Da Sebastiano a Sebastiano

Da Sebastiano a Sebastiano

Mi chiamo Sebastiano. Mia madre non poté fare diversamente. Il primo maschio di dieci fratelli a portare il cognome Zanolli. Non poteva che andare così. 

Sebastiano, in onore del nonno, una icona per sua moglie Teresa, mia nonna, e per tutti i figli. 

Sebastiano Zanolli, Classe 1895, aveva fatto la guerra, la Grande Guerra, ferito sul Carso era tornato dall'ospedale militare e con due amici, Teodoro Sebellin e Sandro Zarpellon, avevano avuto il coraggio di fondare una manifattura di ceramiche, in un periodo duro, nel 1921. 

Un grande cappello, un omone per i tempi, tanto alto che aveva prestato servizio nei Granatieri di Sardegna, soldati alti e robusti, atti a lanciare granate appunto. 

Imprenditore, soldato e reduce, bravo disegnatore, persona cordiale e generosa diventò per tutti noi, un esercito di nipoti, un eroe.

Le foto che fin da bambino mi mostravano e i racconti che mi facevano, mi parlavano di un uomo attraente, aperto, volitivo.

Come cantava Guccini "gli eroi son tutti giovani e belli”, soprattutto se muoiono presto.

E infatti Sebastiano muore nel 1946, per chissà quale malattia al tempo difficilmente diagnosticabile, e dal quel giorno sua moglie, ogni 20 gennaio, porterà sulla sua tomba un mazzolino di viole.

L’accompagnavo spesso la nonna al cimitero, visto che anche era la data del mio onomastico e mi diceva di come fosse ancora innamorata del nonno e di quanto importante fosse che io portassi bene il nome che mi era stato dato. 

Ho portato il suo nome con un misto di orgoglio e timore, di non essere mai abbastanza capace.

Esiste una foto del “Palazzon”, come era chiamato Palazzo Baccin, in cui si notano dipinti i cognomi dei tre amici.

Mi ha sempre dato i brividi, ora purtroppo non si vedono più.

Ma ho sempre considerato un dono osservare il mio cognome sul muro di un luogo così simbolico per il mio paese, un posto che sfornava bellezza in tempi così lontani dalla modernità di ora.

Mi ha sempre fatto sentire in dovere di continuare, a modo mio, una missione in cui i risultati arrivino a condizione che siano anche belli da vedere, da sentire, da toccare.

Il nostro paese è sempre stato così, fatto da gente che al lavoro, alla ambizione di migliorare e alla fatica ha sempre mescolato l’amore per il bello, per l’estetica, tanto da avere una scuola che lo insegna ancora.

Ora, una mostra proprio a NOVE (VI) celebra quella epopea e quei tre ragazzi che fecero l’impresa.

La mostra si intitola “La fabbrica dei Tosi”, (Toso in veneto è come si indica un ragazzo, una persona giovane”).

Per me è come potere rivedere un pezzo del DNA mio e della mia famiglia, delle famiglie dei soci, persone che adoro ancora oggi, e di tutte quante le persone che hanno lavorato e versato sudore nei forni, nei buratti, nei magazzini e sui tavoli di quel Palazzo, dei designer e artisti che hanno impregnato di creatività tutti quei decenni e persino dei clienti che hanno creduto in loro.

Se amate la ceramica, l’arte, l’imprenditoria, la storia della nostra economia e le storie di caparbietà allora vale la pena di venire a darci una occhiata.


E magari ci si incontra.

Per quello che può valere la mia voce ringrazio il Comune di Nove e il Museo Civico della Ceramica di Nove “Giuseppe De Fabris”, il MIC, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, l’Associazione Italiana Città della Ceramica e dei Musei Alto vicentino e tutti quelli che si sono prodigati per questo omaggio a tre ragazzi che ebbero coraggio.

E in ultima ringrazio il nonno, Sebastiano, che non ho mai conosciuto ma che ha fatto, senza saperlo, così tanto per farmi rimanere dritto sulla schiena.

Da Sebastiano a Sebastiano


Giovanni C.

General Manager | Executive Fractional Manager

6 anni

Anch’io porto il nome di mio nonno. Giovanni Battista lui, graziato dal Battista, solo Giovanni io. In fuga dalla terra su cui ha sempre lavorato lui prima e mio padre poi per i primi 30 anni della mia vita. Ora guardo alla terra e all’agricoltura come un approdo su cui prima o poi troverò la possibilità di tornare. Potere delle nostre radici.

Cappellin Alessia

IKA and Export Sales Manager Verallia Italia

6 anni

Il nostro passato è parte del nostro presente

Domenico Cassano

Retail Management Consulting /Business & Corporate Coach/ Trainer Soft Skills/Coach ACC ICF / Team Development & Coaching

6 anni

Portare il nome e cognome dei nostri nonni può essere o un grande fardello oppure una grande opportunità di esprimersi al meglio per rendere onore ai nostri cari. Ciao Sebastiano, felice giornata!

Alfonso Carbone

My focus on : Thinking Partnership - Coaching Methodology - Training & Communication. Workshops Maker & Author

6 anni

(…) una missione in cui i risultati arrivino a condizione che siano anche belli da vedere, da sentire, da toccare…" / bel modo di pensare, capace di ispirare sentimenti positivi negli altri. (grande Sebastiano). Alfonso

Mi associo ai  precedenti due commenti nel dire ......storia esemplare  dove appunto alla base ci sono semplicità e grandi valori !!!  Come sempre accade con i tuoi scritti ispirazionali ..leggerla rilascia belle emozioni , bei pensieri e riflessioni profonde 

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