Dentro il Cambiamento, come realizzare un personal brand
Seconda parte: dopo l’analisi, la parte operativa. Dal moodboard al logo, tutto deve essere coerente ed armonico.
Parte II - Il logo e l’identità visiva
Si passa all’azione
Il logo è la rappresentazione grafica di un concetto, che può riferirsi ad un’azienda, un prodotto o un’organizzazione come, ad esempio, uno schieramento politico o persino una band musicale.
Vediamo insieme come ho creato il marchio del mio personal brand, analizzandolo allo stesso modo della volta precedente, ovvero come se Danilo fosse il mio cliente. Cominciamo?
Il moodboard
Una volta chiara l’analisi, mi serviva inserire tutte le informazioni in un visual concettuale, qualcosa che potesse aiutarmi a identificare stile, personalità e colori del logo. Ho quindi realizzato un moodboard partendo proprio dai valori identificati: creatività, carattere, professionalità, amore per i dettagli, essenzialità e, naturalmente, ironia.
Parlando di stile e typography, ho preso in considerazione i font bastoni - o sans serif - perché per il logo che avevo in mente era necessario andare al cuore del concetto in maniera diretta e le grazie mi avrebbero distratto dal mio proposito.
Per quanto riguarda la palette colore, ho voluto un arancio molto acceso, tendente al rosso, accostato ad un grigio scuro caldo perché composto anche da una parte di giallo.
L’arancio è il colore del sole ma anche della creatività e denota istintività, tendenza che aumenta man mano che ci si avvicina al rosso. Mi sono quindi fermato un pelo prima per non eccedere. Il grigio scuro è invece elegante e comunica saggezza ma è moderato dal giallo per non risultare eccessivamente freddo e spento.
Monogramma e logotipo
Su una cosa ero certo fin dal primo momento: avevo bisogno di un simbolo.
Il logotipo da solo, per quanto potessi fare un buon lavoro di lettering, non mi soddisfava. Volevo un monogramma, ovvero un elemento grafico che rappresentasse le mie iniziali: D ed S. Perché fosse efficace, dovevo renderlo estremamente semplice e ho deciso quindi di prendere come riferimento un elemento dalla forma semplice che, ripetuto, potesse aiutarmi a comporre entrambe le lettere. Quale miglior forma del cerchio o, più precisamente, del semicerchio?
Ho quindi iniziato a disegnare i cerchi in modo da iscrivere al loro interno le lettere D ed S, utilizzando due semicerchi sfalsati per la S. Ho deciso la distanza A tra i due e, facendoli slittare lateralmente come se ci fosse un cuscino d’aria a separarli, sono arrivato ad allineare verticalmente i due elementi, ottenendo così un angolo di 35° rispetto all’asse verticale. Per creare la D, ho semplicemente usato un semicerchio più grande, con la stessa inclinazione e la medesima distanza dalla S, usata in precedenza.
Alternando i due colori per ottenere il miglior contrasto, ho ottenuto il simbolo minimal che volevo.
Per quanto riguarda il logotipo, ho deciso per un Roboto Black sulla keyword “brand” mentre ho usato la versione light per “visual design”, entrambe in grigio. Tra di esse, la & in arancio provoca uno stacco visivo amplificato dal font differente, un Bodoni URW. Ho deciso di ridurne il corpo per allinearlo all’occhio della keyword precedente.
Ora, un po’ di typography.
Un font è composto da tre elementi: occhio, ascendente e discendente.
L’occhio è la parte centrale, mentre ascendente e discendente sono gli ingombri delle aste, appunto, ascendenti come la b o discendenti come la g o la p.
La somma dei tre, ovvero l'ingombro totale, viene detta “corpo”.
Nella costruzione finale, l’occhio del font è l’unità di misura degli spazi verticali mentre tra monogramma e logotipo ho usato sempre la distanza A di prima, come potete vedere qui sotto.
Tra monogramma e logotipo c’è un’asimmetria voluta: la base del primo è inferiore alla base del secondo per rompere la gabbia grafica e non annoiare l’occhio dell’osservatore.
Le varianti
Ho deciso di creare tre varianti per rendere il logo versatile.
La variante 1 ha il monogramma ed il logotipo ad una riga, allineati al centro. L’utilizzo più comune è in tutte quelle situazioni nelle quali si richiede un equilibrio degli elementi centrale come, ad esempio, in un impaginato che ha un evidente simmetria verticale.
La variante 2, invece, è caratterizzata da un monogramma marcatamente più grande mentre il logotipo è giustificato a blocchetto, ovvero largo esattamente quanto il monogramma. A volte, in casi come questo è lecito l’uso del solo monogramma e si presta ad un richiamo più discreto, come avviene per la “mosca” negli advertising, ovvero la firma dell’agenzia che ha curato la creatività.
La variante 3, invece, si sviluppa interamente in orizzontale ed ha una netta dominanza nel logotipo mentre il monogramma è decisamente più piccolo e spostato a sinistra. Questa versione è caratteristica in utilizzi dove lo spazio verticale scarseggia.
Ho poi realizzato anche le varianti in negativo di ciascuna versione, aggiungendone una in outline, composta cioè solo dalle linee esterne, esclusivamente per il monogramma privo di logotipo.
La visual identity
Danilo aveva un’esigenza abbastanza easy per quanto riguarda l’identità visiva.
Mi sono quindi limitato a creare la business card, un formato standard dalle linee estremamente pulite e simmetriche, il folder portadocumenti e la proposta di progetto per la parte offline.
E quella online, direte voi?
Questa, è un’altra storia. Per sentirla, dovrete pazientare fino a giovedì prossimo con l’ultima parte nella quale vi racconterò come mi sono fatto aiutare da due fantastici professionisti. In più, ci sarà una sorpresa. Quale?
Beh, che sorpresa sarebbe se ve la dicessi ora?
#DaniloSpanu #brandizziamoci #DSbranding
Futuri della Formazione| Linkedin Top Voices| Senior Trainer Esperienziale | Executive Coach PCC ICF | Stanatrice di conflitti sommersi | giardiniera di feedback e assertività | facilitatrice di azioni di cambiamento
4 anniAnche qui una passeggiata nella creatività strutturata :) Passo passo si arriva alla forma e come mi dicevano in agenzia in quella mia prima vita.. "è tutto una linea, aperta o chiusa, ma è tutto una semplice linea. Con poco puoi fare grandi cose, non ti appesantire" Mi piace molto, e sono contenta di avere l'occhio ancora allenato, leggendo tra le righe dei dettagli che riesco ancora a cogliere :) Complimenti davvero.
Public speaking pratico - consulente e formatore ▶︎ Per parlare in pubblico con sicurezza e autorevolezza
4 anniApplaudo, perché hai fatto la regia di te stesso, Danilo. Hai compiuto l'impresa: lavorare su te stesso guardandoti da un fuori immaginario. Ti sei straniato da te e ti sei scoperto. Questo lavoro è forse il più impegnativo e faticoso per un professionista. Difficile che uno psicoterapeuta sappia prendersi cura delle proprie nevrosi da sé. Complimenti perché sei andato oltre tutto.
Marketing & Partnership Performance Specialist @FC Internazionale Milano
4 anniTi sei pagato in visibilità almeno? 😂 A parte gli scherzi, grande lavoro Danilo!
Copywriter, redattrice, autrice e scriptwriter freelance
4 anniBravo Danilo. Il racconto del percorso che hai seguito è molto interessante soprattutto per i giovani jedi. Generoso come sempre.