COVID-19: misurare la temperatura dei dipendenti all'ingresso in azienda
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COVID-19: misurare la temperatura dei dipendenti all'ingresso in azienda

Le filiere produttive continuano a operare. Tutte le misure igienico-sanitarie dovranno essere implementate al fine di tutelare la salute dei lavoratori che devono necessariamente recarsi sul posto di lavoro.

Alcuni responsabili HR e titolari d'azienda, specialmente nel settore della produzione di beni ci hanno posto la questione: "Posso far misurare la temperatura dei dipendenti per scongiurare contagi del personale?"

Si, si può fare, rispettando determinate prescrizioni.

Il 2 marzo l'Autorità Garante per la protezione dei dati personali aveva fornito una indicazione netta: "no ad iniziative fai da te" per la raccolta di informazioni sui sintomi da parte dei datori di lavoro pubblici e privati.

Tra il due marzo e le più recenti restrizioni imposte dalle istituzioni per la gestione dell'emergenza COVID-19 è stato siglato il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.

Le aziende che possono proseguire le attività produttive devono garantire alle persone che lavorano gli adeguati livelli di protezione. In particolare, il personale potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea per l'accesso alla struttura. Qualora sia rilevata una temperatura superiore ai 37,5° non sarà consentito l'accesso ai luoghi di lavoro.

Le modalità operative per la rilevazione della temperatura in conformità al Protocollo:

A) è necessario individuare i soggetti che si occuperanno di effettuare la rilevazione della misurazione della temperatura, fornendo loro adeguate istruzioni operative: con particolare attenzione

  • al divieto di diffusione delle informazioni di cui verranno a conoscenza(che potranno essere trasmesse esclusivamente all'Autorità sanitaria)
  • garantire la riservatezza del lavoratore durante (e dopo) la misurazione, con specifiche indicazioni operative in caso di isolamento momentaneo dovuto al superamento della soglia di 37,5°

B) il personale dovrà essere informato dell'avvio della procedura di rilevazione della temperatura all'ingresso prima che questa sia avviata.

  • Mediante depliant o cartelli all'ingresso
  • fornendo una informativa conforme all'art. 13 del GDPR (può essere fornita anche oralmente e possono essere omesse le informazioni di cui il personale è già a conoscenza)

C) non registrare/archiviare il dato acquisito, ad eccezione dei casi in cui risulti necessario per documentare le ragioni che hanno impedito l'accesso ai locali al dipendente

  • nell'eventualità di archiviazione dei dati, prevedere adeguate misure di sicurezza per evitare in ogni modo un accesso non autorizzato, la diffusione o il furto delle informazioni.

Operazioni tutto sommato semplici e attuabili in tempi brevi. In questo periodo di emergenza, la tutela degli "altri" diritti fondamentali diversi dal diritto alla salute passano in secondo piano, e apparentamene in molti sono disposti a rinunciarvi.

Ma se possono essere garantiti sia l'uno sia gli altri, perché non farlo? La privacy come ostacolo al contenimento del Coronavirus? Nulla di più falso.

Semplificare le questioni è utile per far capire, a chi non è esperto, i contenuti delle questioni complesse. Affrontare le questioni complesse però, è ben altra cosa.

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