Il laboratorio di giornalismo
Ricordo un panel al Festival del Giornalismo di Perugia, forse 3 anni fa, sul tema dell'autorevolezza della stampa italiana. Durante le domande, una donna dal pubblico è intervenuta lamentandosi dell'assenza, in ogni panel presente al festival, di redattori o direttori di testate femminili. Secondo la donna, ex giornalista in pensione, le testate femminili in Italia non erano state in grado di rinnovarsi, raccontandosi e presentandosi al pubblico come interessanti e qualificate non solo per temi strettamente legati alla loro attività principale: parlare di moda, beauty o lifestyle.
Nessuno, di conseguenza, si accorgeva della loro assenza.
A questo aggiungerei un po’ di pregiudizi e preconcetti (non credo che i mendicanti di campioncini abbiano aiutato): se scrivi di cose da donne su giornali patinati sei bravo eh, ma non troppo.
Ecco perché il lavoro della redazione di Donna Moderna "per far sì che tutti i prodotti legati al brand entrino nell’era digitale" credo sia particolarmente interessante e innovativo. Sia per gli addetti al settore, sia per i lettori.
Il Direttore, Annalisa Monfreda, ne parla qui
ps: la foto del post è la stessa pubblicata da Annalisa Monfreda a corredo del post