Docenti e didattica digitale: ci giochiamo come designer, non come pirotecnici.

Docenti e didattica digitale: ci giochiamo come designer, non come pirotecnici.

L' impegno del PNRR nell'innovazione didattica  è forte, sulle scuole sono letteralmente piovuti dispositivi e software e credo che Scuola Futura stia facendo numeri importanti.  La proposta formativa per i docenti sul versante della didattica digitale, poi,  è diventata incredibilmente  vasta, in alcuni casi anche valida.  

 È un ambito in cui ho messo le mani e la testa da decenni ormai e - dopo tanta formazione, autoformazione e sperimentazione - vedo emergere un'esigenza ancora poco avvertita, poco consapevole, ma cruciale. C'è un "addestramento" tecnico-pratico degli insegnanti che è basilare e necessario, ma che tende a trascurare l'aspetto pedagogico, la visione globale, mentre urge sviluppare nei docenti digitali anche una nuova  progettualità.  

 La "scuola digitale" non può permettersi fragilità pedagogica. La tecnologia deve essere utilizzata in modo strategico, con una precisa intenzionalità, assoggettata alle esigenze formative specifiche di ogni contesto educativo. È essenziale ri-apprendere a progettare. Ad esempio: uno degli aspetti più dirompenti della didattica digitale integrata risiede nella possibilità che offre di personalizzare davvero l'apprendimento. Si tratta di una straordinaria opportunità di superare l'idea di didattica speciale (per alunni DSA, per i disabili, ma anche per i gifted, per i NAI...) e che però richiede - ancora - un investimento sugli strumenti, anche teorici, di progettazione. 

La competenza tecnico-pratica nell'utilizzo delle risorse offerte dalla tecnologia  non può essere fine a sé stessa, né avere una funzione "estetica" o di intrattenimento: deve favorire un approccio profondamente integrato, in cui il rigore incontra la scalabilità, in cui diventa fondamentale saper selezionare i contenuti con un occhio alla creatività e uno alla metacognizione, un approccio grazie al quale  possiamo sfruttare l'incredibile ricchezza e duttilità degli strumenti digitali per piegarli a obiettivi formativi chiari e dichiarati. 

 Sono convinta che, solo se lavoreremo in questa direzione, le tecnologie digitali si integreranno naturalmente con quelle tradizionali, diventando parte della quotidianità della classe e veri strumenti di potenziamento cognitivo,  mandando in soffitta una buona volta la sterile polarizzazione fra scuola "tradizionale" e "modernismo didattico".  

 

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