CTD #66 - Chi ha scritto questa newsletter?
Connect The Dots #66

CTD #66 - Chi ha scritto questa newsletter?

Sapresti dire se quello che stai per leggere è un testo generato da un’Intelligenza Artificiale?

Sapresti distinguere il prodotto di uno strumento come ChatGPT da un testo ragionato, pensato, scritto tasto dopo tasto da un essere umano?

Da quando la creatura di OpenAI ha monopolizzato i piani editoriali di tantissimi professionisti (del marketing e non solo) la sensazione è quella di essere proiettati di colpo in un sci-fi alla Blade Runner.

A maggior ragione in questi giorni, dopo il lancio di GPT-4 o dopo la lettera aperta di Elon Musk in cui chiede di sospendere per 6 mesi l'addestramento delle Intelligenze Artificiali.

Certo, probabilmente l’echo-chamber in cui sono immerso ha favorito questa mia impressione, ma credo di non sbagliare nel dire che il discorso sulle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale possa essere ragionato in maniera più critica e approfondita.

Non mi interessa prendere una posizione a favore delle migliaia di copywriter e marketer che hanno spaccato le testiere dei propri Mac a suon di "ChatGPT non sostituirà mai un essere umano".

Non mi interessa nemmeno ragionare da puro determinista tecnologico, e dire che ChatGPT & Co. ci stiano traghettando in una nuova era del villaggio globale dove l’essere umano perderà il proprio ruolo centrale nella produzione culturale.

La mia sensazione, che continua ad arricchirsi grazie al confronto col team di Larin, è questa: siamo di fronte alle prime, importanti scintille che innescheranno un cambiamento.

Difficile prevedere come, tantomeno quando, impatterà concretamente sul mondo del business, ma la mia convinzione è che lo farà. In parte, credo sia anche una naturale evoluzione delle cose.

Come potrai leggere nell’articolo qui sotto, il punto non è quindi capire se l’AI ci sostituirà, ma in che modo possiamo attrezzarci per abbracciarla e integrarla nella nostra attività in maniera critica, considerando anche le riflessioni che stanno emergendo nelle ultime ore. (E dico "ci" perché è evidente che, di questo passo, non sarà soltanto il mondo dei contenuti a rischiare).

Proprio nell’articolo abbiamo dato inizio alle indagini per trovare risposta a questa grande incognita: si parte da un bel viaggio alla scoperta delle origini dell’IA, tra realtà e fantasia. 

Avanti tutta!


Alberto Nalin

AD di Larin Group


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Le prime considerazioni sull’intelligenza artificiale risalgono alla prima metà del XX secolo, proprio parallelamente alla nascita del genere della fantascienza.

È così che nascono i primi interrogativi su qualcosa che fino a poco prima sembrava pura fantasia: si può costruire un cervello elettronico? Si può creare artificialmente, da zero, l’equivalente di un essere umano?

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