Edu-Castrazione - Lo Scopo dell'Educazione (Su Quel Pollo di Icaro di Seth Godin, Pt. 2)

Edu-Castrazione - Lo Scopo dell'Educazione (Su Quel Pollo di Icaro di Seth Godin, Pt. 2)

“Possiamo insegnare alle persone a impegnarsi, superare la paura, fare affari in modo trasparente, iniziare e pianificare un corso.
Possiamo insegnar loro il desiderio di continuare a imparare, esprimersi e innovare.
Ma è vitale riconoscere che possiamo anche dis-insegnare il coraggio, la creatività e l'iniziativa. E che, anzi, è proprio quello che abbiamo fatto.
La scuola è diventato un sistema industrializzato, di massa, con significativi effetti collaterali, come la distruzione di molte delle attitudini ed emozioni attorno alle quali vorremmo costruire la nostra cultura.
Allo scopo di ficcare a più non posso, e in modo efficiente, informazioni nelle teste delle giovani generazioni, spingiamo per trasformare quei bambini in zombie accondiscendenti e competitivi.”

Questa frase tratta da Quel Pollo di Icaro di Seth Godin mi ricorda il concetto di educastrazione di cui ha scritto l’autore Salvatore Brizzi, riferendosi al lavaggio del cervello e all’educazione limitante cui siamo stati sottomessi e che continua a controllare le nuove generazioni (per fortuna, grazie a Internet, i giovani hanno oggi più possibilità di conoscere punti di vista diversi da quelli istituzionali).

Le scuole e le università formano dipendenti, persone che pensano secondo i dettami delle istituzioni e delle multinazionali, le quali hanno fatto le nostre regole. Ma non è mia intenzione scrivere di questo argomento, essendoci penne migliori come Godin e Brizzi, piuttosto voglio focalizzarmi sulla luce in fondo al tunnel.

Per questo non ho potuto scrivere soltanto un articolo su Quel Pollo di Icaro. Il libro è pieno di gemme preziose da curare, talmente tante che non ho potuto fare una vera e propria selezione di citazioni “ispiranti”, in quanto ogni pagina ne è piena e avrei dovuto ricopiarlo tutto!

Perché ci insegnino a lavorare per altri e obbedire al capo è ormai chiaro a tutti: è più facile governare gli zombie che gli artisti, ovvero individui che fanno le cose solo secondo il loro cuore, la loro individualità e unicità.

La New Economy è ormai old, e infatti sta collassando sotto gli occhi di tutti. Il lavoro sicuro non esiste più e dobbiamo scegliere noi se seguire la strada della (auto)distruzione, opponendoci ai cambiamenti, o abbracciarli e fare un salto nel vuoto, contare finalmente su noi stessi e scegliere noi stessi, senza aspettare invano che l’azienda dei nostri sogni scovi il nostro CV e ci scelga.

“Il mito del CEO che ti scopre, ti prende sotto la sua ala e ti invita a pranzo è, appunto, solo un mito di Hollywood.
Una volta che comprendi che ci sono problemi che aspettano solo di essere risolti, che realizzi che tu hai tutti gli strumenti e le autorizzazioni che ti servono, le occasioni di contribuire abbondano. La tua opportunità non è che il tuo CV venga selezionato tra tanti, la tua vera opportunità è guidare.
Quando ci assumiamo le nostre responsabilità e riconosciamo il merito con entusiasmo, si aprono porte. Quando prendiamo in mano il microfono e ci facciamo sentire, siamo un passo più vicini a fare il lavoro che siamo nati per fare.
Ma, soprattutto, quando ci mettiamo all’opera, affrontiamo il nostro cervello da lucertola * e facciamo il nostro lavoro al meglio, diventiamo gli artisti che siamo in grado di essere.
Nessuno ti sceglierà. ScegliTI tu.”

Altre letture consigliate:

Il curriculum del disonore - Salvatore Brizzi

Lavorare meno, lavorare meglio - Wandering Wil


* Si riferisce alla voce nella testa che ci dice di tirarci indietro, fare attenzione, rallentare, scendere a compromessi, etc.

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