E-commerce FOOD: un'occasione persa?

Non serve ricordare perchè, in questi giorni di simil-stato-di-guerra, sarebbe stato di grosso aiuto avere la disponibilità di un servizio di e-commerce per il largo consumo DAVVERO funzionante.

Nel mio lavoro di istituto di ricerche di mercato, tante volte mi sono sentito dire dagli operatori frasi del tipo: "Mah... l'e-commerce nel food... Mah! Pesa solo l'x%.... Diciamo che 'lo facciamo perchè dobbiamo esserci'...".

Peccato: perchè, se davvero ci fossero, credo che veramente questa emergenza del Corona Virus avrebbe potuto spostare, ed in modo permanente e duraturo, una buona fetta della popolazione dei consumatori verso gli acquisti online.

E invece, ti trovi con situazioni del genere qui accanto (scrivo il 13 Marzo, e il sito mi dice che fino al 28 non ci sono slot liberi, e oltre non mi fa vedere).

Oppure con situazioni in cui il sito è praticamente inutilizzabile per la lentezza della risposta, o ti restituisce messaggi assolutamente chiari per il consumatore, come quello qui accanto.

Lo capisco, nessun sistema (il buon ingegnere insegna) può essere dimensionato sul picco: parliamo sia di logistica, il problema più spinoso, che di dimensionamento IT. Però, tra sottodimensionamento e totale indisponibilità, di acqua ce ne passa.

Che dire? Il pane me lo faccio in casa, la pasta anche: per il resto, mi metto in fila davanti all'ingresso del supermarket, da buon cittadino (occhio alla distanza di sicurezza!). Speriamo che tutto finisca presto, e non solo per i supermercati: quello che è certo è che crisi di questa portata lasciano il segno e non sempre TUTTO è negativo. Ma per l'e-commerce del FOOD temo che probabilmente anche questa sarà un'occasione persa, almeno in parte.