Ecco sua Maestà il Falco di palude

Ecco sua Maestà il Falco di palude

Che bella soddisfazione per Legambiente arcipelago toscano testimoniare la presenza nella zona umida di Mola del falco di palude. Ma non solo. Con la primavera incipiente sono arrivati altri uccelli migratori. È il premio, se si vuole, dell’ottimo lavoro finora condotto in questa parte dell’Isola dai volontari ambientalisti locali, impegnati nel programma di ripristino e rinascita di un habitat insulare unico che era stato devastato da usi impropri e da un'incuria durata troppi anni. Uno spreco di bellezza, oggi riportato ai livelli che gli competono. Sempre più meta ambita da una numerosa e rara avifauna. Così Mola ha ciò che si merita, questa piccola, ma importantissima zona umida nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, ai confini tra i Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro. Gratificazione migliore non ci poteva essere della presenza del falco di palude (Circus aeruginosus). “Siamo davanti – scrive Legambiente - a un maschio con la sua magnifica livrea marrone, grigia. Bianca e nera e la nuca e la gola gialle. Un piccolo re scontroso, signore del canneto, che solo la pazienza di Roberto Barsaglini è riuscito a immortalare nelle foto”. L'arrivo del Falco di palude a Mola, davvero un testimonial eccezionale, è molto importante perché finora le sue due di presenza che gravitano sull'area tirrenica erano Sardegna e Lago di Massaciuccoli. Anche se la specie non è a rischio a livello globale ed è considerata vulnerabile nell'Unione europea, in Italia, dove nidificano solo 170-220 coppie, è rara e per questo il falco di palude è incluso nella Lista Rossa Nazionale e nell'Allegato I della Direttiva Uccelli. “Insieme a sua maestà il falco di palude la risorta palude di Mola – si legge sempre nel comunicato ambientalista - si sta ripopolando di una corte di esseri come le gallinelle d'acqua (Gallinula Chloropus), Martin Pescatore (Alcedo Attis), si sono trasferiti nei nuovi chiari realizzati grazie all'intervento del Parco. Tra a quelli che sono ormai i chiassosi padroni di casa, i Germani reali (Anas platyrhyncos), mentre ancora il pettirosso (Erithacus rubecola) non si è deciso a migrare verso nord dal paradiso elban e le rondini dalla gola rossa (Hirundo rustica) hanno fatto ritorno dall'Africa fortunatamente numerosissime, tra le rive salate, l'acqua salmastra e l'acqua dolce, a caccia di molluschi, crostacei, pesci e insetti, o a sgranocchiare appetitose erbe palustri, hanno fatto la loro comparsa piccoli trampolieri indaffarati come il Voltolino (Porzana porzana), il Piro Piro Boschereccio (Tringa glareola) e il Corriere piccolo (Charadrius dubius), il timido Porciglione (Rallus acquaticus) si aggira furtivo vicino alle belle marzaiole (Anas querquedula) e riuscire a scoprire il mimetico frullino (Lymnocryptes minimus) tra la vegetazione e veramente roba da esperti. Mentre tra i molti passeriformi spiccano per le loro vistose livree la splendente Cutrettola (Motacilla flava) e la magnifica Ballerina gialla (Motacilla cinerea)”. Sono tutti gioielli viventi nel “piccolo forziere verde di Mola”, ricostruito da un progetto del parco nazionale e dell'Università di Firenze e che i volontari dell'aula E VerdeBlu di Legambiente sorvegliano e curano.

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