Cosa significa davvero essere un Brand?
Molti conoscono ed avranno postato sui propri profili la celebre citazione di Steve Jobs
Stay Hungry Stay Foolish
Molti ne avranno fatto un tattoo sulla pelle, ma sono quasi certo che pochi invece si ricordino e abbiano capito a fondo la risposta che il buon Steve ripeteva in ogni intervista, in ogni riunione, in ogni fase complicata e complessa della nascita, crescita, morte apparente e resurrezione della sua Apple, ovvero che
Brand is Simply.
Brand is Trust
Che tu sia il Ceo di una multinazionale che genera utili superiori ai Pil di moltissimi Paesi, che tu sia un semplice perno della catena di montaggio di una delle più grandi, importanti e immense compagnie mondiali, non dovrai mai dimenticare che farai le tue scelte basandoti sulle tue esperienze pregresse e cercando di ripetere quelle che ti hanno conquistato, quelle che ti hanno lasciato un buon ricordo, quelle che hanno conquistato la tua Fiducia.
Generare dunque fiducia verso gli altri serve a crescere il proprio Brand, che sia quello personale, aziendale o sportivo la regola non muta. Generare fiducia è il primo passo per costruire un senso di appartenenza che ci porterà ad essere scelti, seguiti, apprezzati e coccolati, incoraggiati ed amati aldilà delle categorie di appartenenza nella scala mondiale.
Ed è così che un mercoledì sera in orario aperitivo puoi convincere molte persone di una piccola cittadina a riempire un palazzetto dello sport. Tutti uniti per una qualificazione nazionale della squadra locale di calcio a 5, contro una squadra di un'altra regione, ignorata e probabilmente mai sentita dai tanti presenti e pur meritevole di attenzione e di fiducia da parte dei propri sostenitori. E' tutta questione di fiducia, verità, risultato e senso di appartenenza.
Appartenenza che andrà anche oltre i colori della propria divisa o incarico, se è vero che per tutti la Apple è sarà, è stata e continuerà ad essere per sempre legata al
Brand Steve Jobs
oppure come di recente visto sul terreno del TD Garden, dove Paul Pierce ha scritto una delle pagine più importanti nella definizione di cosa significhi essere un Brand.
Nato a LosAngels e tifoso dei Lakers, il 39enne non poteva chiedere un’ultima volta più felice a Boston, dopo avervi vissuto per 15 annate di grande NBA.
Anni in cui è diventato una bandiera della franchigia più vincente della Lega. A lui i Celtics saranno per sempre grati per essere ad oggi i primi nella graduatoria dei titoli vinti - 17 contro i 16 dei rivali Los Angeles Lakers. Paul Pierce venne eletto miglior giocatore delle Finali 2008 punto più alto di una carriera che fra pochi mesi finirà, in cui Pierce ha tenuto fede al suo soprannome: The Truth, La Verità, un appellativo impegnativo ma degno per chi - in maglia Celtics - ha segnato 22.591 punti.