Non esco, faccio cose, vedo gente...
La normalità è legata alle nostre abitudini, poter contare sui piccoli piaceri della vita, un caffè al bar, una cena fuori il sabato, un giretto la domenica.
Oggi prima di muoverci dobbiamo riflettere, essere essenziali, nelle spese e nei movimenti, nei tempi e nei luoghi. Dobbiamo necessariamente rallentare e chiederci perché fare o non fare qualcosa.
Quest'anno abbiamo imparato che dopo la prima ondata potevamo tornare alla normalità, e ora impariamo che anche le limitazioni della pandemia stanno per entrare nella nostra normalità. Probabilmente quando avremo capito come migliorare le nostre condizioni, evitando gli eccessi del passato e godendo di ogni piccola libertà disponibile nel quotidiano, vivremo più intensamente e forse più consapevolmente ogni istante.
Intanto succedono cose:
- Ci siamo resi conto che spendere due ore al giorno per spostarci sui luoghi di lavoro è assurdo, se possiamo lavorare da casa
- Un numero sempre crescente di aziende ha affinato i processi di lavoro ed è in atto una concreta rivoluzione tecnologica in particolare nei servizi
- Ci stiamo adattando ad alternare abitudini diverse, a seconda del grado di libertà disponibile
- La scuola comunque resiste
- Forse, dico forse, possiamo vivere con meno spazio, meno soldi, meno cose inutili, meno sprechi di tempo
Personalmente dico che l'essenzialità è diventata la qualità da perseguire, perché ci costringe a chiederci perché in ogni momento e quindi ad essere più consapevoli, per noi, per i nostri figli e per i nostri vecchi.