Esclusi dalla squadra di scacchi
Questa mattina a Radio24, l'ottimo Simone Spetia ha intervistato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Nonostante sia un'accanito ascoltatore dell'emittente sono riuscito ad ascoltare solo la parte finale dell'intervista, anche se sono convinto basterà per scrivere questo articolo.
Si parlava delle amministrative, quelle del prossimo mese, Renzi spiegava agli ascoltatori perché a Genova il suo Partito sosterrà Marco Bucci, sindaco uscente in cerca di un secondo mandato.
Per il sindaco bisognerebbe votare il più bravo. Bisogna scegliere la persona più che la coalizione
Questo, in senso assoluto è vero, mi permetto di aggiungere che più il Comune è piccolo più questo ragionamento ha senso, al di là di tutte le considerazioni una città ha bisogno di un bravo amministratore, che sappia farla funzionare, se riesce poi a unire capacità a un pensiero politico vicino al nostro ancora meglio.
Il problema è che qui si sta parlando non di un piccolo Comune, non di una realtà modesta, non di una piccola provincia, ma del capoluogo della Liguria, una delle città chiave, con i suoi oltre 580.000 abitanti, per le prossime elezioni politiche.
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Altro è la battaglia del 2023 quando ci sarà una questione più ampia, più politica
Così il senatore toscano, frettolosamente, chiude il capitolo Genova. A mio avviso è un gravissimo errore far passare questo concetto: la politica nazionale, come già detto, passa anche per le vittorie nei Comuni importanti, Genova lo è. Sostenere un'alleanza di centro-destra e vincere può essere un fattore determinante quando nel 2023 ci sarà la battaglia già annunciata tra Europeisti e Sovranisti.
Sono stato poche volte in quella città, ammetto di non averla mai trovata migliorata e ogni volta, parlando con i cittadini mi raccontano di quanto a Genova manchino progetti per rendere la città più a misura d'uomo, di quanto sia importante dare di nuovo alla città un respiro nazionale. Se non fosse per la tragedia del Ponte Morandi e per l'abominio del G8 (2001) sarebbe di certo uno degli ultimi capoluoghi a venirci in mente, sopraffatta da città come Roma, Milano e Napoli senza dubbio, ma anche da città come Bari. Questo per dire che al di là delle capacità di Bucci (sindaco-commissario) di gestire la questione Ponte Morandi non credo ci siano gli elementi per confermare un lavoro deludente, non convincente almeno, su tutta la linea tanto da schierarsi con una coalizione totalmente opposta sul piano nazionale (almeno ai fatti attuali).
I sondaggi parlano chiaro: il centrodestra, se si presenterà unito come immaginiamo, avrà numeri importanti e, certamente com'è giusto che sia, in Campagna elettorale sarà in tutte le città dove governa per confermare le proprie qualità e puntare al prossimo Governo. Per un Partito che vuole opporsi ai sovranisti è cruciale, oltre che affidare le città in mani sicure, ovvio, togliere caselle da rivendicare tra meno di un anno. Una strategia semplice ma efficace, che però va attuata immediatamente.
Un errore politico e comunicativo che Italia Viva continuerà a pagare: più volte negli articoli ho analizzato l'importanza per un Partito di essere netto, chiaro, verticale. Italia Viva ragiona ancora da prima repubblica: cercando di essere fluidi, malleabili ma, spiace dirlo, si rischia anche di essere tremendamente inconsistenti.
Vicesindaco, Assessore all'Ambiente e alle Periferie del Comune di San Cesareo
2 anniLo “spiace dirlo” finale è falsissimo! 😉