"DONNE NON SI NASCE, LO SI DIVENTA"           In cammino con Simone de Beauvoir:                  “Il secondo sesso”

"DONNE NON SI NASCE, LO SI DIVENTA" In cammino con Simone de Beauvoir: “Il secondo sesso”

 

Un caleidoscopio di sabbia

Avete mai visto un caleidoscopio di sabbia? So che sembra bizzarro. In fondo, il caleidoscopio è noto per creare forme brillanti, luminose, eleganti, e i colori assumono toni vividi, quasi magici, che catturano l’occhio e l’immaginazione. Cosa potrebbe avere di affascinante la sabbia, con il suo colore uniforme e la sua apparente semplicità?

Immaginate di essere sulla spiaggia, sotto il sole estivo. La sabbia si stende a perdita d’occhio, una distesa dorata che sembra uguale ovunque la si guardi. Ma, se osservate da vicino, noterete che ogni granello è unico: forma, sfumature e dimensioni variano infinitamente.

Ora, prendete un caleidoscopio e riempitelo con questa sabbia. Girandolo, vedrete che quei semplici granelli, quando messi insieme e illuminati dalla luce, si trasformano in disegni complessi, sfaccettati e mai uguali.

Questa immagine del caleidoscopio di sabbia rappresenta bene l’opera di Simone de Beauvoir, "Il secondo sesso". Come ogni rotazione del caleidoscopio rivela un nuovo disegno, così de Beauvoir esplora la complessità della vita delle donne, mostrando come la biologia, la psicoanalisi, la cultura e l’economia si intreccino in modi unici e affascinanti, creando una realtà ben più ricca di quella che le narrazioni tradizionali ci hanno fatto credere.

Il concetto di "destino"

Perché Simone sceglie di iniziare la sua opera con il concetto di "destino"? La risposta risiede nella sua volontà di smontare l’idea che le donne siano intrinsecamente destinate a occupare determinati ruoli nella società, solo perché nate in un certo corpo. Per lei, infatti, l’idea di "destino" è come un disegno tracciato sulla sabbia, imposto dalle mani della società e della cultura patriarcale, un disegno che sembra immutabile, ma che può essere facilmente cancellato – basta una bella onda energica - e ridisegnato con una nuova prospettiva.

Quando la società afferma che la biologia, la psicoanalisi o l’economia determinano il destino delle donne, de Beauvoir risponde come un caleidoscopio di sabbia: basta una semplice rotazione del dispositivo per cambiare il disegno, mostrando che ci sono innumerevoli modi di vedere e vivere la realtà, e che nulla sia fisso o predeterminato. Questa è il cuore della sua analisi: il ‘destino’ delle donne non è scolpito nella pietra, ma è una costruzione che può essere decostruita e ricostruita, proprio come i granelli di sabbia che si muovono all'interno del caleidoscopio.

De Beauvoir invita le donne a prendere in mano la propria vita e a ‘ruotarla’, esplorando le infinite possibilità che esistono al di là dei ruoli predefiniti in un solo disegno.


Biologia: visioni, non prigioni

Simone inizia esaminando il ruolo della biologia nel determinare il destino delle donne. La biologia è come il terreno di sabbia su cui si pretende che crescono le piante del giardino esistenziale femminile.

Certo, la biologia è reale: le donne hanno la capacità di riprodursi, passano attraverso cicli mestruali, affrontano la gravidanza e la menopausa. Queste sono caratteristiche indiscutibili, ma quando sorge il problema? Quando la società usa queste differenze biologiche per giustificare l’azione di confinare le donne in ruoli limitati e subordinati.

È come se si pretendesse che in un giardino solo certi fiori possano crescere, privandolo della varietà e della ricchezza che potrebbe avere.

Per comprendere meglio questa critica, facciamo un piccolo passo indietro e consideriamo le idee di pensatori precedenti, che hanno influenzato il pensiero occidentale sulla biologia e il genere.

Aristotele, ad esempio, sosteneva che le donne fossero biologicamente inferiori agli uomini, vedendole come una sorta di "uomo imperfetto". E poiché “Ipse dixit”, il suo pensiero ha fortemente influenzato la filosofia occidentale per secoli, permeando le strutture sociali e culturali che la de Beauvoir si trova a sfidare.

Perché non chiamare in causa anche Jean-Jacques Rousseau, che, pur riconoscendo l'importanza delle donne nella società, le relegava a ruoli limitati, considerandole naturalmente destinate alla maternità e alla cura della casa e… basta.

Simone de Beauvoir ci invita a sfidare tali visioni limitate. Sì, la biologia esiste, ma non dovrebbe essere l'unico fattore che determina come vivere le nostre vite.

Il vero limite è l’interpretazione culturale che la società ha imposto sulla biologia, creando un ‘destino’ rigido e limitante per le donne. È come se quel caleidoscopio di sabbia fosse stato fissato su un’unica immagine, quando in realtà le possibilità sono infinite.

 

Psicoanalisi: un copione scritto nella sabbia

Ora ci divertiamo (almeno io, a confutare Freud, mi diverto sempre).

Quando de Beauvoir affronta la psicoanalisi, in particolare la teoria freudiana, introduce una posizione netta: qui la sabbia compone un copione già scritto. Cerchiamo di capire perché.

Il dottor Sigmund Schlomo Freud sosteneva che la differenza di genere fosse radicata nell'inconscio, con concetti come l'invidia del pene e il complesso di Edipo, determinanti nello sviluppo dell'identità femminile.

Anche qui, de Beauvoir ci invita a vedere queste teorie come un copione tracciato nella sabbia, dove le donne hanno sempre lo stesso ruolo, quello secondario, che, se non messo in discussione, rischia di essere accettato come verità immutabile.

Freud, lo sappiamo, è il fondatore della psicoanalisi, e interpretava la differenza di genere come una realtà biologica e psichica inevitabile. Secondo lui, le donne sviluppano un'invidia del pene, un sentimento di inferiorità che le porta a cercare compensazione nel desiderio di avere un figlio maschio o nel legarsi a un uomo. Posizione riduttiva e centrata sul maschio, che ha dominato per decenni la psicologia, contribuendo a rafforzare i ruoli di genere tradizionali.

De Beauvoir sfida apertamente queste idee. La psicoanalisi freudiana non fa altro che perpetuare un mito culturale: l'idea che le donne siano naturalmente inferiori agli uomini.

Come la sabbia può essere modellata e rimodellata dal vento, così anche questo copione è frutto di secoli di cultura patriarcale. Ma ecco che, come il vento può cancellare le tracce sulla sabbia, Simone sostiene che possiamo riscrivere questo copione, smantellando le narrazioni che ci vedono sempre in secondo piano.

La psicoanalisi, se non messa in discussione, perpetua il mito dell’inferiorità femminile. La de Beauvoir non ci sta e ci invita ad approcciarla per quello che è: un insieme di storie che riflettono la cultura patriarcale, storie che possiamo cancellare con un colpo di onda e riscrivere secondo nuove prospettive, in cui le donne non siano più comparse, ma coprotagoniste.

 

Materialismo storico: una catena di (s)montaggio

Ultimo passaggio riguarda il materialismo storico, una posizione che guarda alla condizione delle donne principalmente attraverso la lente dell'economia e dei rapporti di produzione.

Ma cerchiamo di capire in cosa consiste, prima di confutarlo.

Il ‘materialismo storico’ è una teoria sviluppata da Karl Marx e Friedrich Engels, che propone di comprendere la storia umana e le dinamiche sociali attraverso l'analisi delle condizioni materiali e dei rapporti di produzione.

Secondo Marx ed Engels, le strutture economiche e le forze produttive di una società ne determinano la sovrastruttura ideologica, politica e culturale. In altre parole, i rapporti economici determinano in gran parte le leggi, le idee e le istituzioni di una società.

Nel contesto della condizione femminile, questo approccio sostiene che l'oppressione delle donne sia radicata nei cambiamenti economici e nei rapporti di proprietà. In particolare, Engels, nel suo lavoro “L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”, sostiene che la subordinazione delle donne sia iniziata con l'avvento della proprietà privata, che ha imposto la divisione del lavoro e il controllo maschile sulla riproduzione. Il passaggio da una società basata sulla comunità a una società basata sulla proprietà privata ha ridotto le donne a una condizione subalterna, poiché confinate al ruolo di riproduttrici e custodi della casa, mentre gli uomini assumevano il controllo delle risorse e del potere.

De Beauvoir riconosce il valore dell'analisi economica marxista, in quanto mette in luce come i cambiamenti materiali ed economici abbiano influenzato la condizione delle donne. Ma critica il materialismo storico per la sua visione riduttiva, che non tiene conto della complessità culturale e psicologica dell'oppressione femminile. Per lei, limitarsi a un'analisi puramente economica è come guardare solo una parte del disegno creato dal caleidoscopio di sabbia.

Immaginiamo una catena di montaggio costruita sulla sabbia, dove ogni pezzo deve avere un posto e una funzione prestabiliti. Questo processo meccanico rappresenta come il materialismo storico veda la società: un insieme di parti economiche che devono lavorare insieme per produrre un risultato.

Simone ci invita a vedere oltre, a considerare anche gli altri fattori: la cultura, l’ideologia, l’autonomia individuale. Solo così possiamo vedere il disegno completo e apprezzare la vera ricchezza dell’esperienza femminile, riconoscendone il potenziale di una vita vissuta in piena libertà e autonomia.

 

Riflessioni finali: verso una liberazione ‘feconda’

Alla fine della sezione "Destino", Simone de Beauvoir non si limita a criticare la condizione femminile per come sia stata costruita dalla società. Piuttosto, ci invita a fare un passo avanti: prendere in mano quel caleidoscopio di sabbia, che rappresenta le molteplici possibilità e sfumature della vita delle donne, e trasformarlo in qualcosa di più fecondo e tangibile.

Immaginiamo la sabbia come un simbolo delle idee, delle esperienze e delle storie frammentate che sono state imposte alle donne nel corso dei secoli. Ogni granello rappresenta un aspetto della loro esistenza, spesso disconnesso dagli altri, proprio come i frammenti nel caleidoscopio. Ruotando il caleidoscopio, possiamo vedere come questi frammenti si combinano in modi nuovi e inaspettati, creando disegni momentanei e transitori.

Ma la sabbia da sola non può dare vita; è sterile, incapace di sostenere la crescita.

Cosa accade se le donne prendono quella sabbia e, attraverso la loro volontà e il loro potere creativo, la trasformano in terreno fertile?

Questa è la visione di Simone: prendere ciò che è stato frammentato e scollegato, e renderlo produttivo, dando vita a un giardino in cui ogni granello di sabbia si trasformi in un elemento essenziale per la crescita. Tale giardino rappresenta la possibilità che le donne, una volta libere dalle imposizioni del "destino" preconfezionato, possano coltivare la loro unicità, piantare le loro radici e far fiorire il proprio potenziale.

Nel prossimo articolo, entreremo nella sezione dedicata alla Storia, ed esploreremo come, una volta creato il terreno fertile, le donne possano iniziare a piantare i semi della loro liberazione. Scopriremo insieme come questi semi abbiano radici profonde, che affondano nella storia dell’umanità, e come queste radici possano essere coltivate per far crescere un giardino rigoglioso e pieno di vita.

Vi aspetto alla prossima tappa di questo viaggio nel pensiero rivoluzionario di Simone de Beauvoir, per riflettere insieme su come poterlo applicare oggi e ri-fare davvero ‘la storia’.

Francesca Garofalo

Giornalista pubblicista freelance | Copywriter | Cacciatrice di storie

4 mesi

Articolo ricchissimo, Sara. Grazie per questo viaggio tra filosofia, pensiero e scrittura. Ogni "granello di sabbia, elemento essenziale per la crescita" quanto mi piace questa espressione che racchiude un universo minuscolo ma in grado di creare una moltitudine

Maria Cristina Andreoni

🧠💛🤝Coach Relazionale | Facilitatrice di Retrospettive su LEGO® SeriousPlay® Method | Facilitatrice Maieutica | Life & Health Coach ICF | Facilitatrice #IAmRemarkable | Autrice

4 mesi

Sara sei stata bravissima nell'enucleare in questo tuo prezioso scritto delle colonne portanti del pensiero storico-filosofico-economico-biologico. Anche il non detto emerge Ogni argomento conduce ad un altro Hai dato forma al mio pensiero che da quando sono piccola mi porta a collegare l'arte con la cultura, se parlo di cultura non posso non parlare di storia, se parlo di storia non posso non parlare di economia. E così via in un gioco di "recursus ad infinitum" Il nesso causale ovviamente c'è eccome Il mio mondo ora ha una certezza in più. Io, essere umano, sono un individuo ma anche un sistema. Un'intelligenza sistemica. E così sono connessa al tutto degli altri esseri umani e del contesto nel quale siamo immersi e nel quale esistono le forme pensiero. Qui mi fermo Ritornando a Simone, quando parla di Destino, sposo totalmente la sua filosofia. Con una variazione, per allargare il concetto e favorire la differenza nell'unità di ciò che tutti siamo, esseri umani: "il destino degli esseri umani non è scolpito nella pietra, ma è una costruzione che può essere decostruita e ricostruita. Prendiamo in mano la ns vita e ‘ruotiamola', esplorando le infinite possibilità che esistono al di là dei ruoli predefiniti in un solo disegno

Antonio Nenna

G20 Global Ambassador ISPI | Consulente, Divulgatore e Formatore di Marketing Strategico | Mentore per Progetti ad Impatto Sociale e Ambientale | Opinionista / Speaker per Radio e Podcast | +1300 Profili Bloccati

4 mesi

Sara, con questa "sotto-rubrica" hai decisamente superato ogni aspettativa, davvero complimenti :)

Mauro De Nittis

Architetto libero professionista

4 mesi

Oggi vado in libreria (oddio, magari la mia compagna lo ha già)

Elisa Minozzi

Consulente Esperta in 🧭Orientamento e 💼 Sviluppo di Carriera | 💫 Counselor Relazionale Sistemico | 💪 Formatrice e Trainer | 🌊 🐚Appassionata del Mare | ❀˖° Adoro le storie, Raccontami la Tua

4 mesi

Sara Infante Mi è piaciuto tantissimo questo articolo, cara Sara e con piacere attendo il prossimo. Questo concetto: "prendere ciò che è stato frammentato e scollegato, e renderlo produttivo, dando vita a un giardino in cui ogni granello di sabbia si trasformi in un elemento essenziale per la crescita." mi fa nascere un parallelo in quanto lo si può riportare nei percorsi di carriera, dove esperienze apparentemente scollegate possono in realtà fornire da basi per trasformarsi in qualcos'altro, che acquisirà valore nel nuovo contesto in cui potrà inserirsi. Grazie Sara, davvero molto interessante 😊

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altre pagine consultate