DINO CAMPANA "VISIVO E VISIONARIO" Dalle immagini poetiche alle composizioni plastiche.
MARRADI – LUGLIO 2022 – CENTRO STUDI CAMPANIANI “ENRICO CONSOLINI “ UN EVENTO DI CULTURA E DI BENESSERE!
Progetto #CentroStudiCampaniani "Enrico Consolini"
Presidente Mirna Gentilini
Ideato da Silvia Gurioli e Sara Naldoni
Responsabile Progetto Stefano Mercatali
Narrazione a cura di Barbara Kal
Musiche giampaolo "pape" gurioli
Regia Iacopo Vannini
Produzione #VideoAction
Si ringraziano
Rodolfo Ridolfi per la collaborazione editoriale
Riccardo Monopoli per il voice over
Mauro Ridolfi per i contributi fotografici
Campana nacque a Marradi, un paesino in Toscana il 20 Agosto nel 1885 e muore a Scandicci 1 Marzo 1932.
I Canti Orfici sono una straordinaria opera in cui si alternano prosa e versi (un prosimetro, come la Vita Nuova di Dante); vi si coglie una poesia spesso tortuosa, ma anche spontanea e pura, certamente vissuta, legata ad una esistenza irregolare e soprattutto tragica; è un "racconto" di esperienze visionarie denso di immagini, “ "allucinazioni", suoni e colori. Egli dà al testo poetico un’organizzazione che abolisce la dimensione del tempo sovrapponendo passato e presente. La costruzione del testo appare realizzata con un procedimento che si può definire cinematografico che permette a Campana di annullare la dimensione cronologica.
La poesia francese dell’Ottocento è una forte componente culturale di Campana e la sua poetica risente spesso del modello degli autori francesi a lui cari: Baudelaire, Verlaine, Rimbaud.
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Nel suo saggio Gianni Turchetta parte dalla ricostruzione della vita di Dino Campana mettendo in luce come la traiettoria del poeta, e il mito che su di essa si è creato, in realtà si inserisce perfettamente all’interno della storia dell’Occidente moderno in cui, con ogni evidenza, poesia e follia intrattengono un rapporto privilegiato. Eppure al di là della leggenda del genio pazzo, l’esistenza Campana non si svolge esclusivamente sotto il segno della tragedia, ma il filo della felicità e della serenità, seppur in disparte, rimane sempre ben visibile
BARCHE AMORRATE
Barche amorrate è un breve componimento poetico di Dino Campana e fa parte della sezione "Varie e frammenti" dei Canti Orfici, nella pubblicazione del 1914
È indubbiamente uno dei testi più famosi di Dino Campana, degno di un pittore come Van Gohg tanto forte è l’impressione dell’immagine:
le vele si agitano al vento come delle ballerine: tre volte si ripete la parola con il suo articolo, che è la stessa parola e pare scomporsi e ricomporsi insieme all’articolo in una successione di suoni che raggiungono una dimensione fonosimbolica; domina la rima, domina la vertigine dei suoni duri e vibranti; il suono delle parole genera significato.
E così ecco queste ballerine che danzano bianche nel proscenio del mare, sulle barche ormeggiate (amorrate) in un mare mosso che ricorda tanto lo studio op. 25 n. 12 di Chopin. La poesia si innalza nel vento parola per parola a suon di frustate d’aria e di lamenti e di sibili fino a che è l’onda a squassare per ultima con un suono totale, crudele.