Coverings molto più che una fiera.
Proprio oggi avrebbe dovuto iniziare il Coverings - The Global Tile & Stone Experience in quel di New Orleans aka NOLA, la fiera del settore ceramico negli USA.
Un appuntamento importante, atteso sia dal lato professionale ma anche per tutto il resto.
Storicamente all’interno del centro congressi, immancabilmente diviso per area di provenienza, spicca su tutte la zona Ceramics of Italy, caratterizzata dall’immancabile piazza punto di ritrovo e fiore all’occhiello della nostre ceramiche.
Sui due lati opposti della piazza ci sono il caffè e il ristorante (italiani ovviamente) dove all’ora degli aperitivi e a pranzo vengono serviti discreti piatti del bel paese. Ma soprattutto vi si può accedere gratuitamente, se provvisti del braccialetto in silicone by Ceramics of Italy (al secolo Confindustria Ceramica).
Sarà il peggiore dei luoghi comuni, ma di solito arrivi in fiera dopo un po’ di giorni già in giro negli USA e vi garantisco che alle 9 dal mattino quell’espresso italiano che esce da una Marzocco o una Faema ha un sapore unico.
Che in pochi secondi lavano via giorni di brodaglia-caffè (caffè americano) in walkie cup.
Poi la piazza è luogo d’incontri, e anche se lavorativamente parlando siamo relativamente nuovi in questa parte del mondo (2016), dopo qualche anno inizi a riconoscere i volti e le persone. E soprattutto qua si parla italiano.
Ma la fiera per chi ancora vive gli USA come noi, ovvero in modalità frontiera, è un’opportunità unica.
Quando mai potrai incontrare direttamente Vice President, CEO ecc... di aziende, potenziali clienti, molto strutturate, che quando ti rivolgi direttamente a loro al massimo di fanno ricevere dal gatto della segretaria?
In fiera, tutto questo si livella, puoi arrivare agli intoccabili e giocartela in un 1 vs 1 dove puoi davvero dare il meglio di te.
Inoltre il Coverings è l’occasione per rivedere tutti o quasi i clienti, senza dover diventare matto e volare o guidare per tutti gli Stati Uniti, investendo caterve di giornate... se va bene sulle infinite strade che collegano le grandi città, se va male piantato nel traffico di Los Angeles dove 10 km diventano 45 minuti (alla faccia degli splendidi inseguimenti da film americano su strade utopisticamente scorrevoli).
Da quando le ceramiche italiane hanno iniziato ad investire forte in America, molti americani hanno diminuito la loro presenza alla fiera per eccellenza del settore: il Cersaie di Bologna. Mentre il Coverings è diventato “the place to be”, per chi vive e lavora dall’altra dell’Atlantico.
Inoltre quest’anno come scritto all’inizio, il tutto si sarebbe svolto in una delle città più eclettiche degli USA: New Orleans!
Dovete sapere infatti che negli anni pari la fiera sí svolge sempre ad Orlando (aka la città di carta), dove se non ti piacciono i parchi divertimenti (biglietto a partire da 100€) o li hai già visitati entra di diritto nella top 10 delle città più tristi e fake di tutti gli Stati Uniti.
Di conseguenza una volta ogni due anni ti capita la città dei parchi giochi, ma negli anni dispari invece quasi per controbilanciare, solitamente si va in città davvero interessanti, solo per citarvi le ultime: Chicago, Atlanta e New Orleans appunto.
Già mi pregustavo il post fiera nel quartiere francese, il jazz nei locali di Rue Bourbon, la cucina creola che incontra quella francese, il Jambalaya, il Crawfish étouffée e via dicendo poi magari ci scappava anche un salto a vedere i New Orleans Pelicans di Zion e del nostro reggianissimo Nicolò Melli.
Invece nulla di tutto questo accadrà. Perché nel frattempo il mondo si è (quasi) fermato, tutto annullato.
Il perché ha un nome e lo conosciamo tutti: Coronavirus.
È arrivato da oriente e pian piano ha stravolto le nostre vite, ci riprenderemo, ce la faremo ma intanto quest’anno tutti a casa e quest’altro anno di nuovo Orlando... ma chissà che alla luce di tutto quello che stiamo vivendo oggi, anche questa amena città, non avrà un sapore migliore.
Direttore generale presso IALC serramenti
4 anniIl Coverings è stato annullato... Anch'io sono relativamente giovane di Coverings (dal 2014) ma mi ritrovo in molto di quello che hai scritto... aggiungendo però se mi consenti una piccola nota. Vero che hai la possibilità di vedere i numeri 1 di grandi aziende, puoi provare a parlarci (molto difficile) ma se hai la fortuna di entrarci in contatto (magari attraverso qualche contatto che li conosce già...) poterci parlare... la falsa democrazia d'ascolto regna sovrana, sono lì per farti vedere che sono forti e con più gente parlano più importanti sono, ma meno ti badano più importanti sono e ricordo veramente pochi incontri del Coverings che hanno avuto un follow up degno di nota... Questa falsa accessibilità, tutti amici, tutti cordiali (anche tra concorrenti) e poi fuori dopo e prima a tirarsi sberle micidiale. Business is Business... si certo... ma quanta ipocrisia. Mi mancano molte cose di quelle che descrivi ma altre come queste un po' meno... anche se non possono negare che adesso non mi dispiacerebbe essere lì. A proposito che ne sarà del Cersaie? Ci sarà? I clienti si sentiranno sicuri a settembre di venire in Italia? Magari ci scrivi un altro post...