Conte: potenza di fuoco a salve
Non mi fido assolutamente della, soi dicant, colossale potenza di fuoco annunciata trionfalisticamente da Conte. Anzitutto non si tratta di aiuti alle aziende, nel senso tradizionale del termine, ma molto più banalmente di assai rilevanti linee di credito, ben 400 miliardi, che le banche metteranno a disposizione, con garanzia da parte dello stato al 90%. E già questo implica un notevole rallentamento perchè le banche dovranno obbligatoriamente aprire una istruttoria per accertare il livello di rischio del rimanente 100%. Meglio di niente si dirà. Vero, ma al termine della paralisi produttiva, se vogliamo salvarci è necessaria una rapidissima cura da cavallo. Quella escogitata da Conte mi fa venire spontaneo un paragone con la produzione di energia idroelettrica. Conte ha reso disponibile una grossa diga piena di acqua (i 400 miliardi) che, se immessa nelle condotte forzate a valvole spalancate, produrrebbero grandi quantitativi di elettricità (PIL). Ma se le valvole restano semi chiuse, bloccate da una marea di inamovibili detriti (Burocrazia). la produzione di elettricità è limitatissima. Ecco noi ci troviamo in questa situazione. La prova? Come ripetutamente accennato già esistono 50/60 miliardi già stanziati a bilancio per infrastrutture essenziali (Strade, ponti, porti, risanamento ambientale, termovalorizzatori, trivellazioni in adriatico per estrarre gas e così via). Tutto fermo eppure alcune di queste strutture sono di importanza fondamentale, in particolare per il sud, senza le quali non potrà mai recuperare il gap competitivo con il nord. Basta applicare lo stesso identico approccio attuato da Liguria e Lombardia per la ricostruzione del ponte Morandi (ora ponte Piano) o dell'ospedale di Milano. Occorre spazzare tutta la burocrazia e lavorare avvalendosi di manager altamente qualificati. Ha spiegato come fare ieri sera in TV il Governatore Totti. Conte invece ha rifiutato di considerare una quasi garanzia come Bertolaso per motivi puramente ideologici, di competitività fra pubblico e privato, e di spartizione di potere fra alleati (si fa per dire) di governo. E ancora: per finanziare una forte ripresa non sono necessari 400 miliardi di nuove linee di credito. Basta pagare alle imprese, ciò che è loro dovuto, subito, rapidamente. Parliamo anche in questo caso di 50/60 miliardi di debiti che lo stato italiano deve alle aziende. E il solito Pierino dirà: ma mancano i soldi per farlo! Bene e allora lo stato emetta obbligazioni e si procuri linee di credito da lui garantite per ripagare suoi debiti e rilanciare la ripresa.
Consulente Finanziario Certificato EFA presso FinecoBank
4 anniSembra facile!😉Speriamo bene!🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈🌈