Cosa significa che l’acqua è quotata in borsa e cosa sono i Water Futures

Cosa significa che l’acqua è quotata in borsa e cosa sono i Water Futures

Michael Burry è un investitore americano, gestore di hedge fund e medico balzato alle cronache finanziarie poichè nel 2005 riuscì a prevedere la caduta del mercato immobiliare statunitense e conseguì un profitto di quasi il 500% con un'utile di 2,69 miliardi di dollari.

Grazie a un’attenta analisi dei prestiti ipotecari, Burry riuscì infatti ad anticipare il crollo del sistema del 2007, causato proprio dallo scoppio della bolla immobiliare negli USA. Quei prestiti dati a milioni di americani erano difatti mutui ipotecari. Per acquistare case che quelle persone, a ben vedere, non si potevano permettere. Ma per le banche il primo obiettivo non era la stabilità del mercato. Era l’aumento dei volumi, la massimizzazione dei profitti, il segno + sul bilancio trimestrale.

È diventato famoso anche grazie alla “Grande scommessa” il film basato sul libro del giornalista Michele Wise che ricostruisce la crisi finanziaria del 2008. Solo negli Stati Uniti furono bruciati 5000 miliardi di dollari per lo più nel settore immobiliare e pensionistico e persero il lavoro 8 milioni di persone. Nei titoli di coda del film si racconta che Burry, interpretato da Christian Bale, si è ritirato e ha deciso di puntare tutto su unica cosa: l'acqua.

L’acqua è la sostanza più diffusa nell’ambiente: occupa circa il 71% di superficie terrestre. Il 96% delle risorse idriche è composto tuttavia da acque marine, che non sono per tale ragione utilizzabili al pari di quelle dei ghiacciai che rappresentano acqua immobilizzata. Ne consegue che, con la popolazione in crescita e una percentuale bassissima dell’acqua da utilizzare essa diventi a tutti gli effetti un potenziale bene economico, caratterizzato da scarsezza e valore.
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Nell' indifferenza quasi generale, alla fine di dicembre 2020, il Chicago Mercantile Exchange e il Nasdaq – cioè il mercato globale di derivati e il primo esempio al mondo di mercato borsistico elettronico – hanno lanciato sul mercato i Water futures: “contratti che attribuiscono il diritto di utilizzo dell’acqua; si compra oggi al prezzo di borsa e si possono svincolare quando servono, in base alla siccità del periodo o all’acqua di cui si ha bisogno”. 
Il prezzo viene fissato in base al Nasdaq Veles California Water Index.

Così, per la prima volta la risorsa naturale si muta in un asset finanziario. Puntualmente come accaduto al petrolio, al grano o all’oro.

La scelta ha, come tutte le cose, dei pro e dei contro.

A favore della linea della quotazione, alcuni sostengono che in questo modo i produttori agricoli potranno proteggersi dagli sbalzi del costo delle risorse idriche. Teoricamente, l’obiettivo (nobile) è quello di garantire alle aziende che fanno un largo consumo di risorse idriche di gestire il loro rendiconto, rendendo sicuro un prezzo di acquisto. Cosa che scanserebbe i prezzi da eventuali fluttuazioni, monitorando i costi.

Inoltre, secondo gli operatori di Borsa, i futures sull’acqua dovrebbero consentire di controllare la disponibilità della materia prima (quanto meno in California, dove il processo descritto è stato concepito).

Il tutto, in un mercato il cui valore è stimato nello Stato federale americano per un importo pari a circa 1,1 miliardi di dollari.

l contratto future, dunque, quale strumento di risk management, aiuterà le municipalità, le aziende agricole e le imprese industriali a proteggersi dai rischi economici legati alla penuria idrica.

Per tale motivo si dovrebbero acquistare tanti “diritti” sulla base di quanta prelazione si vuole avere sull’acqua che si prevede sarà distribuita.

Per esempio, le previsioni asseriscono che entro il 2025 ci sarà molta acqua di meno disponibile. Questo dovrebbe muovere non solo i classici speculatori finanziari ma principalmente agricoltori ed industriali ad acquistare il diritto di utilizzo di un ammontare di acqua per continuare la produzione nei periodi di siccità.

Il problema, però, è che in caso di spinte speculative, le oscillazioni di prezzo diventano molto ampie. Perfino sul principale dei benei essenziali per l’intera umanità.

La linea contraria alla quotazione, è dunque preoccupata per il motivo che una risorsa di tutti può essere comprata e venduta in borsa e venga addirittura sfruttata per speculazioni finanziarie.

A ben vedere, il rischio della quotazione in Borsa dell’acqua è gigantesco. ONU e diverse Associazioni per i diritti umani stanno pressando affinché la quotazione non sia legata al suo valore intrinseco ma a quanta ce ne può essere o meno soprattutto durante l’anno.

Nel nostro Paese il Forum italiano dei Movimenti contro l’acqua quotata in borsa, ed i suoi undici mila sostenitori, hanno lanciato un invito ad esprimere disappunto alla quotazione in borsa.

“L’acqua – recita l’appello – è già̀ minacciata dall’incremento demografico, dal crescente consumo e inquinamento dell’agricoltura su larga scala e della grande industria, dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici. Se oggi l’acqua può̀ essere quotata in Borsa è perché da tempo è stata considerata merce, sottoposta ad una logica di profitto e la sua gestione privatizzata”.

Domandano altresì di approvare una proposta di legge (attualmente in discussione in commissione Ambiente della Camera) al fine di vietare l’incetta delle fonti d’acqua. La quotazione dell’acqua in borsa, anche in Italia, è quindi per adesso oggetto di polemica.





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Nel frattempo, il prezzo dell'acqua sta comunque crescendo e non unicamente di quella per uso agricolo quotata in borsa, bensì anche dell'acqua che esce dai rubinetti.

Un'indagine del Guardian ha rivelato che tra il 2010 il 2018 il suo prezzo, in 12 città statunitensi, si è accresciuta in media dell’80%. Il risultato e che milioni di persone non riescono a pagare le bollette e restano senza acqua corrente. La situazione è talmente grave che lo stato di New York ha dovuto dichiarare una moratoria sulla sospensione della fornitura per uso domestico.

Una ricerca della Cornell University ha calcolato che se la moratoria fosse stata applicata a livello nazionale si sarebbero potuti evitare quasi mezzo milioni di contagi di covid e almeno 9000 decessi!

Giorgio Priori

Private Equity | Business and R.E. Investments

3 anni

Alberto mi hai fatto tornare in mente la mia tesi di laurea sulle utilities del settore idrico. In effetti ritengo che la quotazione dell'acqua e la privatizzazione, se regolate in modo serio dalle istituzioni, potrebbero essere forse una soluzione contro gli sprechi il consumo e l'inquinamento di questa risorsa.

Adriano Missori, Ph.D.

Associate Data Specialist - UniCredit

3 anni

Grazie Alberto per tale contributo. A mio modesto parere auspicarei la messa al bando dei derivati a scopo speculativo, ma la mia sola voce vuol dire poco sia come opinione sia come valutazione del fenomeno. Auspico che molte voci autorevoli a livello internazionale possano fare qualcosa al riguardo, almeno su una maggiore disciplina delle "regole del gioco". Ciao!

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