Così Hollywood cerca di ripartire:
tra task force e "effetti speciali"​
Una sala di un cinema. Fonte:Pixabay

Così Hollywood cerca di ripartire: tra task force e "effetti speciali"

di Bianca Damato

Sarà Steven Soderbergh a guidare la task force che si occuperà di far ripartire il cinema e l'industria hollywoodiana, al momento ferma a causa del coronavirus. Il regista è stato nominato dalla Directors Guild of America, il sindacato americano dei cineasti, per individuare un piano che faccia ripartire la produzione. Proprio Soderbergh, colui che aveva previsto e raccontato la pandemia nel suo film di successo del 2011 Contagion, adesso dovrà immaginare la ripartenza. E lo dovrà fare anche in tempi brevi, in quanto si stima che, in questi mesi di pausa, Hollywood abbia già perso miliardi di dollari. Anche il Presidente Trump ha mostrato interesse per l'industria cinematografica, inserendo i cinema nella lista di attività che intende riaprire al più presto, grazie al suo piano di allentamento delle restrizioni diviso in tre fasi. Nello specifico i cinema dovrebbero riaprire nella fase due, quando cioè sarà richiesto di applicare un "protocollo di distanza fisica moderata". In parole povere, secondo Trump, i cinema e i teatri potrebbero riaprire per la fine di giugno ma, al momento, la National Association of Theatre Owners non ha commentato il piano realizzato dalla Casa Bianca.

COME FAR RIPARTIRE I SET CINEMATOGRAFICI

Mentre si parla di riaperture, però, l'attenzione è tutta focalizzata su come far ripartire le riprese, garantendo il distanziamento sociale e la sicurezza per tutti i lavoratori del settore. Il sito di informazione Deadline ha provato a stilare alcune soluzioni che potrebbero essere applicate per le future produzioni post coronavirus, considerando alcune indiscrezioni già trapelate dalla task force. Tuttavia per il momento gli studios si mantengono cauti e parlano di un possibile ritorno sui set a luglio o agosto, considerando che in America i contagi sono ancora alti e la California è ancora in lockdown totale fino al 15 maggio. Il principale problema riguarderà le assicurazioni: è improbabile che queste copriranno le nuove produzioni, per questo motivo a tutti gli addetti ai lavori, attori compresi, verrà chiesto di firmare una clausola che potrà così esonerare la produzione da qualunque responsabilità in caso di eventuale contagio da covid-19. Per quanto riguarda il tracciamento del contagio, è probabile che in ogni set verrà richiesto di effettuare test rapidi su chiunque debba entrare in scena o, ancora meglio, test che individuino persone immuni o che abbiano già contratto il virus. In generale tutti i dipendenti saranno continuamente controllati da un'equipe medica che misurerà la temperatura costantemente e, prima di iniziare la produzione, tutti i lavoratori dovranno seguire dei corsi obbligatori di igiene. Chi allestisce i set e le scenografie non potrà più condividere gli strumenti di lavoro.Nniente più seghe, cacciaviti o martelli comuni, ognuno avrà i propri utensili. Nessuna condivisione anche per quanto riguarda il pranzo: saranno servite porzioni singole e preconfezionate e le pause pranzo saranno sfalsate per evitare gli assembramenti. Tutti dovranno indossare gli strumenti di protezione individuale, guanti e mascherine, con eccezione degli attori che, naturalmente, non possono recitare indossando le protezioni. I bagni non avranno più maniglie, ma solo porte scorrevoli e si dirà addio ai distributori comuni di acqua. Ci sarà poi un team che si occuperà di sanificare il set ogni giorno. Infine si arriva al tasto dolente, le scene intime tra gli attori e quelle affollate. Come realizzarle evitando rischi? I tamponi effettuati dovrebbero consentire in ogni caso agli attori di girare scene intime, ma per gli assembramenti un'ipotesi potrebbe essere quella di adoperare effetti speciali, capaci di ricreare digitalmente un'intera città.

LA RIPARTENZA DI BROADWAY E DEI TEATRI

Un altro nodo cruciale, oltre al cinema, è il teatro. Charlotte St. Martin, la Presidente della Broadway League, il gruppo che rappresenta i proprietari, i produttori, i presentatori e i manager di Broadway, ha annunciato che settembre potrebbe essere il mese giusto per la ripartenza, ma non si sa ancora come. Gli ostacoli sulla riapertura dei teatri sono moltissimi: il pubblico troppo vicino seduto sulle poltrone del teatro, gli attori che recitano sul palco sono troppo vicini e poi i musicisti, ammassati nella "fossa". St. Martin ha annunciato che ben quindici task force stanno lavorando su vari aspetti, per cercare di trovare una soluzione. Ciò che è certo, spiega ancora St. Martin, è che il palinsesto cambierà notevolmente: «Due spettacoli che dovevano iniziare in questo periodo non saranno riprogrammati, altri show sono stati rimandati in autunno, altri sedici invece stanno cercando di non perdere gli investitori, utilizzando gli anticipi per pagare le spese di questi mesi».

Ma l'attenzione su Broadway resta alta, considerando che, ogni anno, contribuisce all'economia di New York con quasi 15 miliardi di dollari e garantisce circa 97 mila posti di lavoro.

Pubblicato su InchiostrOnline


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