Cyberwar: hacker o deep-learning?

Cyberwar: hacker o deep-learning?

Mi è capitato recentemente, anzi ho acquistato il film direttamente da YouTube per 2,59 €, di vedere il premio Oscar per il miglior film straniero 2007 “Le Vite degli Altri”.

La pellicola racconta la storia di uno scrittore e della sua compagna, una famosa attrice teatrale, negli anni della DDR Repubblica Democratica Tedesca, stato esistito dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla caduta del muro di Berlino.

Era la Germania Est, legata a doppio filo all’Unione Sovietica, e dove la Stasi, il “Ministero per la Sicurezza di Stato” vigilava su ogni singolo cittadino per assicurarsi che chiunque, artisti compresi, fosse allineato in maniera totale e ortodossa al Pensiero Socialista russo che metteva al primo posto, senza se e senza ma, il bene del partito e dell’ideologia leninista.

A distanza di 50 anni però la storia si è completamente ribaltata, con il leader statunitense Obama che negli anni del suo mandato ha intercettato e controllato diversi leader europei, salvo poi lamentare brogli elettorali per l’attivismo di hacker russi che avrebbero favorito la vittoria di Trump nelle ultime elezioni.

Semplici schermaglie post elettorali, anche perché Trump, così come ha fatto Obama, non potrà fare a meno di investire in cyber-sicurezza ( a capo del dipartimento ci sarà nientemeno che Rudolph Giuliani ndr), il che vuol dire salvaguardare un mercato, quello dello scambio di dati e informazioni fluttuanti in rete, che dopo droga, armi e commercio di essere umani, risulta essere il più fruttuoso per le associazioni criminali.

La cyber security gioca un ruolo fondamentale non solo in politica ma anche nel settore aziendale.

Due le metodologie per difendersi: https://goo.gl/vwyqIt


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