E' incredibile quello che stavo consigliando ad un cliente!
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E' incredibile quello che stavo consigliando ad un cliente!

Un paio di giorni fa un cliente di quelli con cui collaboro di più mi scrive una mail chiedendomi informazioni per un nuovo incarico.

Ciao Claudio! Spero tu stia bene. Ho un nuovo testo che vorremmo incidessi tu. Nel WeTransfer che ti ho inviato potrai trovare lo script ed il video nel quale sarà sincronizzato. Nel video avrai come reference una voce italiana prodotta attraverso l'uso di AI. Fammi sapere appena possibile i costi e i tempi di realizzazione!

Questo è ciò che ho letto nella mail. Non ti nascondo il disappunto che ho provato al solo leggere "AI" (alias Artificial Intelligence, Intelligenza artificiale). Il motivo potrai ben immaginarlo soprattutto se hai letto il mio articolo sull'intelligenza artificiale e le domande che mi ponevo nel mio articolo precedente (a proposito se non lo hai letto dagli un'occhiata! ).

In questo articolo prendendo spunto dallo sdoganamento dell'uso dell'IA da parte di una nota trasmissione televisiva e allargavo il focus alla sua evoluzione nel campo del VoiceOver e non solo. Etica, qualità, arte... Tutto da rimettere in discussione, senza dubbio, ma forse anche un'occasione per riflettere su questi valori e riportarli in primo piano.

Ma torniamo al mio cliente e a ciò che mi ha richiesto. La reference della voce che mi aveva mandato aveva il puro scopo di farmi sentire il giusto ritmo in base alle immagini, cosa che mi avrebbe aiutato nell'operazione di sync, servizio che offro all'occorrenza.

Arriva il momento, apro l'archivio, avvio il filmato ed ecco cosa sentono le mie orecchie.

Una voce femminile particolarmente gradevole alle mie orecchie comincia la declamazione di questo script e quel senso di disappunto provato prima di avviare il filmato ha trovato una sua collocazione ben precisa, giustificata.

Quello che stavo sentendo mi piaceva maledettamente. Arrivato quasi a metà filmato stavo per rispondere al mio cliente qualcosa che non mi sarei mai aspettato di scrivere, ma anche in base al particolare rapporto umano che ho con lui (cosa che ritengo fondamentale per lavorare bene) stavo per digitare la frase:

"Ehi Max... lascia tutto così com'è!"

Fortunatamente, non l'ho fatto, e il motivo è semplice: lo sconforto aveva preso il sopravvento, ma non era del tutto motivato.

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine
Virginia Raffaele in uno dei suoi indimenticabili personaggi

Ho tirato un sospiro di sollievo quando la voce femminile si è prodotta in una vistosa incespicatura sulla parola "elevata", come se tra le prime due sillabe "e" - "le" fosse saltata per un attimo la puntina di un giradischi. Per intenderci... ricordate la meravigliosa Virginia Raffaele negli sketch in cui faceva la centralinista del Call Center? Non potete certo averla dimenticata quando si prodigava in numeri da centralino incantato, saltando da una frase all'altra come se qualcuno avesse spostato il braccio di un giradischi...

Da lì in poi la mia lucidità è aumentata e ho notato numerosi difetti soprattutto per quanto concerne le intonazioni. Un essere umano nella declamazione ha una sua "musicalità". E' naturale, fateci caso, che la nostra voce componga uno spartito di note quando parla, che ci aiutino a comprendere il discorso sia da un punto di vista concettuale che logico. Per esempio, se ciò che stiamo dicendo aiuta a introdurre il concetto successivo, chiuderemo la frase in una maniera definitiva, ma lasciando comunque intendere che c'è dell'altro. E' a tutti gli effetti una musica che componiamo all'impronta. Una musica su parole, un po' come quando si compone una colonna sonora per un film: il compositore lo fa sulle immagini e la sua musica sarà accompagnamento ma anche genesi stessa delle immagini a cui è riferita.

Che "musica" genera l'AI per quanto riguarda una voce italiana?

Diciamo che da questo punto di vista c'è una ridondanza che sulle prime battute sembra impercettibile, ma che in un filmato esplicativo dal secondo minuto in poi, si fa già evidente certezza. Le intonazioni sono uguali, non seguono il concetto sottostante e hanno scarsa dimestichezza con la logica e con la consequenzialità dei concetti espressi.

Diventa interessante notare come in una frase che ha come inizio "si consiglia", l'Intelligenza Artificiale conferisce alla sua voce un incipit "musicalmente" diverso, più perentorio e nel caso del filmato del mio cliente, completamente scollato dal tono quasi amichevole, sebbene ridondante, che mi era sembrato fosse il "mood" scelto fin dall'inizio.

E' molto probabile che l'AI usata per questo filmato abbia "masticato" fino ad oggi frasi che hanno lo stesso incipit con quel tono riproponendolo in maniera automatica anche in un ambito... non perentorio.

Il discorso è sicuramente più complesso di come lo scrivo io, ma non è su questo che vuole far perno la riflessione che ti sto scrivendo adesso.

Ad ogni modo ciò che mi ha tranquillizzato totalmente e che mi ha fatto anche sorridere, non te lo nascondo, è aver sentito pronunciare la parola "monopattini" con l'accento sulla "i".

Lo ammetto: "monopattìni" mi ha fatto ridere molto e ho addirittura cercato se esistesse il verbo "monopattinare" per poter giustificare quell'errore contemplando l'esistenza della sua seconda persona singolare coniugata al presente. Niente, non sembra esistere. Probabilmente nel frattempo mi ero talmente affezionato a questa voce che forse ho cercato tutti i modi possibili per salvarla...

Torniamo a noi. Ho scritto a Max ringraziandolo per la reference che ha reso il tutto più veloce, ho inciso lo script e una volta messo a sync gliel'ho rispedito.

Questa è stata la prima volta che qualcuno usasse l'intelligenza artificiale per aiutarmi, mi è stata molto utile, non c'è che dire.

Tutto sta a vedere come evolverà. Lo dico perché è chiaro che più passa il tempo e più l'AI affina i suoi risultati, tutto ciò che elabora diventa esperienza e non c'è nulla oggi che ci garantisca che non sarà in grado di fare meglio di così.

Ora, intendiamoci... io sono assolutamente certo che l'AI non possa sostituire l'essere umano in questo campo. L'arte della parola è una di quelle cose in cui l'umano è insostituibile e anche allorquando il risultato sembrerà perfetto arriverà sempre un "monopattìni" che ci farà cascare le braccia.

Ok, Claudio. Allora qual è il punto?

Il punto è semplice e riguarda i miei clienti: quanto potranno resistere prima di abbandonarsi a un prodotto qualitativamente fallace optando per un abbattimento quasi totale dei costi? Quanto prevale il punto di vista etico, qualitativo e artistico per i miei clienti? Avranno voglia e sapranno difendere la qualità dalla velocità di realizzazione, dall'autonomia di finalizzare i loro prodotti?

Al momento non vedo alcuna possibilità per i VoiceOver Talent di trovare giovamento da questi prodotti se non nel modo che ho esperito io attraverso l'ingaggio di Max. Non credo vi sia null'altro di possibile nemmeno a cercarlo o a inventarselo. E' come avere una concorrenza con cui non poter interagire neanche attraverso la fornitura di servizi accessori... Insomma, L'AI accessibile a tutti può cominciare a diventare un problema serio, soprattutto per quello che riguarda prodotti nell'ambito Corporate, tutorial e E-learning, dove erroneamente si potrebbe pensare che la qualità possa essere tranquillamente ridotta (e invece no, anzi... te l'ho spiegato nell'articolo che ti ho postato prima!)

Sono convinto che avrò altre esperienze riguardanti questo ambito. L'intelligenza artificiale offre spunti quotidiani di riflessione, non ultime le vicissitudini di ChatGpt e le vicende legate alla privacy che sono costate il ban dell'uso del motore in Italia.

Quindi... alla prossima.


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