Come nasce un progetto di storydoing per la comunicazione territoriale

Come nasce un progetto di storydoing per la comunicazione territoriale

Come nasce un progetto di comunicazione efficace?

Oggi, un anno fa, cominciavo a scrivere il primo articolo del mio primo progetto di comunicazione territoriale. Ancora non sapevo se sarebbe stato efficace, ma stavo facendo di tutto perché lo fosse.

Il progetto si basava su un sistema integrato di marketing, aveva buon budget e buon nome. Si sviluppava su un'analisi attenta di web e contesto offline geolocalizzato, basava la strategia sull'empatia e il coinvolgimento e prevedeva un funnel sostenibile, per quanto semplice. Il nome: Piadina Story, perché il progetto avrebbe trattato la comunicazione del territorio "Romagna" attraverso gli strumenti della narrazione del dire e fare storie.

Storytelling e storydoing, per l'appunto: la piadina si racconta, ma prima deve essere fatta e mangiata.

A sorreggere tutto tutto l'impianto: 23 anni di marketing e general management in multinazionale uniti alla mia seconda avventura universitaria (in corso) in Scienze della comunicazione.

Cos’è lo storydoing? Il coraggio di rialzarsi e raccontarlo.

I 20 e rotti anni di management non passano invano, anche se ammetto di averlo temuto quando sono scesa dal treno in corsa. Ne ho scritto qui, oggi, tra il serio e il faceto. Vieni a leggere, sono certa ti farai due risate!

A 44 anni ho affrontato una realtà spiacevole quanto reale: la mia carriera era finita. Per tornare a lavorare con soddisfazione non mi sarebbe bastato cambiare azienda o ruolo. Non mi sarei più adattata a contesti di cui avevo visto anche le pieghe più nascoste. Avrei cambiato vita e lavoro. Per cambiare avrei studiato, acquisendo competenze nuove e aggiornate. Ed è qui il discrimine.

Un percorso di studi in età avanzata si innesta su un bagaglio di esperienza che amplifica l'efficacia dello studio. Inoltre, tornare a studiare dopo il pantano di inefficienza/incompetenza che spesso connota le realtà lavorative che portano ad esperienze negative agisce come booster per nuove idee. Queste acquisiscono una forza matura, diventano dardi di consapevolezza. E' con questa consapevolezza che ho studiato materie come semiotica, geografia della comunicazione, sociologia. Ogni esame andava a calibrare sempre meglio la mia cartuccera.

Studiavo che dire è fare: che le persone vogliono sentirsi coinvolte veramente nei racconti che ricevono.

Riuscivo finalmente a vedere un'alternativa a quell'orticaria dilagante che prende milioni di lavoratori in contesti pieni di sticker colorati
"FEEL THE DIFFERENCE"
e che si ritrovano a vivere esperienze lavorative standardizzate,
tutte con lo stesso puzzo di stantio
(se non puzzan di altro...)

Storydoing: passare dal dire al fare. Raccontare esperienze reali, emozionanti. Costruire realtà comuni su cui agire. Produrre in chi legge (o ascolta, o guarda), a fronte della vera esperienza, un reale interesse nel racconto, a tal punto da scegliere di partecipare al racconto stesso.

Perché comunicare il territorio in modo efficace e coinvolgente?

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Il progetto Piadina Story nasce per narrare un territorio molto raccontato, spesso, in modo poco reale: la Romagna.

Per anni la Romagna è iniziata e finita nei 90 km di riviera adriatica. Ma la storia di questo territorio è molto più complessa, come la sua geografia (dai 1600 metri delle cime più elevate, passando per le colline, le distese della pianura, fino alla costa); prova ne sia il proliferare dell'imprenditoria. Le imprese che siano in aree scarsamente raccontate devono investire più risorse per uscire dall'anonimato. Questo influisce anche sull'accedere a buoni candidati da inserire in azienda come anche avvicinare partners commerciali e molto altro.

Una comunicazione territoriale che coinvolga coloro che nel territorio abitano e lavorano, come anche figure esterne, diventa strategica. Stimolando l'interesse e il coinvolgimento delle persone, di fatto, le si rende co-costruttrici del territorio aumentando la responsabilità e la forza creatrice di istituzioni, aziende, persone singole. Rubando le parole al professor Angelo Turco

L'aggiunta del punto di vista locale trasforma l'attività turistica da una dimensione individuale appropriata collettivamente, in una dimensione pur individuale ma appropriata comunitariamente *

Il distinguo tra collettività e comunità è centrale nell'analisi del lavoro dell'eminente geografo, che è stato anche Preside della Facoltà di Arti, turismo e mercati (2012-2015) presso l’Università IULM. Per collettività, infatti, si intende un insieme di soggetti collegati tra loro da una rete di interessi. Mentre la comunità è intesa come un insieme di soggetti che costruiscono relazioni fondate su valori ancorati a un patrimonio culturale ed emotivo condiviso.

Autenticità, passare dal dire al fare: babbo Alcide e mamma Maria

Esattamente quello che il mio babbo Alcide e la mia mamma Maria mi hanno insegnato:

fare con passione, fare bene e trasmettere la passione per ciò che si fa.

Chi ha conosciuto i miei genitori (Alcide Resta è, tra molti miei contatti qui su linkedin, un grande esempio di passione e saper fare) sa che è proprio così. Oggi sono questi concetti alla base di un progetto di comunicazione che, a 6 mesi dalla nascita, lascia intravedere grandi opportunità. Seguimi, ne vedrai delle belle!

*(A.Turco, Turismo & Territorialità, Edizioni Unicopli, Milano 2012, p.83)


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Nadia Giammarco

Giornalista, fotografa, motociclista. Non necessariamente in questo ordine. Scrivo di viaggi e racconto con le foto.

3 anni

Complimenti Elena!

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