Disconnessione in corso...
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Pensare al linguaggio artistico come a un fatto individuale, è un'illusione, il linguaggio artistico non è un fatto personale, ma un evento comune a tutta la nostra specie.La verità sul tempo della nostra natura è circolare, come le stagioni, non c'è nulla di lineare nella storia dei linguaggi dell'arte (come nel tempo), teorie evolutive sul linguaggio dell'arte sono una deformazione del tempo dell'arte, una modalità di controllo su uno strumento che può fungere all'esercizio di un potere.Se il linguaggio dell'arte ha un tempo circolare, non lo si determina per causa, ma per fine, la nostra storia è determinata esclusivamente dall'immagine finale (non fanno così i media di massa quando idealizzano controverse, ma popolari, icone?).Per questo per determinarsi come artisti, serve una mente più ampia dell'immaginario comune, un diverso modo d'articolazione della psiche che determini la libertà del pensiero dalla linearità della causa effetto: faccio questo gesto per ottenere questa reazione!Pensare che il linguaggio di un artista muoia dopo la sua morte, è un'abnorme fesseria, i falsi d'autore non esistono se si pensa ai linguaggi dell'arte in un tempo circolare, con un inizio e una fine.L'artista deve sapersi sganciare da un sistema produttivo, artistico e culturale, neurovegetale, la mente immaginale deve disconnettersi da miti e dei sociali e tendere a miti e divinità naturali, questo rende gli artisti contemporanei pari agli sciamani, trasmettitori di mondi primitivi dove l'uomo, con la sua beatitudine originaria, sapeva essere libero.L'artista è un homo imaginalis, proprio perché non vive una scansione temporale lineare, sensorialmente è interessato al fine e non alla causa, è la finalità dell'arte a scatenarla come forza generatrice d'eventi, la finalità è la connessione circolare con la propria natura.