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, racconta le esperienze e le emozioni fermate su pellicola da Gabriele Basilico, maestro della fotografia urbana in Italia, morto nel 2013.

Appuntamento a sabato 30 novembre, ore 19:30, Superstudio (via Tortona 27).


Insomma, non vediamo l’ora e vi aspettiamo. Per questa mail è tutto, ci sentiamo la prossima settimana! 


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