Decreto Rilancio: Le misure a sostegno di startup e pmi innovative

Decreto Rilancio: Le misure a sostegno di startup e pmi innovative

Il Decreto Rilancio approda in Gazzetta Ufficiale n.128 del 19 maggio 2020, e tra i suoi  266 articoli , spiccano  finalmente misure a sostegno dell’ecosistema innovazione. Nello specifico l’art.38 intitolato “Rafforzamento dell’ecosistema delle start-up innovative” prevede una serie di azioni per garantire supporto alle imprese innovative. Il primo aiuto presente ai commi 1e 2 dell’art.38, riguarda il potenziamento della dotazione finanziaria della misura Smart&Start Italia, il principale strumento agevolativo nazionale rivolto alle startup innovative ed  istituito dal decreto del Ministro dello sviluppo economico  il 24 settembre 2014 e recentemente revisionato con decreto dal MiSE il 30 agosto 2019 nel “Decreto Crescita” (articolo 29, comma 3, del decreto-legge 34/2019). Il Governo ha previsto un incremento della dotazione finanziaria per il 2020 pari a 100 milioni di euro e ha ampliato la capacità di azione destinando 10 milioni di euro per il 2020 sotto forma di contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi prestati da incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo delle imprese innovative.  La concessione dei predetti contributi, da corrispondere ai sensi del regolamento generale “de minimis” (reg. UE n. 1407/2013), sarà disciplinata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro 60 gitomi dalla data di entrata in vigore del decreto-legge.

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Il comma 3,  prevede invece l’incremento della dotazione del “Fondo di sostegno al venture capital”, istituito ai sensi dell’art. 1, comma 209, della legge n. 145 del 2018, cui sono assegnate risorse aggiuntive pari a 200 milioni di euro per l’anno 2020. In particolare, il comma prevede un intervento straordinario,  attraverso l’incremento della dotazione del “Fondo di sostegno al venture capital”, istituito ai sensi dell’art. 1, comma 209, della legge n. 145 del 2018,  per fronteggiare l’emergenza pandemica a favore di startup e pmi innovative da attuarsi mediante investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, secondo le modalità che saranno adottate con decreto del Ministro dello Sviluppo economico.

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Attraverso il comma 4 il Governo ha previsto che per incentivare la ricerca e sviluppo a supporto del contrasto all’emergenza COVID-19 , nell’ipotesi di  spese per la stipula di contratti di ricerca extra muros, le startup  innovative   insieme alle università e centri di ricerca, concorrono a formare la base di calcolo del credito d'imposta per un importo pari al 150 per cento del loro ammontare, aggiornando di fatto l’art. 1, comma 200, lettera c)  della legge 160/2019.

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Un importante novità è invece prevista nel comma 5 , che proroga di un anno la permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese delle startup innovative di cui all’articolo 25, comma 2, del Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2012 n. 221. Eventuali termini previsti a pena di decadenza dall’accesso a incentivi pubblici e o per la revoca dei medesimi sono prorogati di 12 mesi. Tale previsione e resa necessaria considerati gli effetti negativi per l’economia prodottisi, per il 2020, su tutto il comparto delle startup. Ai fini del presente comma, la proroga della permanenza nella sezione speciale del registro delle imprese non si applica ai fini della fruizione delle agevolazioni fiscali e contributive previste dalla legislazione vigente.

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Il comma 6 riserva un ulteriore plafond di  200 milioni di euro aggiuntivi al Fondo di garanzia Pmi a favore delle startup innovative. Attraverso il rifinanziamento del Fondo, per un importo di circa  4 miliardi di euro (articolo 34 del DL Rilancio), si ritiene che lo stesso goda di una  ottimale capacità di copertura della riserva operata, senza  il rischio di determinare rallentamenti.

Dai commi da 7 a 9  viene aumentata la detrazione d’imposta per chi investe in startup e pmi innovative al 50%  sia per investimenti diretti che per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in startup innovative. La detrazione d’imposta si applica esclusivamente alle persone fisiche e quindi solo ai fini IRPEF. L’investimento detraibile, in ciascun periodo d’imposta, non può eccedere i 100mila euro e deve essere mantenuto per almeno 3 anni, sia in caso di startup che di pmi innovativa. La cessione anche parziale prima del decorso di tale termine, comporta la decadenza del beneficio e l’obbligo per il contribuente di restituire l’importo detratto, comprensivo di interessi legali. . Le predette agevolazioni sono concesse ai sensi del Regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione europea del 18 dicembre 2013 sugli Aiuti «de minimis». L’obiettivo dei presenti commi è quello di incoraggiare la platea degli investitori a capitalizzare le startup innovative con importi  ristretti  che rappresentano la vera linfa per la sopravvivenza delle imprese innovative. 

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Il  comma 10 (Investor Visa for Italy) prevede  il dimezzamento delle soglie minime per l’attrazione di investimenti verso le società di capitali e le startup innovative. Il  dimezzamento delle soglie finanziarie per le operazioni dirette verso le societa di capitali passa da 1 milione a 500mila euro, mentre per la startup innovative passa da 500mila a 250mila euro. 

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Il comma 11 amplia gli stessi benefici previsti nella misura “Smart & Start Italia” per le startup innovative localizzate nel territorio del cratere sismico aquilano anche per le startup innovative localizzate nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017, specificati negli allegati 1, 2 e 2-bis del decreto-legge 17 ottobre 2016, n°189, convertito con modificazioni nella Legge 15 dicembre 2016, n°229, e successive modificazioni e integrazioni.

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Con i  commi da 12 a 18 , il Governo istituisce per la prima volta in Italia un fondo presso il Ministero dello Sviluppo economico, diretto al sostegno della produzione italiana di videogiochi e quindi specializzato nel sostenere l’industria dell’intrattenimento digitale sul tutto il territorio italiano. Il fondo è denominato “First Playable Fund” ed ha una dotazione iniziale di 4 milioni di euro per il 2020, erogabili come finanziamento a fondo perduto nella misura del 50% a fondo perduto delle spese ammissibili, per un importo compreso tra i 10 mila euro e i 200 mila euro per singolo prototipo. 


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