Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche: L’autonomia deve riguardare le banche o i banchieri?
<<La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito>> - art.47 della Costituzione.
Introduco il ragionamento di oggi partendo da un dettato costituzionale, alto, nobile e lungimirante, ahimè, al pari di tanti altri, disatteso in gran parte e pertanto causa di infiniti disastri economici, sociali e umani, drammaticamente vissuti nel recente periodo.
Numerosi istituti di credito hanno gestito per anni il fronte “impieghi”, ovvero l’esercizio del credito con molta approssimazione, leggerezza, insufficienza e, forse, finanche in malafede come l’Autorità giudiziaria avrà il compito di accertare.
Come definire altrimenti l’esercizio del credito – di tutela costituzionale – senza garanzie o, come si usa dire, a babbo morto?
Crediti, beninteso, classificati per diversi anni fra gli attivi di bilancio, quando invece, da subito, andavano classificati alla voce “sofferenze” come giustamente rilevato in occasione degli “stress test” disposti nell’anno 2015 dalla Banca Centrale Europea.
Infatti, modificando questa classifica, chiamando i disastri con il loro nome, la solidità patrimoniale degli istituti di credito si è evaporata ed i fallimenti sono diventati lo sbocco naturale ed inevitabile.
La domanda che oggi dobbiamo porci: Con tutto l’armamentario in house che abbiamo – Banca d’Italia, Consob, Guardia di finanza oltre ai controlli interni come il Collegio sindacale, l’Organismo di vigilanza e Internal audit, Società di revisione etc. – c’era bisogno della BCE per apprendere l’esistenza di queste gravi defiance.
Questa sarà la prima risposta che la comunità civile, il risparmiatore truffato o il “Ciccillo Cacace” qualunque potrà ragionevolmente attendersi dal lavoro della neo costituita Commissione Parlamentare d’inchiesta?
Intervento del Presidente della Repubblica “Sergio Mattarella”
La firma alla promulgazione della legge in commento per la costituzione della Commissione Parlamentare da parte del Presidente della Repubblica – Sergio Mattarella – è stata preceduta da una sorta di alert o raccomandazione rivolta ai Presidenti di Camera e Senato attraverso l’invio di apposita missiva, dove tra l’altro si dice testuale:
<<L’eventualità che soggetti, partecipi nell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possono condizionare le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti o di mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento, si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano la Costituzione>>.
Con questo passaggio epistolare, sollecita le alte cariche della rappresentanza parlamentare a porre ogni sforzo per evitare che, il lavoro della Commissione diventi un’arma politica fra maggioranza e opposizione finalizzato al mero consenso elettorale.
Conclusioni
Al netto di un equilibrio complicato, alcuni passaggi normativi contenuti nella legge appena promulgata, a cominciare dalla possibilità di indagare anche istituti di crediti non intaccati dalla vicende giudiziaria recenti, con la possibilità di “analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento”.
Insomma, con l’intervento della massima carica Istituzionale si è voluta ribadire l’autonomia della Banca d’Italia, quale organismo di vigilanza e controllo istituzionale scevra da ogni pressione o influenza di Governo.
Iniziativa certamente coraggiosa e condivisibile da non confondere, a mio avviso, con un eccesso di autonomia concesso ai “banchieri” così come ahimè, è successo nel recente passato a tutto danno di migliaia di risparmiatori.
Chi vivrà vedrà e per intanto, così è se vi pare!