Creare consapevolezza per sconfiggere il cyberbullismo
Il mio piccolo contributo contro il #cyberbullismo, che potete leggere anche sul portale www.cnosfapveneto.it.
Con questo articolo vogliamo aiutare a creare consapevolezza su un fenomeno, quello del cyberbullismo, che presenta ancora molti lati oscuri. E che spesso non viene denunciato da chi lo subisce.
Se ti stai già interessando di cyberbullismo potresti già conoscere i concetti riportati in questo articolo. Aiutaci allora ad aumentare la consapevolezza su questo argomento condividendo l’articolo sui social network, o segnalandolo a qualche conoscente.
IL WEB ESALTA LE POTENZIALITÀ MA ANCHE LE FRAGILITÀ
Il web è un luogo capace di mettere in risalto le potenzialità dei giovani, ma è anche in grado di esaltarne la fragilità. Concorderai con noi sul fatto che il web sia un luogo ricco di rischi ma anche di opportunità. L’invadenza con cui il web, in particolare i social network, sono entrati nella nostra vita, nelle nostre case, trasforma l’identità dei nostri giovani. I social network in particolare fanno da filtro al mondo che ci circonda, nel bene e nel male di questo termine. Filtro che in un attimo si trasforma in lente di ingrandimento capace di enfatizzare la bravata, lo spettacolo, attirando l’attenzione di migliaia di occhi e mettendo al centro della scena la vittima, spesso incapace di gestirne gli sviluppi.
Il web è uno strumento che può essere usato bene o può essere usato male. Ma è soprattutto un luogo che non ha confini, non ha pareti. È trasparente. Tutti possono potenzialmente vedere tutto. L’inconsapevolezza che sia così non riguarda solo i giovani ma anche gli adulti.
SCUOLA E FAMIGLIA SONO COMPLEMENTARI E NECESSARIE
Non giriamo attorno alla verità. Il primo e più importante punto di riferimento è la famiglia. Ma riteniamo che sia necessario creare consapevolezza anche nella scuola e nei formatori, educando alla prevenzione di queste situazioni di pericolo. Perché il web non è un qualcosa di astratto, di intangibile, di effimero, ma è qualcosa di concreto con forti ripercussioni sulle nostre vite e sulle vite di chi ci circonda.
Scuola e famiglia hanno un ruolo fondamentale quindi. Troppo spesso i giovani non vengono educati al confronto e al dialogo. Troppo spesso questi giovani ricorrono alla rete per avere risposte a domande anche profonde sulla propria vita, sulle proprie esperienze, sulle proprie scelte. La rete si trasforma in un grande confessionale, dove i giovani mettono a nudo le proprie paure, le proprie fragilità, affidando ad altre persone, spesso sconosciuti, risposte che necessiterebbero di luoghi e tempi ben diversi da quelli della rete.
Famiglia e formatori devono comprendere il tempo di cambiamento in cui stiamo vivendo e devono saper affrontare i rischi e le incertezze che caratterizzano l’esperienza del web. È inutile negare che molti dei fatti di cronaca che coinvolgono i ragazzi, si svolgono o sono scaturiti all’interno delle scuole. Ambienti dove i giovani si conoscono, fanno gruppo, ma ambienti anche dove facilmente si arriva ad isolare i soggetti più deboli. Ecco perché è importante l’attenzione della scuola e degli educatori affinché comprendano queste dinamiche, le sappiano intercettare, e sappiano aiutare i giovani più in difficoltà.
LA CONOSCENZA È ALLA BASE DELLA PREVENZIONE
Famiglia ed educatori devono avere ben presente quali sono i social network utilizzati, come funzionano, quali sono i rischi nascosti, come funziona la gestione della privacy. Ma possono anche aiutare a creare consapevolezza in coloro che potrebbero essere potenzialmente dalla parte di chi commette la violenza. Non è infatti sempre chiaro il fatto che oltre ad un aspetto etico, entra in gioco anche un aspetto penalistico. Queste persone per la legge stanno commettendo a tutti gli effetti un reato, e sono pertanto passibili di denuncia. Solo nel 2016 sono state 235 le denunce di casi di violenza online nei confronti dei minori. Sono stati segnalati 88 casi di minacce, ingiurie e molestie; 70 furti d’identità digitale sui social network; 42 diffamazioni online; 27 diffusioni di materiale pedopornografico; 8 casi di stalking. Ma i casi non denunciati rimangono purtroppo la maggior parte.
Situazioni che non vanno sottovalutate nemmeno per quanto riguarda l’aspetto psicologico dei ragazzi coinvolti. Giovani adolescenti in pieno sviluppo, che spesso attraversano incertezze sia sul piano emozionale che su quello psicologico. E che possono essere profondamente toccati dai pericoli del web, in grado di amplificare esponenzialmente qualsiasi situazione.
Il cyberbullismo non è altro che la trasposizione digitale di ciò che è rappresentato dal bullismo, niente di più niente di meno. Con l’aggravante dell’amplificazione resa possibile dalla rete e dal fenomeno del nascondersi dietro ad una tastiera.
Le principali esperienze negative fatte in rete riguardano:
- contatti con persone indesiderate
- essere presi in giro
- essere vittime di molestie sessuali
- ricevere insulti
Una ricerca condotta da Microsoft Digital Civility Index in 14 paesi afferma che il 43% degli intervistati ha avuto contatti indesiderati sulla rete, il 41% ha subito molestie attraverso il web. Ma dato ancora più preoccupante, tra gli adolescenti (13-17 anni) oltre il 58% degli intervistati ha affermato di aver incontrato il proprio molestatore di persona. E rimane ancora molto alta la percentuale di coloro che non sanno cosa fare o a chi rivolgersi quando subiscono violenze attraverso il web.
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