Complessità intrinseca e complessità indotta
Continuo con questo articolo il mio viaggio alla ricerca di quella complessità che può essere ridotta a complicatezza.
“Viviamo in un mondo complesso” è un’affermazione sicuramente non falsa, ma è così usata che non si può non chiedersi se non sia, almeno in alcuni casi, esagerata e abusata, quindi se non si tratti di un alibi per non occuparsi di problemi che sono valutati, per comodità, a priori senza soluzione.
Gedankenexperiment
Immaginiamo di avere la necessità di riparare un’automobile, ma di non avere le competenze necessarie per fare questo lavoro.
(Naturalmente la necessità proposta è un esempio tra tanti: qualunque necessità, quando non si hanno le competenze per soddisfarla, sarebbe ugualmente un buon esempio)
Torniamo quindi alla nostra automobile che dispettosamente ha smesso di funzionare.
In uno slancio emotivo decidiamo che non abbiamo tempo di trasportare l’automobile in officina e che vogliamo metterci alla prova come meccanico ed elettrauto “fai-da-te”.
Non essendo preparati, l’unico approccio possibile è costituito da intuizione e tentativi: così iniziamo a farci una semplice rappresentazione di come (potrebbe) funziona(re) l’automobile, in quella rappresentazione individuiamo ciò che va controllato e agiamo di conseguenza.
Supponiamo di trovare ad un certo punto un elemento, diciamo il carburatore, che non ci sembra collegato bene: inforchiamo gli attrezzi che abbiamo e in qualche modo correggiamo ciò che ci sembra sbagliato.
Proviamo ad accendere l’automobile: ancora non funziona.
Ripetiamo quindi lo stesso approccio per ogni elemento dell’automobile che, secondo noi, ha un qualche problema e, a modo nostro, lo “ripariamo”.
Dopo ore l’automobile ancora non si accende.
Esasperati ci urliamo “Le auto di oggi sono troppo complesse, ovvio che si guastano ed è faticoso ripararle!”
Rassegnati chiamiamo il carroattrezzi e portiamo l’automobile in officina, dove in mezz’ora ripristinano i danni che abbiamo fatto nel nostro goffo tentativo ”fai-da-te” ed in 5 minuti sostituiscono un sensore e riprogrammano la centralina che aveva bloccato l’avvio a causa di quel sensore guasto.
Considerazioni
L’automobile è un sistema complesso?
Certo: si tratta di un sistema composto da molte parti dipendenti e interconnesse, quindi progettarla e costruirla è complesso.
Dal punto di vista del meccanico o elettrauto che ripara l’automobile, questa è un sistema complesso?
La risposta in questo caso è meno scontata: nella misura in cui il “libretto istruzioni” del meccanico ed elettrauto descrive correttamente le relazioni causa-effetto a cui l’automobile obbedisce, questa si comporta come un sistema complicato. Un esperto è in grado di avere il controllo del comportamento dell’automobile. Solo nel momento in cui il comportamento osservato si discosta da quanto previsto dal “libretto istruzioni” l’automobile si comporta come sistema complesso.
Dal punto di vista dell’inesperto l’automobile è un sistema complesso?
Certo: non avendo conoscenza del “libretto istruzioni” tutte (non solo in parte come per il meccanico ed elettrauto) le relazioni causa-effetto sono note solo a posteriori.
Conclusioni
L’esperimento mentale e le considerazioni che seguono portano a pensare che ogni sistema abbia una complessità intrinseca, quindi ineliminabile pur con tutta la conoscenza a priori che di quel sistema si può avere, ed una complessità indotta da chi quel sistema vuol governare senza conoscerlo.
Tanto più riduciamo la complessità indotta, tanto più spingiamo il sistema complesso a comportarsi come complicato: in questa spinta sta la nostra capacità di controllo.