...E TORNEREMO A SALVARE IL MONDO ANCORA.
Buon Natale.
Questo post non può che cominciare così. Sono i giorni delle feste più attese dell'anno, il filotto "Natale, Capodanno, Epifania" e si comincia appunto dalla festa (per me) più bella: il Santo Natale.
Ma come ogni anno, puntuale, immancabile, con l'avvicinarsi di quella che per molti è una pausa lavorativa di qualche giorno, per altri una vacanza un po' più lunga, si ripresenta il consueto, abituale, affezionato scenario:
aiuto, il mondo sta finendo.
Potremmo riassumere così in quelle poche parole il senso di angoscia, urgenza, irrimediabile necessità che ci attanaglia all'approssimarsi di questi giorni di festa, come se non ci fossero altri giorni lavorativi dopo, come se tutto dovesse essere concluso ora e subito, come se non ci fosse un'altra occasione domani.
E se in molti casi ci sono davvero scadenze irrimandabili con la fine dell'anno (non per essere monotono, ma ad esempio la legge di bilancio nazionale deve essere pubblicata in Gazzetta entro il 31.12) che rendono dunque comprensibile l'affannarsi per accelerare lavori e aggiustamenti, per arrivare alla soluzione di un dilemma, nel restante xx% dei casi non è affatto così.
Ma a noi piace.
A noi piace avere questo senso di urgenza impellente nel dover affrontare problemi che sono rimasti per mesi in un cassetto.
Ci piace rispolverare pratiche che avevamo completamente dimenticato. Ci piace revisionare decisioni che sembravano granitiche quando le abbiamo prese e che invece ora con una semplice letterina, o una circolare, o una nota interna vengono pesantemente modificate e stravolgono così l'intero assetto lavorativo di decine di aziende, ad esempio.
Ci piace tirare fuori dal cassetto quei progetti di cui abbiamo solo il titolo perchè non abbiamo mai avuto il tempo di lavorarci e farli diventare la priorità, l'urgenza di oggi, da concludere entro domani, guarda al massimo proprio deve essere pronto per dopo domani. Mattina. Presto.
Tutto questo, in fondo
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ci piace, e piace anche sentirsi un po' travolti da questo ondata adrenalinica, spinti verso obiettivi più alti, verso un ineluttabile destino che possiamo affrontare e vincere.
Ci piace farci coinvolgere da queste macchine in corsa sfrenata, senza sapere se e dove arriveremo, ma convinti che possiamo incidere significativamente sulla loro direzione e che questa volta, sì proprio questa volta, sarà decisiva per cambiare il destino.
Veniamo così presi dalla foga di affacendarci per affrontare queste rinnovate sfide, emerse con tempismo perfetto (coincidenze? Io non credo - cit.) a minacciare l'integrità del nostro lavoro, della nostra famiglia, del nostro futuro, del futuro dei nostri amici, colleghi, del mondo intero.
Ed è una sensazione che ci piace,
ma che ci sfinisce, ci stritola, ci fa stressare, ci lascia insonni le notti,
ci preoccupa mentre addobbiamo casa o ci angoscia con il ricordo improvviso dell'ultimo regalo dimenticato mentre inviamo quell'email urgente.
E nonostante tutto, ebbene sì, ancora una volta, torneremo a salvare il mondo.
Con una fetta di panettone in ogni mano.
Buon Natale.