CONTENT CREATOR - ANNO ZERO: OVVERO ALLA SCOPERTA DI NOI STESSI (newsletter nr.0)
Questa è la puntata numero “zero” della serie “CONTENT CREATOR” (siamo tutti creatori di contenuti) e parte alla scoperta di “chi sono” gli aspiranti creatori, quali gli iscritti a questa newsletter. Pensate sia un approccio non convenzionale? Avete perfettamente ragione: ma il metodo migliore per “fotografare” una esigenza è capire a chi interessa per poi sviluppare contenuti adatti al target.
Come ogni approccio non convenzionale non aspettatevi un testo “mordi e fuggi”; prendetevi il tempo necessario per leggere, assimilare, farvi la vostra opinione e, ovviamente, visionate il video allegato (in cui partiremo ad approfondire alcune nozioni base di tecnica fotografica). Il processo di apprendimento si sviluppa nel tempo, con pazienza, costanza e voglia di applicarsi.
Come ogni progetto nuovo, questa newsletter si evolverà nel tempo, anche valutando le vostre richieste, ascoltando i consigli, ecc.
Potete scrivermi: stefano.pastori@blulight.eu – oppure telefonarmi: 342.877.1992
Creatori “in foto”
Nel video allegato si parte dalla analisi di alcuni concetti base di fotografia, informazioni non per “super esperti” ma per quella platea di persone che operano all’interno delle aziende e che spesso si trovano in “difficoltà” davanti a nozioni tecniche non sempre facili da assimilare. Il mio consiglio, a ogni modo, è di leggere la parte testuale di questa “puntata zero” perché ricca di spunti e considerazioni utili.
Fotografia di una esigenza (i numeri)
La pubblicazione “d'invito alla iscrizione” alla newsletter CONTENT CREATOR (LinkedIn) è stata vista 181 volte (dal 29 novembre 2021) e ha generato 93 iscrizioni (al 14 dicembre 2021).
Fra le persone che hanno letto la newsletter, troviamo:
E ancora: Specialista Comunicazioni di Marketing, Venditore, Direttore Esecutivo, Project Manager, Specialista delle Pubbliche Relazioni, ecc.
Le aree territoriali più toccate (iscritti alla newsletter):
Fra gli iscritti alla newsletter - CONTENT CREATOR - troviamo le seguenti professioni:
Direttore Universitario, Strategic Cloud Engineer, Agente di Vendita, Project & Marketing, Inventore/Autore, Artista, Regional Account, General Manager, Co-Founder, Giornalista, Radiofonico, Televisivo, Console, Ceo, Audio Sound Designer, Key account, Direzione Commerciale, Digital Specialist, Direttore Giornale, Comunicazione e Marketing, Digital Innovation, Sales Manager, District Manager, HR Talent Acquisition Process, Consulente in Comunicazione, Segretario Nazionale, Supervisor VFX, Operation Manager, Responsabile Settore Regionale, Team Manager, Marketing Director, Specialista in Marketing Digitale, Direttore Vendite, Fashion Designer, Art Director, Architecture & System Specialist, Photographer, Videomaker, Compositore, ecc.
La tipologia delle aziende iscritte:
La prima considerazione è l’alto interesse dimostrato all’invito alla iscrizione, che ha generato un buon numero di aziende iscritte, intenzionate a produrre contenuti al loro interno (o che già lo fanno).
La seconda considerazione è l’ampia varietà delle professioni svolte dagli iscritti; il che rafforza il concetto: “siamo tutti creatori di contenuti” … o vorremmo esserlo.
Il terzo aspetto è constatare che, nonostante la newsletter sia solo in italiano, ci sono iscrizioni da aree internazionali (Cina, Usa, Argentina, ecc.).
L’ultima nota: anche i “Specialisti in Marketing Digitale” si iscrivono consapevoli che allargare le proprie conoscenze sia sempre un vantaggio.
Quali sono le fasi di crescita di una azienda “Creatrice di contenuti digitali?” Andiamo a scoprirlo partendo con il “numero zero” della Newsletter di CONTENT CREATOR.
LE TRE FASI - INFANZIA, ADOLESCENZA, MATURITA’
Infanzia - ovvero i primi approcci
Pensate a una azienda, in cui la Comunicazione Digitale è assente o sporadica, come a un essere umano che inizia la prima fase della propria esistenza (infanzia) sforzandosi di strutturare e ampliare le capacità comunicative che possiede. In questa parentesi temporale, l’azienda vive la mancanza di esperienza specifica, la non conoscenza degli strumenti di produzione crossmediali (crossmedialità - che utilizza diversi tipi di media), o ancora la difficoltà di comprendere i “nuovi” linguaggi comunicativi “dell’era digitale”. Si aggiunge, spesso, una errata interpretazione degli strumenti di produzione e pubblicazione disponibili sul mercato, sommati a una certa diffidenza su tutto ciò che non si conosce.
In una azienda di nuova costituzione, priva di esperienza comunicativa digitale, i “social” e la “rete” rappresentano spesso una delle primarie opportunità percorribili per farsi conoscere dal pubblico. Un po' come dei “bambini” alla scoperta del mondo che li circonda, le giovani aziende (o le aziende in genere che affrontato eguale processo) cercano d'incanalare i propri messaggi in questo immenso contenitore crossmediale.
Adolescenza - la consapevolezza
Consigliati da LinkedIn
Superata questa prima fase (dopo un periodo di apprendistato), l’azienda si trasforma inserendo al proprio interno (o più spesso sfruttando personale già presente) un “Responsabile della Comunicazione Digitale” che provvederà a incanalare, gestire, armonizzare le esigenze comunicative provenienti dai diversi reparti aziendali coinvolti nel processo.
Alla pari di “un adolescente che affronta il proprio percorso formativo”, le aziende avviano progetti più strutturati, finanziando corsi specifici per il personale ampliandone la conoscenza di base (sia al vertice dell’azienda, sia ai livelli subalterni).
In questa fase, spesso iniziano i primi approcci con Agenzie di Comunicazione, Professionisti della Comunicazione Digitale, ecc. Anche in questo caso, esistono delle criticità non sempre affrontate con i dovuti mezzi.
Adulto - Maturità
Come un adulto raggiunge la maturità comunicativa, attraverso un processo di apprendimento che dura anni, anche le aziende arrivano al traguardo “Digitale” seguendo un percorso a tappe e affinando l’esperienza. È in questa fase che si comincia a capire l’importanza della generazione di contenuti, anche ad uso interno e non solo per il pubblico. Una azienda è sempre e comunque una comunità fatta di persone, interessi, esigenze ed è la principale fonte “gratuita” di contenuti.
A questo livello, si risolvono i principali problemi delle “età” precedenti, operando attraverso alcuni punti fondamentali:
Riflessione: qualsiasi attività di produzione contenuti (auto produzione aziendale) non deve essere affrontata senza strutturarsi adeguatamente perché in caso contrario sarà un processo destinato ad arenarsi in poco tempo.
LA PRODUZIONE DI CONTENUTI CROSSMEDIALI
Perché produrre in modo continuativo contenuti digitali al proprio interno?
Che siano per uso interno, oppure per utilizzo esterno, la capacità comunicativa digitale di una azienda, si misura partendo dal numero di “pillole digitali” prodotte (in modo continuo e strutturato), dalla qualità del materiale pubblicato e dal potenziale d’ingaggio (attrarre pubblico) delle stesse. L’importanza della “continuità produttiva di pillole video” è dedotta dall’analisi del funzionamento dei motori di ricerca, social, e attività varie in rete che premiano la pubblicazione di contenuti (con costanza) nel tempo.
Investire fondi nel proprio posizionamento (SEO) è indubbiamente una arma importante, ma senza mantenere vivo il “fuoco” dei contenuti (produzione), ogni traguardo raggiunto spesso significa incrementare gli investimenti di visibilità per mantenere i benefici ottenuti, mentre un sufficiente numeri di contenuti prodotti e distribuiti in rete in modo “naturale” rafforza la nostra presenza nel tempo amplificando gli effetti di una campagna a pagamento.
Produrre contenuti significa porsi una serie di domande, come ad esempio (in ordine sparso):
Pillole di esperienza
Convinzione errata: “sulla rete bisogna pubblicare video corti perché se no, nessuno li guarda”.
Esempio: video che ho prodotto su YouTube della durata di 1 ora e 52 minuti ottiene 429.632 visualizzazioni (Musica Folk tedesca) - link video
Ragionamento corretto: se un contenuto interessa il tuo pubblico non misurarlo sulla lunghezza ma sull’effettiva capacità di mantenere lo spettatore nel tempo. Considera anche, che a differenza della televisione (almeno fino a poco tempo fa visto che oggi, l’integrazione fra programmi televisivi e applicativi web gestibili dal telecomando è sempre più marcata) in rete molti spettatori guardano i contenuti che trovano interessanti facendo delle pause e continuando la visione (nei giorni successivi) partendo dal punto in cui avevano interrotto. Quindi se leggi le statistiche di YouTube tieni presente questo punto.
Alcuni argomenti della prossima newsletter on-line fra 15 giorni
Se avete domande, argomenti da trattare… lasciate un messaggio, grazie.
Stefano Pastori
Content Creator / Consulente in marketing e comunicazione digitale
Contatto diretto: 342.877.1992