Empatia digitale cercasi
Grazie agli studi sulle neuroscienze sappiamo che nelle relazioni online le emozioni non sono assenti. E l’empatia è ritenuta una delle competenze più importanti per il futuro del mondo del lavoro dove si lavorerà sempre di più in team e sempre di più a distanza.
Per empatia intendiamo la capacità di entrare in sintonia con il mondo interiore dell’altro. Non significa fare nostra la sua visione, ma riuscire a comprenderla. Il presupposto è ascoltare con attenzione il nostro interlocutore, anche se le sue parole e motivazioni sono molto distanti dalle nostre. Un esempio classico per utilizzarla riguarda l’uso quotidiano dei social network, quando incontriamo post e commenti dai toni che non condividiamo. Ma, se a scrivere è una persona della nostra rete e se consideriamo che tutti gli utenti potranno leggerci, è giusto ragionare attentamente prima di risponderle. Perché oltre a condizionare la sua reazione, il nostro atteggiamento sarà sotto gli occhi di tutti i nostri contatti.
Avere questa cura sarà determinante per una comunicazione efficace digitale. L’individuo empatico è in grado di comprendere il punto di vista dell’altro e attribuire importanza anche a una visione diversa dalla propria, elaborando una risposta adeguata grazie a riflessione, attenzione e ascolto. Il che si traduce in una riduzione drastica di discussioni polemiche sui social, via mail oppure su whatsapp. Sia con i clienti che con tutti gli altri “amici” digitali.
Inoltre l’empatia ci permette di non fermarci alle sole parole scritte. Come sappiamo, le conversazioni digitali in forma scritta ci fanno perdere completamente l’aspetto del non verbale dell’interlocutore. Queste sono spesso informazioni più importanti delle parole stesse. Andare più in profondità per capire anche lo stato d’animo altrui renderà le nostre relazioni a distanza meno stressanti e più proficue.
I social danno accesso a maggiori relazioni, il che si traduce anche in un maggior numero di persone che la pensano diversamente da noi. Che non la si pensi tutti allo stesso modo è un concetto piuttosto banale. Che questa diversità confluisca ogni giorno nei nostri smartphone è un po’ meno semplice da gestire.