Digital Twin come strumento a servizio delle città
Una delle più affascinanti caratteristiche del digitale è la sua neutralità.
Molto spesso, un’applicazione nata in un contesto produttivo, esce da quel perimetro per inserirsi in un diverso contenitore e intervenire per risolvere una criticità o per migliorare un processo.
É il caso (anche, e non solo) del cosiddetto «digital twin», inizialmente pensato ed impiegato nel manifatturiero, e oggi applicato al contesto urbano. É un modello innovativo che consente di creare una copia digitale di una città o di un suo quartiere. Questa replica incorpora dati provenienti in tempo reale da una plurima varietà di fonti, come sensori (soprattutto di IoT, che condividono dati con l’esterno per un miglior utilizzo del dispositivo stesso), dispositivi mobili e sistemi di monitoraggio. Una simile costruzione non viene realizzata per mero esercizio di elevate abilità tecniche ma ha un’interessante funzione: offrendo una panoramica dettagliata ed in tempo reale del territorio, consente una migliore pianificazione, gestione e coinvolgimento dei cittadini.
L’utilità del modello, quindi, è espressa chiaramente nella sua funzione: il miglioramento dell’efficienza, della sostenibilità e della qualità di vita nelle aree urbane.
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Se pensiamo alle applicazioni possibili nel settore del governo del territorio, il digital twin di una città ha molte potenzialità, sia in fase di programmazione che di gestione di un’emergenza. É utile alla pianificazione del territorio, per simulare l'evoluzione di un’area nel tempo, nel monitoraggio e nella gestione dei servizi, per gestire in modo efficiente energia, acqua, mobilità e rifiuti grazie ai dati raccolti e analizzati in tempo reale. Consente, anche, il raggiungimento di obiettivi di efficientamento energetico. Nella gestione delle emergenze, invece, il digital twin è funzionale all’efficace coordinamento delle operazioni.
Ogni grande cambiamento, soprattutto quando porta con sé molti benefici, si carica anche di sfide, a volte insidiose. Per esempio, è il caso della corretta gestione di tutti questi dati, che sono la linfa vitale del modello: siamo pronti, in termini di infrastrutture ed indirizzi, a gettare le basi per realizzare il progetto? Sul tema indirizzi, l’Unione Europea ci suggerisce la strada per la corretta raccolta, gestione e condivisione di dati, anche non personali; le lacune, che operativamente potrebbero emergere, saranno colmabili inizialmente con il richiamo ai principi generali, sempre validi (tra cui equità, non lesività, responsabilità).
Intanto, l’Italia non resta a guardare: il Comune di Milano, nell’ottobre 2022, ha presentato il progetto del proprio digital twin, come strumento a supporto della sua conversione a smart city.