Elogio ai semplificatori
Per un discreto numero di vecchi utenti del web, quelli che hanno iniziato a navigare su Internet negli '90, la Rete dovrebbe restare il luogo "poco frequentato e complicato" che era allora.
Un luogo dove per configurare un modem analogico ti dovevi studiare tutti i comandi AT, dove per configurare un router dovevi andare rigorosamente a riga di comando, dove Trumpet Winsock era già roba troppo facile e quindi da snobbare.
Questi vecchi nerd, e ne ho incrociati parecchi, non tollerano che arrivi qualcuno a semplificare il percorso. Vogliono che l'accesso ad Internet sia a livello di laureati in informatica (possibilmente con qualche master e specializzazione aggiuntiva), che l'accesso avvenga possibilmente da un dispositivo Linux (dove magari ti sei dovuto scrivere a mano i driver del modem), che il massimo delle interazioni avvenga su qualche newsgroup esoterico (dove le risposte arrivavano dopo settimane, e guai se sbagliavi il tono con cui ponevi le domande).
E soprattutto non tollerano che da Internet ci si possa cavare dei soldi. Internet dovrebbe restare un luogo dove le informazioni e le notizie sono gratuite, senza pubblicità, e tali contenuti dovrebbero avere titoli piatti e farmaceutici (guai ad un accenno di clickbait!), ed essere (ovviamente) accessibili e comprensibili solo a chi ha passato in aule e laboratori almeno metà della propria vita.
Ed ecco perché i semplificatori danno loro fastidio. Ecco perché chi scrive e pubblica guide "for dummies" è spesso preso di mira. Perché "abbassa il livello", semplifica concetti difficili rendendoli alla portata di tutti. E magari riesce pure - non sia mai! - a guadagnare da questa operazione.
Per il vecchio e bavoso nerd non è accettabile che su Internet si riversi un esercito di casalinghe di Voghera, che cercando su Google "come spegnere il pc" contribuiscono al corposo fatturato di Aranzulla.