E'​ decisamente in crescita il non profit italiano
Istat, https://www.istat.it/it/archivio/229728

E' decisamente in crescita il non profit italiano

Le informazioni rese disponibili dall'Istat confermano la positiva evoluzione del settore non profit nel periodo 2011-2015 in tutte le dimensioni economiche rilevanti: numero di istituzioni, numero di risorse umane impiegate e valore delle risorse economiche disponibili a prezzi correnti.

Le 336.275 istituzioni non profit attive in Italia al 31 dicembre 2015 contano sul contributo lavorativo di 5,5 milioni di volontari, 788 mila dipendenti e 294 mila lavoratori esterni, con un incremento rispetto al 2011 pari rispettivamente al 16,2%, al 15,8% ed all’8,5%.

Il totale delle entrate delle istituzioni non profit è pari a 70 miliardi di euro; il totale delle uscite ammonta a 61 miliardi di euro (in crescita rispetto al 2011 rispettivamente del 10,1% e del 6,9%.

Il 77,6% delle entrate si concentra in cinque settori di attività: Sanità (17,1%), Cultura, sport e ricreazione (16,9%), Assistenza sociale e protezione civile (16,7%), Altre attività (15,8%), Istruzione e ricerca (11,1%).

Il 61% delle istituzioni non profit italiane ha dimensioni economiche contenute, con entrate in bilancio inferiori a 30 mila euro: in particolare nel 38,1% le entrate sono inferiori a 10 mila euro e nel 22,6% dei casi sono comprese fra i 10 mila e i 30 mila euro. Sono invece di dimensioni medio-grandi (con entrate comprese fra 30 mila e 100 mila euro) il 20,9% delle istituzioni non profit rilevate e di dimensioni rilevanti (con entrate superiori a 100 mila euro) il 18,4%.

Nell’85,5% delle istituzioni non profit italiane la fonte di finanziamento principale è di provenienza privata, mentre nel 14,5% dei casi è prevalentemente pubblica (quota che cresce leggermente rispetto al valore rilevato nel 2011, pari al 13.9%). Le istituzioni che utilizzano maggiormente fonti di finanziamento pubblico sono attive in via prevalente nei settori della Sanità (48,2%, con un incremento di 12 punti percentuali rispetto al 2011); dell’Assistenza sociale e protezione civile (33,4%); dello Sviluppo economico e coesione sociale (27%). Il ricorso a introiti di fonte privata è più diffuso invece tra le istituzioni che operano nei settori della Religione (97,8%), delle Relazioni sindacali e rappresentanza di interessi (94,6%), della Cooperazione e solidarietà internazionale (89,6%).

In particolare, la maggiore incidenza sul totale delle entrate è data dai contributi annui degli aderenti (27,3%), dai proventi derivanti da contratti e/o convenzioni con istituzioni pubbliche (25,1%) e dai proventi derivanti della vendita di beni e servizi (22,9%). I proventi di origine finanziaria e patrimoniale incidono in bilancio per l’8% del totale, i contributi, offerte, donazioni e lasciti testamentari incidono per il 6,9% e le altre entrate per il 6,3%. La quota più contenuta è costituita dalle entrate derivanti da sussidi e contributi a titolo gratuito da parte di istituzioni pubbliche (3,5%).

La maggior parte delle spese delle istituzioni non profit è destinata nel 2015 all’acquisto di beni e servizi (35,2%) e alla retribuzione del personale dipendente (32,3%).

Le istituzioni non profit sono state distinte in relazione al tipo di attività economica svolta, tra unità market, che operano prevalentemente sul mercato e sono orientate alla produzione di beni e servizi vendibili, e unità non market. I risultati della rilevazione mostrano che le istituzioni non market costituiscono il 66,8% del settore non profit italiano e le istituzioni market il 33,2% (con un incremento di 2,6 punti percentuali rispetto al 2011).

Si riconferma nel 2015, accanto alle istituzioni orientate alla collettività (263 mila, pari all’78,3%), la presenza di istituzioni non profit che erogano servizi a persone con specifici disagi: si tratta di 73 mila istituzioni. pari al 21,7% del totale (in crescita rispetto al valore riscontrato nel 2011, pari al 16,7%). La metà delle istituzioni non profit che erogano servizi a persone disagiate si occupano di disabilità fisica e/o intellettiva (52%) e il 25,7% si occupa di persone in difficoltà economica. Le altre principali categorie a cui si rivolgono le istituzioni non profit dedite al disagio sono: persone con disagio psico/sociale (19,5%), minori in difficoltà (17,4%), immigrati e minoranze etniche (14,4%).

https://www.istat.it/it/archivio/229728


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