Ecco come la tua impresa sta scomparendo dai social (pur restando online)
Quante volte abbiam detto "Ora basta, stacco la spina!"
Poi magari l'abbiam fatto davvero, sparendo anche dai social network.
Può sembrare quasi una bestemmia o un'eresia, ma accade sul serio o per necessità o perché non si ha del tempo materiale per curare la propria web reputation online...
Per chi, come me, ha già "tanta roba" da fare quotidianamente (e quindi progetti da portare a termine, copy da scrivere, contenuti da strutturare per siti, PED da programmare o sales letter da scrivere etc...) poco male; anche se pillole di personal branding prese quotidianamente non fanno mai male (anzi!)
Ma chi di social vive (e scompare da un momento all'altro) disperato muore!
Sono scomparsa per qualche tempo da LinkedIn e mi sono chiesta cosa sarebbe successo se a scomparire fosse stata un'impresa.
Piccola, media o grande che sia. Famosa o meno. Non ha importanza.
Probabilmente all'inizio nessuno se ne sarebbe accorto! All'inizio, però!
Perché al giorno d'oggi la presenza online sui social è requisito sostanziale per essere effettivamente un'impresa: quindi...
"Sei sui social? Sei un imprenditore! Non ci sei? Fuori dal mercato!"
Cosa succederebbe, allora, se tutto d'un tratto un'impresa X smettesse di postare online, sponsorizzarsi etc..?
Per rispondere a questa domanda, bisogna partire da una parola: "algoritmo".
L'algoritmo non è un elemento noto: non è il pi greco che sai bene ha un valore fisso. Algoritmo non è 3,14. Bensì qualcosa di molto più complesso, perché alla base di questo ci sono diversi fattori che incidono sulla visibilità dell'intera impresa.
Per cominciare, ad esempio, non si può far di tutt'erba un algoritmo. Cosa voglio dire? Che gli algoritmi cambiano giornalmente e sono differenti da social a social: è su questa prima affermazione che le imprese giocano tutta la propria visibilità.
Sono altrettanto diversi i parametri che influenzano i social. Vediamoli.
L'algoritmo di Facebook, ad esempio, non prende in considerazione solo i più noti "peso","affinità" e "tempo di decadimento". Ad incidere sulla reach e sulla visibilità sono infatti anche le condivisioni e i commenti ai tuoi post, che ovviamente verrebbero meno se vieni meno anche tu dai social: non ci sei, non posti, non hai condivisioni/commenti. Per di più, non postando, non sponsorizzando, etc, il ranking della tua pagina pian piano scenderebbe, perché un altro fattore che incide sulla visibilità, oltre alle condivisioni e ai commenti è la completezza della tua pagina. Dal momento in cui non sei presente su Facebook, non costruirai di conseguenza una pagina dai contenuti attraenti e coinvolgenti (come possono esserlo i video - meglio se nativi).
Social diverso, algoritmo diverso. Anche se bene o male, i fattori che influenzano l'algoritmo del social più social che ci sia e che discriminano l'engagement sono anche in questo caso like, commenti e post salvati che aumentano la ponderazione. Più precisamente fattore di ranking per Instagram sono:
- la regolare frequenza delle pubblicazioni - che verrebbe meno dal momento in cui la tua azienda smettesse di illustrare come lavora, quali sono i suoi prodotti e/o i suoi servizi;
- post condivisi in DM;
- tempo speso sui post;
... ma soprattutto l'aumento dei tuoi fan (che chiamerei potenziali clienti) per mezzo della logica di reciprocità: i cosiddetti #likeforlike #followerforfollewer #likeforfollow etc,etc. Capisci bene, che se quest'attività muore, muore un po' anche il traffico sulla tua pagina ig.
E' il turno del social più sottovalutato: Twitter. Nonostante il suo cinguettare è famoso in tutto il mondo, il social "notiziario" microblogging, almeno in Italia, non ha la stessa popolarità di Facebook e Instagram. Ha avuto una crescita lenta, infatti. Ma - deo gratias - sono sempre di più gli utenti che comprendono quanto sia utile alla propria web reputation e al personal branding. Nonostante ciò, proprio per i motivi su descritti, la reach su Twitter risulta minore.
L'"Algorithmic Timeline" - quello di Twitter - funziona sparando nel proprio feed i tweet più pertinenti ai propri interessi - mostrati mediante le proprie interazioni. Dunque, la logica di visualizzazione e pubblicazione che applica l'algoritmo ad ogni feed di ogni utente fa si che i tweet, mediamente, raggiungano e vengano visualizzati al massimo dal 5% dei follower. Sparendo da Twitter, smetteresti di cinguettare informando i tuoi follower sulle "news" relative alla tua impresa. Meno tweet significa quindi meno like, meno retweet e meno commenti: l'engagement decresce e tu finisci per scomparire del tutto.
LinkedIn - il social sul quale son scomparsa ultimamente - famoso per essere principalmente il social sul quale sviluppare il proprio contatto professionale (una sorta di curriculum online) per poi diffondere contenuti specifici relativi al mercato del lavoro, ha un altrettanto algoritmo, che qualche anno fa è stato persino accusato di preferire i contenuti degli uomini.
In realtà, LinkedIn forse è stato il social più aperto alla conoscenza del proprio algoritmo, illustrando a tutti come scegliere e determinare la qualità di un contenuto: il fattore principale che incide sull'algoritmo è proprio la valutazione che gli altri contatti hanno dei contenuti pubblicati, registrando coinvolgimento. Dall'altro lato, oltre all'aspetto umano del social, anche su LinkedIn sono i contenuti video, nativi e l'alta personalità emersa dal proprio profilo, a far si che che i propri contenuti vengano visualizzati da una fetta più ampia di pubblico. Anche qui, venendo meno la pubblicazione frequente di storie relative alla tua impresa, piano piano scompariresti, scomparendo - di nuovo - dal mercato online.
Sulla base di tutti questi dati, allora, ecco le mie osservazioni.
Se devi stare online tanto per, da solo, senza farti seguire da chi ha fatto di una passione una professione, per esserci oggi e sparire domani, perché non sai gestire i tuoi social o perché non hai tempo, NON AVVIARTI!
Perché il social media marketing è troppo spesso sottovalutato e troppo spesso snobbato.
"Tanto che ci vuole a fare un post. Tanto che ci vuole a fare un articolo"
Dietro un post, un buon social media manager - al contrario di un buon imprenditore che è specializzato nel proprio settore di competenza, motivo della realizzazione della propria impresa - sa bene che è necessaria una solida strategia di social media marketing, perché solo così la comunicazione con i propri clienti (fedeli o potenziali che siano), non andrà a morire.
Solo così, si riuscirà ad essere seriamente e correttamente online e quindi sul mercato, senza farsi venire la brillante idea di chiudere baracca e burattini online per la cattiva gestione dei social! Potresti pentirtene amaramente...
I social media possono davvero migliorare le prospettive di vita di un'impresa, permettendo di raggiungere utenti che gli imprenditori nemmeno immaginano possano diventare loro clienti.
Per fare ciò, è necessario fare content marketing, per migliorare l'engagement... e magari anche un pizzico di real time marketing. Ovviamente, tutto correttamente scritto in ottica Seo e con il giusto Tone Of Voice.
EEEH?
Non hai capito quasi nulla dell'ultimo paragrafo?
E allora lo vedi che non devi snobbare i social media marketers?
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