Digitale, le abitudini degli italiani nel 2020, (di Domenico Salerno)

Gli utenti di internet a livello mondiale hanno ormai superato quota 4,5 miliardi (circa il 67% della popolazione), ben il 7% in più rispetto all’anno precedente. Crescono in maniera evidente anche coloro che utilizzano i social network, che ormai hanno raggiunto quasi i 4 miliardi (+9,2% rispetto all’anno precedente). Nonostante questa poderosa crescita, osservando i dati regionali possiamo notare come permangano differenze abissali tra le diverse aree geografiche.

I dati sono contenuti nel rapporto dal titolo “Digital 2020” condotto da We Are Social, che scatta una fotografia sulla penetrazione delle nuove tecnologie digitali in Italia e a livello globale. Il Nord Europa è la zona con la più alta diffusione di internet a livello planetario (95%). La maglia nera, invece, va all’Africa centrale, dove il web ha raggiunto solo il 22% della popolazione. Il nostro Paese, con 50 milioni di persone connesse e l’82% di penetrazione, viaggia in linea con gli altri Paesi avanzati.

Non ci sono grandi sorprese, invece, sulla diffusione dei social a livello mondiale: possiamo notare come la piattaforma più utilizzata sia ancora oggi Facebook, con circa due miliardi e mezzo di utenti, seguita da YouTube, con due miliardi. Il dato italiano riguardo ai social va in lieve controtendenza con quello mondiale. Nel nostro Paese la piattaforma più utilizzata è YouTube. Al secondo gradino del podio c’è l’applicazione di messaggistica istantanea Whatsapp mentre Facebook occupa la terza posizione. Delle sei ore medie giornaliere che gli italiani passano sul web (nel tempo libero) due sono dedicate ai social network.

Se guardiamo più da vicino le abitudini digitali degli italiani, possiamo notare che il 94% ha uno smartphone e, di questi, il 92% lo utilizza per accedere al web. Cresce velocemente anche la diffusione di sistemi di smart home, utilizzati ormai dall’8% della popolazione. Sono circa 1,7 milioni le abitazioni dotate di dispositivi di domotica, il 30% in più rispetto all’anno precedente. Il mercato dei device per la casa ha raggiunto nel 2019 gli 821 milioni di euro. Quelli più in voga sono i sistemi di controllo vocale e i dispositivi di sicurezza.

Un altro dato estremamente interessante è quello che riguarda il commercio digitale. Nel 2019 sono state circa 40 milioni le persone che hanno comprato sul web beni di consumo. Tra i prodotti più acquistati troviamo i servizi di viaggio (21,8 miliardi), i device elettronici (4,67 miliardi) e i capi di abbigliamento (4,54 miliardi). Ma quali strumenti utilizzano gli italiani per effettuare i pagamenti online? Al primo posto c’è la carta di credito (41%), seguita dagli e-wallet (29%) e dai trasferimenti bancari (10%). Minoritaria, ma comunque rilevante, la quota di coloro che continuano a pagare in

Sebbene la metà circa della popolazione globale sia connessa al web, emerge in maniera chiara il differente grado di penetrazione di Internet nei diversi continenti (Fig. 1.1). Se infatti Nord America ed Europa primeggiano, esistono ancora aree del mondo –l’Africa, in particolare – in cui la percentuale di penetrazione di Internet si attesta su valori decisamente

utile richiamare, per comprendere lo stato generale dell’arte in Europa, le principali evidenze offerte dal Digital Economy and Society Index (DESI) 2019 che, come noto, stila una classifica dei Paesi europei sulla base delle performance dagli stessi registrate in 5 diverse aree di valutazione: connettività, capitale umano, uso di internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

Stabilmente posizionata nelle parti basse della classifica. guidata dai Paesi del Nord Europa, è purtroppo l’Italia, che, sebbene l’eccellente posizionamento in relazione a singoli indicatori in generale, rivela una performance non brillante, posizionandosi al 24° posto, subito prima la Polonia.

Infatti, guardando all’Italia, sebbene i dati di utilizzo non appaiano molto lontani dalla media europea (con una riduzione da 13 a 8 punti percentuali della differenza esistente nella fascia d’età 65-74 tradizionalmente più problematica), continua ad essere preoccupante, seppur in fase di contrazione in tutte le fasce d’età, il gap con i Paesi best performer, soprattutto inr elazione alle fasce d’età 45-54. 55-64 e 65-74. E, infatti, se sono 8 (91% vs. 99%) i p.p. che distanziano l’Italia da Danimarca, Finlandia, Lussemburgo, Estonia e Malta nella fascia d’età 16-24 e 11 (88%vs. 99%) dalla Finlandia nella fascia 25-34, in quella tra i 35-44 ed i 45-54 la distanza dalla Finlandia sale a 16 punti percentuali. (83% vs. 99%) e a 18 p.p. da Olanda e Danimarca, per arrivare a 29 punti percentuali. e 42 p.p. il gap con la stessa Danimarca nelle fasce d’età 55-64 e 65-74

Soffermandoci, in questo tratto di analisi, su skill digitali ed utilizzo di internet, nelle aree di valutazione concernenti le competenze digitali (Capitale Umano e Uso di Internet) l’Italia, da un lato, perde una posizione (26°), dall’altro, conserva il 25° posto, a dimostrazione di come nonostante vi siano stati– non esaltanti – miglioramenti (ad es. nella riduzione di 4 punti percentuali. della percentuale di individui che non hanno mai utilizzato internet), la strada verso la maturità digitale sia ancora irta e difficoltosa per il nostro Paese.

Quanto alle competenze digitali, i dati sorprendono in negativo: anche nei paesi digitalmente più avanzati la percentuale di individui che possiedono almeno competenze digitali di base non va oltre il 28%, meno di un terzo del totale. Per quanto concerne invece la maturità digitale delle imprese, la ricerca Digital Transformation Index di Dell Technologies, realizzata in collaborazione con

Intel su dati quantitativi di Vanson Bourne, nel fornire uno spaccato generale dello stato dell’arte della trasformazione digitale in vari Paesi del mondo, considerando le strategie IT, le iniziative per trasformare e digitalizzare la forza-lavoro e gli sforzi compiuti da ogni azienda per trasformarsi nel nuovo contesto digitale, classifica al dodicesimo posto le grandi aziende italiane, prima di Regno Unito, Francia, Germania ed Olanda e dopo il podio delle nazioni emergenti ossia India, Brasile e Tailandia. Sorprendentemente, tale ricerca colloca nel fondo della classifica Giappone, Danimarca, Corea del Sud e Singapore.

Ed invero anche gli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con PoliHub enfatizzano l’impegno e la consapevolezza delle grandi imprese che operano da traino per l’intero comparto imprenditoriale in questo processo di digitalizzazione.



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