E se l'Italia fosse diventato il paese delle Start-Up?
Dai tempi del film “Ritorno al Futuro” ad oggi sono parecchie le invenzioni che poi sono state inventate e sono diventate realtà: videocomunicazioni, sistemi di sicurezza biometrica, schermi piatti, tablet, video occhiali fino ad arrivare alle scarpe che si allacciano da sole…
Da allora tanti start upper si sono susseguiti , in questi decenni , con il loro ingegno e il loro intuito per dare concretezza a ciò che poteva sembrare ancora fantascienza e tanti altri start upper continueranno in questo infaticabile lavoro di invenzione.
Per stare tuttavia al passo con i tempi, in un mercato estremamente veloce e competitivo, dove l’impulso alla ricerca e allo sviluppo gioca un ruolo cardine, è fondamentale incrementare gli sforzi e promuovere gli strumenti atti a creare, in Italia, un terreno fertile nel quale coltivare e far crescere l’innovazione e la ricerca.
Sembra che qualcosa di nuovo si profili all’orizzonte se tanta enfasi, speriamo non solo mediatica, viene indirizzata verso strumenti di sostegno quali il nuovo credito d’imposta in ricerca e sviluppo, gli incentivi per la valorizzazione economica dei brevetti, le agevolazioni per le start up innovative, il Work for Equity (conferimento di elevate specializzazioni in società) e il regime del Patent Box – strano termine questo che nulla evoca, ma in realtà vuole proprio incentivare l’innovazione delle aziende italiane, agevolando il reddito derivante dall’applicazione ed utilizzo di beni immateriali ( software, marchi, brevetti, modelli e disegni, know how) realizzati grazie all’attività di ricerca e sviluppo.
Per attrarre investitori e lanciare Start Up e Pmi Innovative, il registro delle imprese ha lanciato una piattaforma istituzionale “Italy Frontiers” che avrà il compito di incentivare i contatti e favorire il flusso di informazioni tra imprese innovative e potenziali investitori o altre imprese della filiera: potrebbe essere un’occasione di incontro preziosa per lo sviluppo di progetti aziendali, supportati da potenziali partner anche di tipo industriale.
E che dire se anche il Ceo di Microsoft, Satya Nadella, ha deciso di scommettere sulle start up italiane, partecipando a una recente iniziativa dal nome “Future Decoded” organizzata a Roma con circa 5.000 partecipanti? Sono state selezionate, in tale ambito, le più promettenti start up digitali e hi-tech italiane per aiutarle a costruire modelli di business e a disegnare strategie internazionali.
Il Ceo di Micosoft conferma di essere entusiasta all’idea di poter aiutare giovani innovatori e imprenditori italiani a superare gli ostacoli che hanno segnato un divario rispetto ai concorrenti europei; come dichiarato in una recente intervista, ritiene che le start up giochino oggi un ruolo sempre più rilevante a livello globale, essendo le realtà che accelerano la trasformazione della società in tutti i suoi aspetti.
Un inventore di alveare digitale per ottimizzare il controllo delle api, una pista di automobiline mosse dalle onde cerebrali, una app per controllare il rischio di aritmia cardiaca: sono alcuni degli start upper che hanno incontrato il Sig. Satya Nadella nella speranza di essere supportati.
Anche noi speriamo che questi start upper e tanti altri possano finalmente trovare in Italia un posto nel quale crescere e sviluppare i loro sogni.